mercoledì 26 dicembre 2007

Natale


Il tiramisù come lo faceva mia nonna, anche se proprio come lo faceva lei non riesce mai.
Le chiacchiere durante il pranzo.
Io e mia zia che inventiamo pettegolezzi su persone inesistenti intrecciandoli con quelli riferiti a persone vere.
La via in cui abito, di solito percorsa dalle auto in continuazione, deserta e silenziosa.
La cioccolata con gli amici prima della messa di mezzanotte.
Il cappello natalizio bianco e rosso piazzato con noncuranza sul tavolino del soggiorno, che pare normale, ma si anima e canta “Jingle Bell” con voce da ubriaco quando qualcuno gli passa davanti.
Le fotografie, che faccio sempre quando tutti i parenti sono arrivati, ma che poi mi dimentico di mostrare una volta stampate.
Il sorriso di mia madre.
La passeggiata “digestiva” con mio padre e mio zio per le vie del centro.
Il giro di ricognizione con mia sorella per i regali.
Tanto calore di cui essere felice, e quest'anno un motivo per esserlo di più.

Buone Feste a tutti, anche se un po' in ritardo!

sabato 22 dicembre 2007

I Am Legend

Avete mai letto il libro di Matheson 'Io sono leggenda'? Se non lo avete fatto, vi siete persi un capolavoro, a metà tra horror e fantascienza, scritto in modo magistrale, una storia indimenticabile, con colpi di scena da mozzare il fiato.
Stephen King considera Matheson il proprio maestro, ma la prosa verbosa del primo poco ha in comune con quella secca e micidiale del secondo, a dimostrazione del fatto che le vie della scrittura sono infinite.
Tornando al film, sono proprio curioso di vedere come se la cava Will Smith nei panni di Robert Neville, The last man on earth.
Il trailer promette bene.

martedì 11 dicembre 2007

25 anni fa!


E' incredibile, ma sono passati già 25 anni dall'uscita del mitico Commodore 64.
Ricordo di averlo ottenuto in seconda media, dopo averlo bramato per mesi.
Ricordo anche i pomeriggi a sfasciare joystick giocando alle Olimpiadi.
Ricordo Zaxxon, Impossible Mission e, ovviamente ricordo un sacco di tempo speso a fissare quello schermo di caricamento a strisce colorate.
Le console di oggi non avranno mai quel fascino e i bambini di oggi non potranno mai sentirsi dei pionieri nel mondo dei videogiochi come siamo stati noi.
Va beh, buon compleanno, vecchio C64, e grazie di tutto!

lunedì 10 dicembre 2007

Consigli per gli acquisti...


Dopo aver trascorso il week end in montagna, ho trovato in edicola una piacevole sorpresa.
Sull'ultimo numero di Urania è pubblicato "Gli uomini vuoti", di Dan Simmons, scrittore americano tra i miei preferiti.
Ho adorato il suo ciclo di Hyperion, una storia di fantascienza complessa e ricchissima, in cui viaggi temporali, enigmi scientifici e nemici invincibili si incontrano in un'opera che attraversa molti generi letterari, pone quesiti filosofici e religiosi e rende anche omaggio al poeta inglese John Keats.
Oltre ad altre opere di fantascienza (Ilyum) e horror, ho scoperto di recente anche una sua brillante produzione "gialla": i due romanzi "Hard Case" e "Hard Freeze", apparsi appunto sul Giallo Mondadori.
Non ho ancora potuto affondare i denti in questo "Gli uomini vuoti", scritto nel 1992, ma considerato il valore dell'autore e il prezzo del volume, € 3,90, mi sento di consigliarlo a scatola chiusa.
Sappiatemi dire.

lunedì 3 dicembre 2007

Videogiocatori cattivi, cattivi!


Anche se, come ho scritto qui, la mia vera passione videoludica risponde al nome di Pro Evolution Soccer, non disdegno affatto altri titoli, tra i quali Grand Theft Auto e certi first person shooter dall'indole poco raccomandabile.
Mi sento quindi indirettamente coinvolto dall'ultima polemica contro i videogames sollevata dall'uscita del film-documentario “Moral Kombat”, di cui danno notizia i siti specializzati.
In sostanza, si tratta della trita convinzione che videogiochi violenti inducano alla violenza. Per la verità, la tesi sostenuta dal film è che dietro l'undici settembre ci sarebbero i videogame che, nel rappresentare fedelmente i controlli di volo degli aerei, hanno consentito ai terroristi di prepararsi al meglio...

A mio avviso, i videogame stanno diventando, se già non lo sono, un medium a parte, a cui andrebbe riconosciuta la stessa dignità tributata agli altri linguaggi che nei videogames si fondono.
Inoltre, penso che quando andiamo a vedere un film, leggiamo un libro o un fumetto, rispondiamo a istanze simili a quelle che ci inducono ad accendere una console: una di queste è certamente il desiderio di vivere esperienze diverse da quelle di tutti i giorni.
Se chiudo gli occhi, mi raffiguro accanto a Indiana Jones mentre è inseguito dalla pietra enorme ne I predatori dell'arca perduta; ancora, non ho difficoltà a visualizzare la Los Angeles dei romanzi di Chandler e a vederla con lo sguardo disincantato di Philip Marlowe.
Allo stesso modo, l'adrenalina che provo rubando un'auto e capeggiando una gang di criminali in Grand Theft Auto stuzzica la fantasia e appaga il mio desiderio di sapere cosa si prova a compiere atti che non compirò mai.
Tuttavia, libro e film seguono il percorso imposto dal narratore; nel videogioco, invece, il solo limite è spesso la fantasia di chi impugna il joypad.
Ciò significa che tutti i giocatori di Hitman, Grand Theft Auto, ecc. sono criminali in pectore?
Non credo. Non più di quanto lo sia un regista di film di gangster, almeno.
Penso invece che una parte del divertimento risiede proprio nel sapere che la violenza si esaurisce sullo schermo; quasi una catarsi, insomma.
Ora scusatemi. Devo imbrattare qualche muro con dei graffiti e rubare una spider che mi attizza parecchio.
E se la polizia di San Andreas riuscirà a mettermi le manette, non emetterò un lamento.

martedì 27 novembre 2007

Sospendiamolo! (all'italiana, però)


Realizzano uno sceneggiato su Totò Riina.
Lo intitolano "Il capo dei capi" anziché "Un delinquente" per non esaltarne troppo la figura.
Dopo sei puntate, qualcuno si accorge che l'epilogo della fiction potrebbe influenzare l'esito di indagini e/o procedimenti in corso e chiede la sospensione della messa in onda.
Nel frattempo, quelle trasmissioni esaltanti che chiamiamo telegiornali continuano a mostrarci atti di causa e a divulgare ogni dettaglio riservato su inchieste a dir poco delicate.
C'é qualcosa che non torna...

sabato 24 novembre 2007

"Un classico...


...è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire."
Quant'é vero!
La frase è di Italo Calvino e l'ho trovata impressa sulla quarta di copertina di una vechia edizione de "L'isola del tesoro".
E' un commento davvero opportuno.
Non mi ricordavo più di avere in casa il libro e, per la verità, dopo averlo divorato, vi ho scoperto tali e tante cose da farmi dubitare di averlo mai letto prima.
Risale al 1883 eppure, per usare una frase trita, sembra scritto ieri.
A parte il gusto di essere coinvolti in un'avventura piratesca delle più sfrenate, con duelli, tradimenti, naufragi, e ovviamente, la ricerca di un tesoro, il lettore può trovarvi anche una lezione di scrittura eccelsa.
La sintesi di Stevenson raggiunge un equilibrio eccezionale: quasi non esiste parola che non sia asservita alla progressione del racconto, eppure il piacere della lettura è intatto, e non mancano efficaci tratteggi che fanno schizzare fuori dalla pagina luoghi e personaggi.
Pertanto, corpo di mille bombe, ci può essere ben più di un motivo per passare un po' di tempo con dei vecchi filibustieri, che il diavolo vi incenerisca!
E non mettetevi a frignare come femminucce mentre andiamo alla ricerca del tesoro maledetto del Capitano Flint!!


ehm...ok, d'accordo, smetto di parlare come Long John Silver, uffa!

mercoledì 21 novembre 2007

Il nuovo rettore dell'università di Liverpool!



Prima la laurea in astrofisica, e ora il rettorato!
Sapevo che solo uno con una mente superiore poteva suonare la chitarra su una locomotiva in corsa!
Vai così vecchio Brian!


martedì 13 novembre 2007

299 e +1



Fatevi un regalo. Acquistate gli ultimi due numeri di Rat-Man.
Leo Ortolani passerà probabilmente alla storia del fumetto (anche) per alcune geniali parodie.
In questo caso, però, non ci troviamo di fronte a una semplice "messa in burla" di 300, il film campione d'incassi con re Leonida e i suoi coraggiosi spartani per protagonisti.
299 e +1 si incastrano in modo perfetto con quanto già sappiamo: il valore degli spartani e la terribile minaccia persiana non vengono minimamente sminuiti.
Eppure siamo al cospetto di una storia divertentissima che riesce a toccare anche toni epici, persino quando i riflettori sono puntati sul nostro Ratto favorito.
Si tratta, in definitiva, di un riuscito e mirabile esercizio di equilibrismo creativo, in cui Ortolani conferma tutta la propria bravura.
Non perdetelo.

domenica 11 novembre 2007

Il potere di una parolaccia

Qualche giorno fa, sono andato a nuotare nel nuovo centro sportivo della mia città.
Si tratta di una tipica costruzione "da terzo millennio", di quelle che a me trasmettono sempre un senso di alienazione, come gli "outlet" e i "mega store": spazi enormi, strutture ardite e soluzioni esteticamente azzeccate, ma anche quel senso di allegria imposta che a me infonde tristezza.
Oltre a ciò, quel giorno i nuotatori erano pochi e gli spogliatoi, pensati per ospitarne qualche centinaio, riecheggiavano del più piccolo rumore, cosicché ci aggiravamo tutti in punta di piedi, quasi fossimo stati in chiesa.
Mi sono accinto a fare la doccia e ho subito notato che mancavano ancora le mensole porta-sapone.
Sempre osservando il più rigido silenzio, ognuno dei presenti ha dovuto fare i conti con quella mancanza e si è ingegnato a modo suo. Chi ha appoggiato, come me, il bagnoschiuma per terra, chi l'ha messo in equilibrio sulla parete divisoria tra una doccia e l'altra, ecc.
Un signore grassottello ha pensato bene di appoggiarlo al rubinetto della doccia.
Pochi istanti dopo, la bottiglia di bagnoschiuma gli è caduta su un piede, facendogli dimenticare il silenzio che l'ambiente ci aveva imposto.
Prima ha emesso un mezzo ululato, poi la più comune delle parolacce. Una di quelle di cinque lettere. Una doppia nel mezzo. Ci siamo capiti.
Io e gli altri non abbiamo osato metterci a ridere (anche se il primo impulso è stato quello), ma ci siamo limitati a una mezza ghignata e a scambiarci occhiate d'intesa, fino a quando qualcuno ha detto che avrebbero dotuto finire le docce prima di aprire al pubblico e tutti, anche il signore col piede tumefatto, abbiamo convenuto sul punto.
Il velo era stato sollevato e ci sentivamo più uniti dei tre moschettieri.
A conti fatti, sono contento che i lavori non fossero ancora stati completati. Dopo questo episodio, con l'eco di quella imprecazione ancora nelle orecchie, tornerò a nuotare sentendo il centro sportivo meno alieno e più mio, a dimostrazione del fatto che anche la più ardita e fredda concezione architettonica nulla può di fronte al calore di una parolaccia.

sabato 10 novembre 2007

Intervista ad Alfredo Castelli - Lucca 2007

Tra i personaggi che più mi hanno colpito di quelli incontarti a Lucca, c'é sicuramente il creatore di Martin Mystere. Soprattutto perché, ascoltandolo, si capisce quanto di sé abbia infuso nel Detective dell'Impossibile.
Nel corso di un intervento improvvisato, e purtroppo non ripreso dalle telecamere, Castelli ha ripercorso la storia del fumetto, facendone risalire le origini addirittura al 1813.
In quei pochi minuti sono emerse tutta la sua passione, la sua competenza enciclopedica e una certa facilità di esporre in modo alluvionale, che credevo propria solo del suo personaggio.
In particolare, Castelli ha raccontato che, sin dalle loro prime apparizioni, i comics hanno incontrato e si sono fusi con gli altri media (in primis, il teatro) e sono stati sfruttati subito a fini pubblicitari.
Insomma, in quei dieci minuti (in parte ripercorsi in questo video), Castelli ha condotto il suo pubblico in un viaggio alle radici del medium fumetto, argomento raramente affrontato, anche nell'ambito delle manifestazioni come Lucca, eppure di grande fascino.
E ha mostrato, una volta di più, quanta ricchezza ci sia alle spalle delle pagine disegnate.

martedì 6 novembre 2007

DMZ di Brian Wood e Riccardo Burchielli




Dopo aver visitato a Lucca la sua spettacolare mostra di tavole e aver saputo che si era guadagnato il premio di miglior disegnatore dell'anno, ho letto subito il primo numero di DMZ, la serie disegnata da Riccardo Burchielli per la Vertigo.
L'incipit mi ha ricordato 1997 Fuga da New York, con il protagonista catapultato in un'isola di Manhattan irriconoscibile, con gli edifici in rovina abitati da un'umanità regredita alla barbarie.
Le affinità con il film di Carpenter, però, si fermano allo scenario.
Infatti, in DMZ gli Stati Uniti sono sconvolti da una guerra intestina, la Seconda Guerra Civile Americana, e il protagonista, giovane fotografo al seguito di un famoso giornalista, si ritrova suo malgrado a testimoniare le atroci condizioni in cui vivono i civili.
Di fatto, come conferma lo scrittore Brian Wood alla fine del volume, la serie vuole proprio trascinare il lettore al cospetto degli orrori nati dalla violenza.
Il ritmo è serrato e la suspence inchioda, tanto che dietro ogni edificio raso al suolo ci si aspetta si nasconda un aggressore.
Le storie delle vittime del conflitto, siano bambini feriti, persone mutilate, o chi ha reimpostato la propria esistenza in base alle regole di un mondo spietato, compongono un mosaico di miseria e tristezza sconfinate.
Le tavole di Riccardo Burchielli, poi, sono davvero belle.
Un acquisto consigliato, insomma.
Un'unica, triste, nota finale: al lettore di oggi, bombardato dalle notizie atroci dei telegiornali, occorre purtroppo una sospensione dell'incredulità minima per calarsi nella vicenda.

lunedì 5 novembre 2007

Fu vera golria? Le fatiche di un appassionato di fumetti


Questo post, introdotto da una rappresentazione delle fatiche di Ercole, non vi racconterà cosa ho visto a Lucca Comics in quattro giorni, ma cosa ho fatto per assistervi. L'immagine che ho scelto potrebbe anche permettervi di indovinare il mio attuale stato di forma.
Orbene, sono partito alla volta di Lucca il 1° novembre, alle ore 5 del mattino. Per motivi legati al mio lavoro, non sarei potuto partire il giorno prima e c'erano comunque uno stand da aprire per le 9 e una riunione di redazione a cui partecipare per le 10.
Infatti, quest'anno l'organizzazione di Lucca Comics ci ha fornito il suddetto stand, in cambio dell'apporto redazionale mio e dei miei amici.
In pratica, in questi quattro giorni abbiamo realizzato video-interviste di parecchi autori ospiti della kermesse toscana (alcuni dei quali di livello mondiale), abbiamo seguito diversi incontri e ne abbiamo dato conto in contributi testuali, abbiamo filmato disegnatori all'opera (più o meno disponibili e simpatici) e abbiamo fotografato il variopinto pubblico dei cosplayer.
Qual è il risultato di questa attività per la quale non c'è stata alcuna retribuzione? Una grande stanchezza.
Ma solo quella? Ad ascoltare qualcuno, se non c'è un ritorno tangibile per quello che fai, qualunque cosa sia, allora non vale la pena di farlo.
Tuttavia, io non sono tra quelli che vedono cartellini con il prezzo penzolare da ogni cosa.
Ho potuto incontrare e parlare a lungo (con la scusa dell'intervista) con molte persone che difficilmente avrei avvicinato o che magari mai avrei immaginato di avvicinare.
In generale, ho vissuto situazioni che non hanno appagato solo il mio io di appassionato di fumetti, ma anche arricchito il resto di me.
Certo, correre qui e là dalle 9 del mattino alle sette di sera per quattro giorni, saltare il pranzo e scrivere articoli in mezzo a una ressa soffocante mi ha stancato.
Però, se anche mi avessero pagato, ora non sarei più soddisfatto dell'esperienza di quanto già non sia.
Il nostro lavoro è on-line, anche sul sito di Lucca. Poteva certamente essere realizzato meglio, ma si tratta dell'esordio per la redazione "volante" dello Sciacallo Elettronico.
Se vi capiterà sott'occhio, guardatelo ricordando che è stato fatto con passione.
Spero che dia qualcosa a voi,così come ha lasciato qualcosa a me.

mercoledì 31 ottobre 2007

Da domani...a Lucca!



Da domani, insieme a tutto lo staff de Lo Sciacallo Elettronico, sarò a Lucca Comics.
Se verrete a trovarci al nostro stand (presso Lucca Junior) vi regaleremo i nuovi Mobile Comics, i fumetti da leggere sul cellulare!

Se invece, ahi voi, non verrete a Lucca, date comunque un'occhiata al sito dello Sciacallo: lì saranno pubblicate le video interviste che realizzeremo con gli autori ospiti della manifestazione!

E non è escluso che riesca a postare qualche resoconto quasi in diretta!

giovedì 25 ottobre 2007

C'é anche la canzone!

Continua il countdown per la manifestazione di Lucca! Eccovi la sigla dell'evento!

mercoledì 24 ottobre 2007

Stasera sono di buon umore...

Chiudiamo la giornata con una delle mie canzoni preferite. Buon ascolto!

Live from Lucca (Sciacalli alla manifestazione)


All'emozione solita, connessa all'attesa per la manifestazione più importante d'Italia, quest'anno se n'è aggiunta un'altra.
Infatti, parteciperò attivamente all'evento: con gli amici de Lo Sciacallo Elettronico realizzerò parte delle video interviste agli autori ospiti di Lucca Comics, che appariranno sul sito della manifestazione.
Inoltre, pare che avrò la possibilità di realizzare anche contributi scritti.
Sono ovviamente molto soddisfatto di tutto ciò, non solo perché, grazie al valido motivo dell'intervista, avrò modo di conoscere qualche artista in più, ma anche perché in questo modo avrò, più degli altri anni, la possibilità di dare un'occhiata al "dietro le quinte".
Aspettatevi ricchi reportage e maggiori info nei prossimi giorni!

lunedì 22 ottobre 2007

Il premio più ambito - un dubbio amletico


Chi legge, è ovvio, trascorre parte del proprio tempo in una terra immaginaria, che il narratore fornisce, però, di tutti gli attributi e i dettagli propri di un mondo reale.
In particolare, il lettore di fumetti ha a disposizione montagne di dettagli da scalare e da conquistare con la propria fantasia e la propria memoria.
Ci sono luoghi, personaggi principali, secondari, comparse, razze aliene, battute celebri, avvenimenti più o meno importanti, invenzioni...
Spesso il lettore di fumetti si appropria di queste nozioni in modo quasi maniacale e fa sfoggio delle proprie conoscenze con chi è altrettanto appassionato, dando vita a gare infinite a chi ricorda meglio o di più, che quasi mai hanno vinti o vincitori. Quasi mai.
Perché, nel caso del concorso annuale indetto dal sito di critica e news dedicate al fumetto, ComicUs, un vincitore c'é. E vince l'ambito titolo di Nerd d'oro.
La consegna del premio avviene, com'è ovvio, nella mecca del fumetto italico, a Lucca, nel corso di Lucca Comics, of course.
Ora, io ho letto le domande di quest'anno (che trovate qui) e considerando che non saprei rispondere con sicurezza a nessuna di esse, e tenendo anche conto del nome e della forma del premio, non so davvero decidere se deprimermi o esserne contento.

sabato 20 ottobre 2007

Una stagione selvaggia

Lasciatevi guidare da Joe Lansdale, considerato a ragione il re del noir. Sa quello che fa.
Vi porterà a caccia di un sacco di soldi finiti sul fondo di un fiume, vi presenterà una coppia di amici inseparabili, che ne hanno viste tante insieme e che amerete da subito, vi parlerà un po' dell'America degli anni '60 e anche di quella di oggi.
Tutto questo in sole 192 pagine che berrete d'un fiato e vi lasceranno la voglia di scansare qualche altra pallottola in compagnia di Hap Collins e del suo sarcastico amicone Leonard.
Grazie al cielo, questo è il primo volume della serie e ne sono già stati pubblicati altri quattro.
Io corro a comprare il secondo, voi fate come volete. Vi ho avvertito.

Una stagione selvaggia di Joe R. Lansdale, Einaudi Stile Libero - Noir, € 11,00

Un bavaglio alla rete?

Su Internet sta rimbalzando la notizia dell'approvazione di un disegno di legge (che deve ancora passare il vaglio delle camere) che imporrebbe - il condizionle è d'obbligo visto che l'interpretazione è dubbia - anche ai blog e ai siti amatoriali di dotarsi di direttore editoriale e di iscriversi al ROC.
Trovate il testo di legge qui e qualche commento qui e qui.
L'effetto dell'entrata in vigore una disposizione del genere, ammesso che di questo si tratti, è facilmente immaginabile: significherebbe la chiusura per la stragrande maggioranza dei suddetti siti personali.
Stiamo a vedere.

P.s.: pare che già stiano piovendo le smentite ufficiali e, in effetti, credo che l'approvazione di una simile legge sarebbe una cosa davvero troppo grossa. Però, come dice uno che di poteri forti si intende, a pensare male non si sbaglia mai. E stare alla finestra non costa nulla.

mercoledì 17 ottobre 2007

Fumetto, tutti ti vogliono!

Anche se la tendenza è sempre quella di dipingere il fumetto come il parente povero degli altri media, mi sembra che ormai goda di un'attenzione notevole e insperata.
In giro per l'Italia, ad esempio, fioriscono sempre più spesso iniziative legate al mio medium preferito.
Se prima Lucca Comics era l'unico appuntamento possibile (e per importanza e dimensioni ancora lo è), oggi l'appassionato in crisi di astinenza da fiera può soddisfare il proprio bisogno con dei buoni palliativi.
La formula che sembra tanto piacere agli organizzatori istituzionali, perché abbordabile nei costi, è quella della festa per le vie della città.
L'ultimo esperimento a cui ho avuto modo di partecipare è stato quello organizzato nel centro di Vercelli, che, pur con mezzi limitati, ha saputo guadagnarsi un buon successo, regalando ad appassionati e passanti occasionali una domenica piacevole e inconsueta.
Ultimamente poi, il fumetto gode anche dell'attenzione di artisti che hanno intrapreso carriere in ambiti diversi e tentano sortite dagli esiti dubbi.
Di recente, Internet ha segnalato la fragilità dell'opera dei fratelli Carofiglio e ha anche ospitato la polemica sul prossimo debutto di Melissa P (quella dei cento colpi di spazzola), visto con scetticismo da molti.
Insomma, se da una parte il fumetto ha nuove possibilità di raggiungere il proprio pubblico in modo diretto, per bocca delle persone che lo amano, lo seguono e lo fanno, dall'altra pare correre il rischio di ritrovarsi impoverito dalle iniziative di avventurieri che lo vedono solo come un'opportunità economica.
Sinceramente, credo che chi ama il fumetto saprà fare dei distinguo e tenere fede ad Alan Moore, Frank Miller e soci.
Però sarei bugiardo se dicessi di non temere che questa sovraesposizione possa infliggergli lo stesso impoverimento di contenuti che hanno avuto la televisione e il cinema (almeno quello dei film di cassetta).
Incrociamo le dita.

lunedì 15 ottobre 2007

Mister Miracle Special



In un periodo in cui gli eroi hanno super problemi a dir poco opprimenti e le loro esistenze sviluppi più ingarbugliati di quelli di una telenovela, è bello imbattersi in una lettura più solare e divertente, che nel contempo rende omaggio a uno dei più grandi artisti del mondo dei comics.
Il Mister Miracle Special, presentato la settimana scorsa dalla Planeta, è un rispettoso tributo al Re Jack Kirby e le sue 48 pagine profumano dell'aroma scanzonato dei fumetti "di una volta".
Scott Free, il più grande artista della fuga di tutti i tempi, decide di rimettersi in attività dopo un periodo di riposo, e ritorna a esibirsi al circo in compagnia del fido nano Oberon e della sua gentil signora, la forzuta Big Barda.
I problemi economici a cui deve far fronte sono solo un insperato pretesto per vestire ancora i panni di Mister Miracle, perché solo con quelli addosso Scott si sente davvero vivo e "si diverte".
Quindi niente vendette, sensi di responsabilità o "missioni" per Scott Free, che veste il suo costume solo per il gusto di fare quello che sa far meglio: sfuggire alla morte.
Da una delle rarissime note editoriali della Planeta, si apprende che la storia risale al 1987 e che l'ha scritta lo sceneggiatore Mark Evanier, già aiutante di King Kirby.
Le matite di Steve Rude rappresentano ben più di un omaggio al maestro e costituiscono l'apporto fondamentale per realizzare l'illusione di essere tornati a quegli anni ingenui, ma meravigliosi, in cui l'eroe poteva avere la meglio sul proprio acerrimo nemico anche con un monologo efficace. Provare per credere.

domenica 14 ottobre 2007

Volto Nascosto


Dalle pagine del Giornale di Sergio Bonelli: "Ambientata tra Roma e l'Abissinia negli anni che vanno dal 1889 al 1896, sullo sfondo della prima guerra coloniale italiana (segnata dalle rovinose sconfitte di Amba Alagi, Macallè e Adua), la saga a fumetti di Volto Nascosto è un grande e appassionante romanzo, suddiviso in quattordici episodi mesili..."
Così viene introdotta la terza maxi serie di casa Bonelli, dopo Brad Barron e Demian, e il primo numero della saga sembra aprire un'opera riuscita e intrigante, sia per i protagonisti che per lo scenario in cui essi si muovono.
In queste pagine Gianfranco Manfredi, già creatore della fortunata serie di Magico Vento, ci presenta Ugo Pastore, il giovane figlio di un rappresentante di commercio in missione in Eritrea e lo stesso Volto Nascosto, "un predone per alcuni, un liberatore per altri..."
I due personaggi paiono avere tante affinità quante diversità, che daranno certo vita ad appassionanti contrasti in futuro: se entrambi paiono saggi e generosi, Volto Nascosto si dimostra una sorta di sanguinario Robin Hood, disposto a uccidere pur di aiutare l'affamato popolo del deserto.
La prospettiva dei colonialisti e dell'esercito italiani, ambiente di provenienza di Ugo Pastore, trova dunque un contrappunto forte in Volto nascosto, che sembra incarnare lo spirito stesso del popolo che subisce il colonialismo.
Il tratto pulito di Goran Parlov, disegnatore del primo numero, è piacevole e ben si adatta a rappresentare sia i ricchi ambienti in cui si muovono soldati e aristocratici italiani che i paesaggi dominati dal sole e dalle dune, con una notevole cura per i costumi, i mezzi di trasporto e gli utensili dell'epoca.
Anche tutto ciò contribuisce a rendere affascinante un affresco che promette di narrare un'avventura di stampo classico ambientata tra Roma e l'Africa, parlandoci, con cognizione, di un' Italia che non c'è più.

Volto Nascosto, Sergio Bonell' Editore, € 2,70 cad.

mercoledì 10 ottobre 2007

Criminal Minds


Questo serial racconta le gesta di una squadra di profiler dell' FBI.
In sostanza, come suggerisce la parola, si tratta di agenti specializzati nella ricostruzione del profilo psicologico di un criminale, che si avvalgono di ogni elemento connesso alla scena del crimine, alla vittima e al contesto sociale in cui questa viveva, per dare la caccia al colpevole.
Se la confezione è nella media qualitativa degli altri serial che imperversano sugli schermi italiani in questo periodo, a lasciarmi perplesso è il contenuto.
In effetti, i veri protagonisti della vicenda non sono gli agenti, ma, come indica il titolo, i criminali che inseguono.
I delitti da questi commessi sono infatti tanto efferati da risultare disturbanti, e la figura perfida dell'omicida emerge in modo tanto netto da eclissare quella dei detective.
In effetti, è proprio sul carattere disumano dei crimini che sembrano puntare gli autori per catturare lo spettatore.
Mi è parso, in altre parole, che, anziché sul fascino dell'indagine di polizia, si scommetta sul basso istinto voyeuristico.
Inoltre, è la stessa ferocia dell'omicida di turno a escludere che gli agenti dell'FBI possano dirsi vincitori anche dopo averlo catturato.
Il criminale viene assicurato alla giustizia, ma, con lui, perdiamo un po' tutti per i crimini terribili che ha commesso.
Se non vi basta ciò che si sente al telegiornale può essere quello che cercate, altrimenti state alla larga da Criminal Minds.

martedì 9 ottobre 2007

LUCCA COMICS & games



Credo sia la prima volta che il manifesto simbolo dell'evento viene dedicato a un personaggio dei giochi di ruolo e non a uno dei fumetti.
Anche la scritta 'games' campeggia in bella evidenza nel suo rosso acceso e sembra quasi sottindere che ci sia stato un sorpasso nelle preferenze degli organizzatori.
Tuttavia, secondo me, andare a Lucca solo per i giochi di ruolo sarà sempre come entrare in un' enoteca per bere birra.
Per carità, non ho niente contro chi ordina birra nelle enoteche e nemmeno contro chi si occupa di giochi di ruolo, però...credo che il brulicare di idee, colori, personaggi, artisti e aspiranti tali che animano i padiglioni dei fumetti sia uno spettacolo senza pari.
A ogni modo, come ogni anno, pur non facendo parte dell'esercito dei giocatori, mi preparo anch'io alla mia personale 'quest'.
Il riepilogo che sto preparando in un bel folgio di excel dice che devo recuperare:
- alcuni numeri (una ventina circa) di Napoleone, per avere la collezione finalmente completa;
- i primissimi numeri di John Doe, che sto cercando senza fortuna da qualche mese e non riesco a darmi pace;
- un paio di numeri mancanti della ristampa dei Peanuts edita dalla Panini;
- due speciali della Dc disegnati da Darwyn Cooke che mi sono scappati;
- qualche cosa di Seth e dell'autore di Blankets, di cui non mi ricordo mai il nome.
Quest'anno mi piacerebbe tornare a casa anche con una bella tavola originale, magari di John Byrne, acquistata a buon prezzo.
Forse è il caso che mi faccia accompagnare anche da un guerriero, un mago e un troll.

sabato 6 ottobre 2007

Allora lo fanno apposta....


Come se in giro non ci fossero già abbastanza tentazioni, Sony ha annunciato ufficialmente che il prezzo della Ps3 scenderà a 399 e 499 Euro (a seconda della capienza dell'hard disk).
Trovate la notizia qui.
Si riuscirà a resistere?

venerdì 5 ottobre 2007

Non si può, ma sarebbe proprio bello...


Quand'ero piccolo, non guardavo i film di Bud Spencer e Terence Hill. Li studiavo.
Seguivo le loro avventure con quel rapimento che può provare solo un bambino al cospetto dei suoi eroi.
Rimanevo estasiato davanti alla nonchalance con cui Bud si scrollava di dosso dieci malcapitati assalitori, ammiravo la destrezza e la furbizia di Terence Hill e, più in generale, imparavo a memoria ogni loro battuta, tanto che potrei doppiare tranquillamente i loro film anche ora.
Ho sempre pensato che, almeno le loro pellicole più riuscite, siano costruite su fondamenta più solide di qualche schiaffone e qualche vecchia gag.
Certo, ci sono anche quelli, ma dietro di loro si può intravvedere quasi una filosofia di vita, in cui gli amici non tradiscono mai, i buoni vincono sempre e i cattivi, nel peggiore dei casi, ne escono con qualche dente in meno.
E' quasi un'utopia.
L'altro giorno, facendo zapping, mi sono imbattuto in un film della serie 'Piedone' e non sono riuscito a evitare di pensare a quanto sarebbe bello vivere in un mondo così, in cui il bianco è sempre bianco e anche i problemi peggiori si risolvono, al massimo, con uno sberlone.
Un mondo in cui, alla fine della giornata, si può partire per il giro del mondo in barca a vela dando a intendere che si mangerà solo marmellata.

mercoledì 3 ottobre 2007

Argh! (ossia, perché un blog di fumetti parla poco di fumetti)


Ho intitolato il blog anche ai fumetti, che rimangono una mia grande passione, ma mi accorgo di non averne parlato poi molto.
In effetti, la verità è che, anche se ne acquisto molti, a volte passa parecchio prima che ne legga. Perché?
Beh, non è solo un problema di tempo.
A me sono sempre piaciuti molto quelli americani, ma avete mai provato a sfogliare un albo della Panini (Marvel) o della Planeta (DC), recentemente?
Quasi sicuramente non troverete una storia completa e leggibile di per sé, ma una puntata di una saga in più numeri.
Ciò accade perché oggi le loro storie, che in USA di solito sono pubblicate in albi di 32 pagine di cui solo 22 a fumetti,sono concepite come saghe in più parti, destinate a essere raccolte in volume.
In questo modo, il singolo albo a fumetti, che ospita solo una parte della saga, perde di significato, se preso singolarmente.
Spesso, tra un numero e l'altro non ci sono nemmeno i cliffhanger, i finali che tengono il lettore con "il fiato sospeso"; semplicemente, la storia si interrompe per riprendere nel numero successivo.
Ciò significa che una lettura "spezzata" non è solo difficoltosa, per lo sforzo di memoria che richiede, ma anche poco soddisfacente, perché il lettore è chiamato a calarsi senza preamboli nel mezzo di una vicenda avviata magari molti mesi prima.
Guardando la cosa più "dall'alto", si direbbe che le major del fumetto abbiano scelto di sacrificare il grande affresco della continuity dei loro universi narrativi per una sorta di micro-continuity fatta di singole saghe con labili connessioni tra loro.
Negli ultimi anni sono state di certo pubblicate storie lunghe molto significative, ma il piacere di prendere un albo a caso tra quelli acquistati e seguire una storia dall'inizio alla fine sullo stesso numero sta diventando un fatto raro.
Da tempo io seguo il sistema di ammassare i numeri di una saga, aspettando la sua conclusione, per leggerli poi in pochi giorni. E qui subentra il problema di avere un bel po' di tempo a disposizione.
A ogni modo, per compensare i pochi post sull'argomento, mi impegno sin da ora a realizzare un ampio reportage dalla fiera di Lucca. Stay tuned!

martedì 2 ottobre 2007

Autunno (un aneddoto non proprio edificante)


Nella mia città l'avvento dell'autunno è sinonimo di castagne.
Alcuni viali ne sono completamente ricoperti e il suono sordo dell'impatto di quelle che cadono dagli alberi e colpiscono il terreno è la colonna sonora tipica del periodo.
Per i pochi che non lo sanno, le castagne, oltre a donare un meraviglioso tocco colorato al paesaggio, godono anche di prerogative "balistiche": la forma irregolare conferisce loro la possibilità, a patto che siano colpite nel modo corretto, di percorrere anche distanze considerevoli, e prenderle a calci per vedere sin dove arrivano è una tentazione irresistibile. Anche oggi, per esempio, ho visto un uomo di età "matura" sferrare un bel calcione a una grossa castagna, facendole disegnare un'ottima traiettoria di qualche decina di metri.
Io mi astengo dal calciarle dall'ultimo anno di liceo.
Il viale che percorrevo tornando a casa con i miei compagni ne era ingombro e scoprimmo il divertimento che ci potevano procurare quando il più educato di noi, colpendone una per errore, centrò in pieno la borsa della spesa portata da una ragazza, che lo guardò malissimo, facendolo diventare paonazzo.
Dopo quell'incidente, il calcio della castagna divenne per noi un'attività quotidiana. Aspettavamo di avere il viale sgombro davanti a noi e partiva la gara per vedere chi arrivava più lontano.
Il primato assoluto è il mio e l'ho conquistato con il lancio con cui si è anche conclusa la mia carriera agonistica.
Come sempre, ho aspettato di non avere nessuno davanti e ho calciato con forza una delle più grosse castagne che abbia mai visto. Questa ha iniziato a procedere a piccoli balzi, poi a saltelli e, man mano, acquistava velocità. Non so quante decine di metri abbia fatto senza rallentare e anzi accelerando, mentre la guardavamo stupiti.
So però come si è fermata. C'era una coppia di vecchiette all'orizzonte e una di loro portava il cappello. Da una distanza enorme abbiamo visto increduli, e io anche terrorizzato, la castagna che puntava dritta verso la testa di una di loro.
Avrei voluto urlare qualcosa per avvertirla, ma non ce l'ho fatta.
Stavo per chiudere gli occhi pregando che non succedesse nulla quando la castagna ha centrato il cappello, che ha girato diverse volte su se stesso prima di finire a terra. Grazie al cielo la vecchietta non si è fatta nulla e noi dopo esserci ripresi dallo spavento abbiamo riso come pazzi.
Da allora non calcio più castagne...o almeno non così forte...e non vedo più molti dei ragazzi che erano con me quel giorno.
Però in questo periodo mi chiedo sempre se, sentendo quel tipico suono sordo e percorrendo certi viali, tornano in mente anche a loro le nostre imprese di quei giorni.

Sta arrivando!



Ho appena letto che il nuovo film di Indiana Jones uscirà in tutto il mondo il 28 maggio prossimo.
Sean Connery non vi prenderà parte, ma io non sto già più nella pelle!

p.s. "Seguitemi, conosco la strada!"

giovedì 27 settembre 2007

Consigli a un giovane scrittore

So che, stando alla sidebar, dovrei essere alle prese con un romanzo di Calvino, ma nel frattempo ho scovato il libro di Vincenzo Cerami che dà il titolo a questo post e non gli ho resistito.
Dal "risvolto" apprendo che è stato adottato addirittura da scuole e università, ma questo particolare, che non mi ha sorpreso, non deve spaventare.
E' un testo piuttosto breve, di nemmeno 200 pagine, che analizza e svela con tono colloquiale le tecniche di costruzione dei testi destinati al cinema, alla radio, alla narrativa e al teatro.
Cerami si sofferma sulla costruzione dei dialoghi, sulle possibilità evocative offerte dai punti di vista, dalle inquadrature, dalle descrizioni e persino dai silenzi. La terminologia usata dall'autore è delle più semplici e i "consigli" vengono resi immediatamente comprensibili grazie alla citazione ad hoc di brani di autori famosi.
Questo libro non è piaciuto solo alla parte di me a cui piace scribacchiare, ma anche, e forse ancora di più, al mio io di lettore. Mi è infatti stato impossibile non richiamare alla mente tanti libri letti, dopo aver finalmente trovato nelle parole di Cerami la spiegazione alle scelte degli autori, che spesso non sono altro che sperimentati meccanismi per ottenere un determinato effetto.
Chiude il testo una riflessione sulla comicità, sulle gag e sulla figura dell'attore comico appassionata e incredibilmente avvincente perché davvero rivelatrice.
Pertanto, consiglio i "Consigli" a tutti i "giovani", siano essi scrittori o lettori; del resto, credo che nel cuore di questi ultimi si nasconda sempre il desiderio, più o meno confessato, di far parte, un giorno, dei primi.

"Consigli a un giovane scrittore" di Vincenzo Cerami, Garzanti, € 8,00

martedì 25 settembre 2007

Fine del primo atto

In questi giorni sono stato molto preso dal lavoro, però non tanto da perdermi l'evoluzione (o l'epilogo) del giallo dell'estate, il delitto atroce di una ragazza trasformato in un circo mediatico mai così becero.
I giornalisti hanno scavato nel passato dei protagonisti, hanno passato al setaccio le loro esistenze e, a parte la loro ormai abituale mancanza di rispetto, mi ha colpito il fatto che non abbiano trovato proprio nulla da raccontare. Nessun fatto degno di nota, se vogliamo escludere il patetico piacere di chi godeva della presenza delle telecamere. Solo il delitto. E, prima di quello, pare, nulla di diverso da ciò che vivono tante persone tutti i giorni.
Sembra che i RIS abbiano trovato prove schiaccianti, però il popolo ha già emesso la sentenza, prima del processo, e ha urlato "assassino" all'unico indagato, che da un mese viveva assediato da cronisti e curiosi, già prigioniero in casa propria.
Tra poco lo spettacolo riprenderà nell'aula di un tribunale e tutti saranno costretti, volenti o nolenti, a sfilare di nuovo davanti a onnipresenti telecamere. Ci sarà un punto fermo, al di là di ogni dubbio, o potremo ancora una volta dividerci in innocentisti e colpevolisti?
L'unica cosa che mi sembra certa è che, chiunque si sia macchiato di un atto così terribile, suscita sì tanta rabbia, ma anche tanta pena.

giovedì 20 settembre 2007

Post sui Post che non sono mai a post (che titolo gggeniale che mi è venuto)

Questa storia di tenere un blog sta lentamente assumendo la forma di una sindrome.
Se non sono connesso a Internet, penso a ciò che potrei scrivere.
Se sono connesso, continuo a rivedere quello che ho scritto, alla ricerca di errori che finisco sempre per scovare.
Attendo con impazienza il lancio di un abbonamento a prezzo ridotto per navigatori che consultano un sito solo.

MITICO!


E' stato sufficiente fare i capricci per una settimana per convincere la mia dolce metà a portarmi a vedere il film dei Simpson.
Prima di dirvi se mi è piaciuto, lasciatemi chiarire una cosa.
Quest'uomo è un genio e io lo adoro.
Vederlo condurre la propria esistenza in barba alle più elementari regole della società civile mi dà un piacere sublime.
Ad ogni modo, in questo film lo vedrete: compiere folli acrobazie in sella a una moto, guidare una slitta trainata da una muta di cani attraverso l'Alaska, fare pernacchie contro la pancia di un maialino (poi ribattezzato Spider-Pork, per un motivo che non rivelerò per non rovinarvi la sorpresa), sognare la soluzione dei suoi problemi grazie alle droghe di una popputa shamana, fare inconsapevolmente affermazioni irriverenti sulla Bibbia e molto altro...ah sì...mi dicono che non posso omettere di ricordare che causa anche un lieve disastro ambientale... ma nulla di che.
Insomma, se non vedrete questo film vi perderete qualcosa di grosso. C'è anche una scena di nudo con Bart e Maggie dice la sua prima parola.
E se ve lo state ancora chiedendo, sì, a me è proprio piaciuto.

martedì 18 settembre 2007

La speranza è l'ultima a morire...

A me Beppe Grillo, comico, è sempre piaciuto.
Adoravo i suoi "Te lo do io il Brasile" e "Te la do io l'America" e ho visto diversi suoi spettacoli dal vivo.
Il suo ingresso in politica, di conseguenza, non mi ha sorpreso poi molto.
Da anni, chi assiste a un suo show, torna a casa con in testa ben più di quel che lascia di solito uno spettacolo comico: molti interrogativi, soprattutto, spesso anche inquietanti.
Insomma, non so se avesse da tempo deciso di fare politica, ma credo che di comizi, in fin dei conti, ne tenga da tempo, ottenendo larghi consensi e facendo proseliti, anche grazie alla cassa di risonanza enorme di Internet.
Certo è che ha scelto il momento più opportuno per "scendere in campo" (tanto per usare un'espressione abusata), con i cittadini insoddisfatti e le forze politiche quanto mai divise.
Altrettanto certo è che è molto facile attaccare la classe politica italiana standone al di fuori; ben più difficile è riuscire a scalfirla e migliorarla seguendo le regole di un sistema che sembra fatto apposta per fagocitare gli oppositori.
In tanti hanno fallito. In tanti non ci hanno nemmeno provato, anche se l'avevano promesso.
Sarà la volta buona?

lunedì 17 settembre 2007

Grazie, Heroes!


Non so se sia così anche per gli altri, ma essere un lettore di fumetti, a volte, mi dà l'impressione di appartenere a una società segreta.
Le persone con cui parlare della propria passione sono poche (almeno rispetto al numero di quelle che frequento) e, quando i non-credenti mi sentono parlare di fumetti, mi guardano come se fossi una bestia rara (speriamo non in via di estinzione).
Non posso pertanto che essere contento dell'apparizione in TV del serial “Heroes”, di cui ho visto ieri le prime due puntate, con un ritardo enorme rispetto al resto del mondo.
Il successo planetario del serial mi fa gioire. Non so ancora dire se sia meritato, ma mi fa gioire comunque.
Vedere sdoganate a favore del “grande pubblico” le tematiche che hanno fatto da sfondo a tante mie letture è stata una soddisfazione, di quelle che ti fanno dire “E solo adesso ci siete arrivati?!”.
E poi, non solo gli amati eroi Marvel di Stan Lee paiono aver fornito ben più di qualche spunto per il serial, ma un personaggio, che è già il mio preferito, cita esplicitamente Kitty Pryde (se non sapete chi è, vergogna!), uno dei più bei cicli degli X-Men di sempre ed è addirittura iscritto al Fan Club degli Eroi Marvel!
Che dire?
Al momento, senza sbilanciarmi oltre, mi limito a: “Grazie Heroes per aiutare a diffondere il Verbo!”


sabato 15 settembre 2007

Mindscan (ovvero “essere o non essere” secondo Robert J Sawyer)

Che cosa fa di noi quello che siamo? Dove risiede la nostra coscienza? L'anima esiste? E se fossimo in grado di copiare perfettamente il contenuto della mente umana e inserirla in un corpo artificiale, cosa succederebbe?
Il libro di Robert J Sawyer, canadese classe 1960 già vincitore di un premio Nebula, è costruito intorno a questi interrogativi: il protagonista, un quarantenne malato incurabile, decide di sottoporsi al procedimento di “scansione mentale”, per dare a se stesso (o, meglio alla copia esatta della sua mente) la possibilità di vivere una vita normale. Trasferisce alla sua copia tutti i suoi diritti e, affidandole il prosieguo della sua esistenza, si trasferisce in un paradiso artificiale appositamente costruito sul lato oscuro e inaccessibile della Luna, per attendere la propria dipartita.
Senonché, viene trovata la cura per il male che lo affligge, vi si sottopone, e pretende allora di riavere indietro la propria vita.
Nel frattempo, il tema della coscienza, della consapevolezza di sé e dell'anima viene sviscerato nel corso di un processo intentato dalla replica di una scrittrice, deceduta, che vuole sentirsi attribuire la qualifica di “persona vera” e l'identità del proprio “originale”.
Nel corso del processo Sawyer, per bocca di scienziati, filosofi e psicologi chiamati a testimoniare, illustra in modo sintetico e documentato (come dimostra la bibliografia alla fine del libro) ciò che sappiamo o ipotizziamo di noi stessi e della “coscienza”.
Ovviamente, per esigenze narrative, si spinge un po' più in là, ma ciò non rovina il gusto che si prova leggendo un libro intelligente, che miscela le atmosfere dei thriller giudiziari alla Grisham, quelle della sci-fi d'azione con i temi della fantascienza hard e induce anche a riflessioni stimolanti.
Consigliato.

"Mindscan" su Urania, Mondadori, n. 1525, € 3,90

giovedì 13 settembre 2007

Domanda

Oggi la home page di Libero riportava la seguente notizia: "Donna di colore stuprata per giorni - costretta anche a mangiare feci".

La domanda è questa: siamo proprio sicuri che sia una "notizia" nel senso stretto del termine?
E ancora: ammesso che lo sia, è proprio opportuno inserirla nella home page di un portale del genere?

mercoledì 12 settembre 2007

A grande richiesta...

Ecco qualche foto della mia vacanza in Sicilia!
Il mare di Siracusa:
 

Il Duomo di Ortigia:
 

L'anfiteatro romano al parco archeologico di Siracusa:
 

La via dove ogni anno si svolge l' "infiorata" a Noto:
 
Posted by Picasa

lunedì 10 settembre 2007

Sono ancora da qualche parte

Ieri sono tornato.
Il viaggio in Sicilia si è concluso intorno alla mezzanotte, quando ho varcato la soglia di casa carico di bagagli e stanco per l'interminabile giornata.
Oggi sono già andato a lavorare, ma non mi sento ancora immerso nella solita vita di tutti i giorni.
Porto di nuovo l'orologio (in vacanza non lo faccio mai, per principio), ho il cellulare di nuovo sempre acceso (e rispondo alle chiamate) ma ho ancora la testa da qualche parte, credo in un punto imprecisato sospeso tra Sciacca, Selinunte e Agrigento.
Non voglio smettere di assaporare tutto quello che mi ha lasciato questo viaggio meraviglioso, che merita un post scritto in un orario migliore delle undici di sera.
Ho già visionato le quasi trecento fotografie scattate e chiuderò la serata guardandole un'altra volta.
Se mi cercherete, mi troverete lì, da qualche parte, sospeso tra la valle dei Templi e il Duomo di Monreale.

venerdì 31 agosto 2007

Si parte!

Gli ultimi giorni sono stati impiegati per chiudere le questioni lavorative che non potevano aspettare e per mettere a punto la strategia di viaggio.
L'itinerario elaborato mi fa abbastanza paura: spero che riusciremo a muoverci sempre al mattino presto, così da poter sfruttare tutta la giornata.
Spero anche che il caldo non sia eccessivo, altrimenti le levatacce del mattino serviranno a poco.
Aspettatevi un ampio resoconto, anche fotografico, al mio ritorno.
Qualcuno così potrà trarre vantaggio dalla nostra esperienza...e poi dicono che i blog non servono a nulla.
A presto!

Un consiglio di lettura

Marco Lupoi, direttore di Paninicomics, sta raccontando in questi giorni sul proprio blog come la propria passione per i fumetti si sia trasformata in professione.
E' un racconto sentito e venato di nostalgia. Ve ne consiglio la lettura.

martedì 28 agosto 2007

E' ufficiale!


Dopo mille ripensamenti, correzioni, rettifiche, prenotazioni e disdette, io e la mia dolce metà abbiamo finalmente elaborato l'itinerario DEFINITIVO che seguiremo durante il nostro viaggio in Sicilia.
Siccome è stata una fatica immane e non ho la minima intenzione di cambiarne una virgola, lo metto nero su bianco (si sa che quel che è scritto in un blog è come scolpito nella pietra).
Partiremo il 1° settembre alla volta di Catania, da cui procederemo verso Siracusa, pernottandovi la prima notte.
Il giorno successivo ci recheremo a Noto, per visitare questo "gioiello del barocco", poi a Ragusa e a Modica (dove faremo incetta di cioccolato).
A seguire, dopo esserci immersi nelle acque nei pressi di Falconara, raggiungeremo Agrigento, visiteremo ovviamente la valle dei Templi e ci sposteremo verso Sciacca.
Da qui, aggrediremo le cittadine di Selinunte e Segesta con le loro meraviglie archeologiche e sosteremo per una giornata nel borgo di Erice.
Poi, finalmente, un po' di mare a San Vito Lo Capo e, per finire visita a Palermo e all'imprescindibile Duomo di Monreale.

P.s. So benissimo che le cose non andranno in questo modo, ma crederci non costa nulla!

lunedì 27 agosto 2007

Notte d'estate

Posted by Picasa

Notte d'estate con fuochi artificiali.
Anzi, quelli ormai appartengono al passato.
Ieri sera a Omegna, sul Lago d'Orta, attesa da una folla oceanica, che cresce di anno in anno, si è tenuta la finale del campionato mondiale di fuochi piromusicali.
In sostanza, le esplosioni e le luci sono sincronizzate con il ritmo e l'andamento della musica diffusa in sottofondo.
Ogni anno mi chiedo perché mi lascio trascinare in una bolgia terribile, questa volta stimata in 80.000 spettatori, e ogni anno la risposta arriva dallo spettacolo a cui assisto, semplicemente mozzafiato.
L'oscurità romantica del lago d'Orta rotta dai raggi di luce riflessi dalle acque; il palcoscenico offerto dallo scrigno di montagne che racchiude il lago; le forme dei fuochi, che la mia immaginazione associa sempre agli oggetti più disparati, come quando mi capita di osservare le nuvole.
E poi, a spettacolo appena iniziato e annunciata da un chiarore sempre più intenso dietro le montagne, è sorta anche la luna, che pareva essersi levata solo per guardare, con compiaciuta ironia, chi tentava invano di mettere in scena uno spettacolo migliore del suo.

mercoledì 22 agosto 2007

Déjà vu

Oggi sono andato per qualche ora a studiare nella biblioteca civica che ho frequentato durante l'università.
Non ci entravo più da circa sette anni, escludendo qualche visita sporadica, ed è stato davvero come fare un salto nel passato.
Ovviamente, nessuno dei visi che mi erano divenuti familiari, nel corso di svariati anni di quotidiana frequentazione, era presente tra quelli degli utenti attuali, che ho osservato come se mi fossero succeduti in chissà quale carica.
Molti venti-venticinquenni con basettone stile anni '70, zazzere più o meno coltivate, o completamente rasati, e tutti con pantaloni portati ad altezze tali da potersi considerare calati.
Quando mentalmente stavo appuntandomi le loro caratteristiche, per giungere al più scontato dei giudizi sul gap generazionale, mi è caduto l'occhio su un ragazzo, appena alzatosi dalla propria postazione di studio per salutare un'amica, e mi è sembrato di vedere una scena a cui avevo già assistito mille volte, ma che all'epoca aveva per protagonista uno dei miei più cari amici.
Il ragazzo di oggi aveva il suo stesso sguardo allegro e distratto, la stessa espressione affabile e le stesse movenze un po' scoordinate. Persino la ragazza sembrava guardarlo proprio come le ragazze hanno sempre guardato il mio amico, con un'espressione di simpatia un po' incredula.
Solo quei pantaloni mezzo calati rovinavano l'illusione.
Però non mi hanno impedito di pensare che, forse, ha ragione chi dice che "è tutto una ruota che gira".


martedì 21 agosto 2007

Back Home

Sono tornato a casa da poco, dopo aver trascorso dieci giorni in montagna.
Il rientro in città è stato abbastanza traumatico.
Non tanto per il pensiero di dover ricominciare a lavorare, quanto per un'inedita sensazione di claustrofobia.
Per la prima volta, quest'anno ho sofferto il fatto di passare dal contatto con la natura offerto dalla vita di un paese di montagna, al cemento della città semideserta.
Mi manca il cinguettio degli uccelli.
Mi manca il fruscio delle foglie.
Mi manca l'aria fresca e pulita.

...grazie al cielo, tra dieci giorni parto per la Sicilia!!!

giovedì 9 agosto 2007

Analisi di un futuro già passato


In questi giorni sono in regime di semi vacanza.
Non ho ancora abbandonato la città e il maltempo si accanisce, concedendo poche tregue.
Rimangono le conversazioni con gli amici, con i quali consumare magari un po' di cibo spazzatura al centro commerciale, la mia ragazza e qualche libro.
Mi è capitato tra le mani "Le nuove stanze" di Indro Montanelli.
Si tratta di una raccolta di risposte fornite dal grande giornalista all'inizio degli anni 2000, a chi gli si rivolgeva per avere lumi sugli argomenti più disparati.
Dalla pena di morte alla diffusione dell'Aids nel Terzo Mondo, dall'immigrazione alla liberalizzazione degli stupefacenti e all'intervento in Kosovo, Montanelli fornisce il suo punto di vista su molte questioni tuttora irrisolte e su interrogativi che ognuno di noi almeno una volta dovrebbe essersi posto.
E' una lettura decisamente interessante, sotto molti profili.
Innanzitutto, ovviamente, per i contenuti, frutto delle acute osservazioni di un uomo che è stato testimone e ha raccontato tanti episodi importanti per il nostro paese. E' davvero curioso notare quante delle sue previsioni si siano avverate e quanto sia cambiata l'Italia in cinque anni, rimanendo praticamente identica a se stessa.
E poi per la sua inarrivabile prosa: elegante, fluente, incisiva e venata di quel corrosivo umorismo toscano che l'ha resa celebre.
Insomma, è una lettura che vi consiglio. Anche se non siete, come me, vessati dal maltempo e costretti in casa.

sabato 4 agosto 2007

Lo zio Elton e la rete

Giornali e televisione hanno riportato lo sfogo di Elton John sui mali di Internet, culminato con il provocatorio invito a chiuderla per cinque anni.
Così la gente potrà tornare a uscire di casa, dice lui.
Magari per comprare i suoi cd invece che scaricarli, hanno detto in molti.
Ora: so bene che Internet può anche rappresentare una sorta di vortice, dalla forza attrattiva tanto grande da riuscire a risucchiare completamente molti navigatori.
Infatti, in molti Paesi sono già nati degli autentici centri di disintossicazione, in cui si reimpara a condurre una vita produttiva lontano dal proprio pc.
Però è innegabile che chiunque si avventuri per i mari della rete con un minimo di raziocinio, e senza perdere la bussola, ha accesso a una miniera inesauribile di stimoli che di per sé possono rappresentare input preziosi per la vita nel mondo reale.
Questi sono un paio di siti che ho scoperto recentemente e che mi hanno incuriosito: Undelable (una nuova rivista gratuita che parla con qualche nota nostalgica di fumetti e videogiochi) e il Mestiere di Scrivere (un sito che offre suggerimenti sulla scrittura e sullo scrivere nel mondo del lavoro).
A me la musica del vecchio Sir Elton è sempre piaciuta, ma non riesco a evitare di pensare che, se navigasse un po', forse le sue canzoni potrebbero prendere rotte un po' diverse da quelle seguite con costanza negli ultimi trent'anni.

mercoledì 1 agosto 2007

Un mio amico

Uno dei miei migliori amici ha quasi cinquant'anni più di me.
Tuttavia, anche se è ormai prossimo all'ottantina, difficilmente qualcuno potrebbe accostarlo alla classica figura del 'vecchietto'.
Infatti, ha un fisico ancora molto forte e robusto, tanto che d'inverno pratica lo sci di fondo e, d'estate, si concede lunghe passeggiate in montagna.
Inoltre, è animato da un temperamento forte, sorretto da un intelletto altrettanto acuto.
Si vanta di essere discendente di quei Sanniti che, assediati dai Romani, li fecero dannare per trecento anni prima di arrendersi.
Non conosco altri Sanniti e non so dire se il mio amico abbia davvero ereditato da loro le caratteristiche della sua personalità; però non conosco neppure altre persone che possano vantare, come lui, un'indomita voglia di indipendenza, coltivata a tutti i livelli, nell'arco di tutta la sua vita.
Da ogni sua parola, specie dalle sue frequenti battute di spirito, emerge il punto di vista di un uomo che si è sempre sforzato di ragionare con la propria testa, e ha cercato di liberare il proprio modo di pensare dai condizionamenti e dagli automatismi del pregiudizio, esercitando uno spirito critico che non conosce tregua, nemmeno verso se stesso.
Non so se in effetti l'abbia spuntata. Forse nessuno può davvero riuscire in un simile intento.
Però credo che si tratti di una delle battaglie più importanti che un uomo possa affrontare.
Del resto, i Sanniti hanno combattuto sempre, anche quando sapevano che, prima o poi, avrebbero dovuto arrendersi.

mercoledì 25 luglio 2007

Smetto quando voglio, giuro...


Ho iniziato per caso.
Me l'ha fatto provare un amico quando erano ancora in pochi a farne uso.
Ho pensato che non ci sarebbe stato nulla di male se l'avessi provato una volta. Una sola.
Da allora, e sono passati anni, quando voglio rilassarmi, ci ricasco.
Ovviamente, sto parlando di uno dei tanti capolavori della Konami, quel Pro Evolution Soccer da molti considerato come la miglior simulazione del gioco del calcio.
Ti prende in modo subdolo: all'inizio fai solo qualche amichevole. Selezioni il Brasile e provi a capire se, nonostante una difesa ballerina, la qualità dei suoi attaccanti possa avere la meglio su qualsiasi altra squadra.
Poi diventi bravo e prendi una nazionale di secondo piano con l'intento di farle vincere il mondiale o gli europei.
Infine, diventi ambizioso: vuoi un club tuo, e la modalità Master è lì, apposta per quello. Raccogli dei giocatori scarsi, da fondo classifica dell'ultima divisione, e cerchi di portarli in Serie A.
Nelle ultime versioni del gioco, i giocatori accumulano esperienza e migliorano gradualmente. Allora succede uno strano fenomeno: non vuoi solo imparare a tirare punizioni a effetto e a scartare con veroniche degne del miglior Zidane. No, non basta. Arrivi ad affezionarti a quella banda di scassati che a fatica, tra infortuni più o meno seri, e cali di forma, guadagna la cima delle classifiche e non vorresti quasi cambiare il più scarso di quei giocatori con i gioielli presenti sul mercato.
Tutto questo (e molto altro) è Pro Evolution Soccer.
Attualmente la mia squadra naviga nelle acque più basse della seconda divisione, ma ho in mente un paio di schemi vincenti e sono in trattativa per acquistare un paio di giocatori che dico io.
Tanto non c'è problema. Smetto quando voglio.
Giuro...

domenica 22 luglio 2007

La Continuity e il Gattopardo

La cosiddetta continuity è uno degli elementi distintivi del fumetto americano di supereroi: tutti gli avvenimenti che accadono a un personaggio ne segnano l'esistenza, entrano a far parte della 'sua storia' ed egli ne conserva memoria.
Inoltre, ciò che è accaduto al nostro eroe preferito viene spesso rievocato dall'autore di turno, anche a distanza di anni, per dare nuove svolte alla vita del personaggio.
Ovviamente, se tutto ciò contribuisce ad aumentare l'appeal della vicenda narrata, dandole i contorni di una sofisticata telenovela, complica anche la lettura, rendendola difficilmente comprensibile a chi non segue sempre le avventure di quel personaggio o gli si avvicina per la prima volta.
Di questo inconveniente si sono accorte da tempo le major del fumetto americano, le quali, però, non lo considerano più come un tallone d'Achille, perché hanno avuto l'audacia (e l'acume) di elevarlo al ruolo di punto di forza.
Infatti, periodicamente, le trame di tutti i personaggi di una casa editrice vengono fatte confluire in un unico, grande, evento.
E' il caso, per la Marvel, di Civil War, di cui hanno tanto parlato i media o, per la DC Comics, di Crisi Infinita.
Queste gigantesche trame non hanno solo il ruolo di raccontare le gesta di eroi impegnate in imprese titaniche, ma sono proposte per fornire loro un nuovo punto di partenza.
Infatti, gli avvenimenti narrati sono sempre di proporzioni così vaste da costringere i personaggi a "girare pagina" in modo radicale.
In questo modo, le loro esistenze subiscono un'altrettanto radicale semplificazione e ritornano a essere comprensibili per chi voglia iniziare a seguirle.
Insomma, i colossi del fumetto americano hanno fatto proprio il motto espresso nel nostro Gattopardo: "Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi."
Proprio in questi giorni, nelle edicole italiane, appaiono, o stanno per farlo, i frutti dei due eventi che ho citato sopra: è il momento perfetto per avvicinarsi ai personaggi e godere di storie narrate da autori che, liberi dal peso di anni di continuity, sono impegnati ad aggiornare le vite dei nostri eroi, preparandoli per un futuro di avventure sempre più avvincente, perchè profondamente intriso dello spirito del passato che li ha fatti grandi.
Qualche consiglio per gli acquisti? Beh, in questo momento tutto il cosmo DC si propone a noi con molti "numeri 1". A voi la scelta. C'è di che divertirsi.



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mercoledì 18 luglio 2007

Pensierini (neri) del mercoledì sera

Più vado avanti e più mi rendo conto di quanto sia difficile capirsi e farsi capire, anche da persone che frequentiamo tutti i giorni da lungo tempo.
Le esperienze che ognuno si porta dentro alterano le nostre chiavi di lettura.
In più, il misero punto di vista da cui diamo una sbirciata al MONDO che ci circonda è di per sè insufficiente a farci percepire le cose per quelle che sono.
Per i motivi che ho detto, ho smesso da un pezzo di giudicare le altre persone (è una bugia: tento solo di non farlo).
Allo stesso tempo, e (forse) di conseguenza, sto sviluppando una marcata intolleranza nei confronti di chi vuole imporre il proprio modo di vedere le cose o nei confronti di chi, più semplicemente, manca di sensibilità.
In altre parole, almeno verbalmente, sto diventando un po' attaccabrighe.
Come dite? E' un atteggiamento che contraddice il proposito di non giudicare?
E' proprio vero.


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Link (1)

Ho aggiunto qualche link nell'omonima colonna che trovate qui a destra e mi sembra giusto dirvi dove andrete a finire se ci clickerete sopra.

Procedendo in ordine alfabetico, Comicus è uno dei più importanti siti italiani di critica e attualità legate al mondo del fumetto.

Le Iene Elettroniche è un sito di recensioni che si occupa di intrattenimento a 360 gradi: dal monopoli a Superman, da Quake all'ultimo disco di Vasco.

Lo Sciacallo Elettronico è il sito del primo editore di fumetti ad aver pubblicato storie su Internet. Ci trovate anche un'enciclopedia del fumetto. Se pensate che questo sito e quello delle Iene Elettroniche siano in qualche modo collegati...avete ragione.

Infine, il sito di Roberto Recchioni è il blog di questo giovane scrittore di fumetti. Costituisce una lettura stimolante a prescindere dal fatto che siate appassionati del mio medium preferito.

Ecco fatto. Quando aggiungerò altri link, non mancherò di illustrarli.

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sabato 14 luglio 2007

Notturno latino

In questi giorni non posso leggere molto, né voglio rovinarmi qualche buon romanzo piluccandolo nei ritagli di tempo.
Però non riesco nemmeno a rinunciare a leggere qualcosa prima di addormentarmi: si tratta di un'abitudine che ho da sempre.
Ha risolto la situazione un libro che mi è capitato in mano quasi per caso: 'I ricordi', di Marco Aurelio.
Si tratta di una raccolta di riflessioni, spesso di pochissime righe, scritte da questo dotatissimo imperatore romano che, educato secondo le regole della scuola stoica, di giorno conduceva battaglie contro i barbari e, alla sera, si dedicava alla filosofia.
O almeno così mi piace immaginarlo.
E' una lettura tutt'altro che pesante, proprio grazie alla sua struttura 'in pillole', e induce a riflessioni che non sono mai fini a se stesse, ma che si rivelano quasi sempre validi suggerimenti da accogliere nella vita di tutti i giorni.
Volete qualche esempio?

- Insomma, non più discutere su come deve essere l'uomo dabbene, ma esserlo veramente.

- Accogli senza arroganza, lascia con facilità.

- Né attore tragico, né meretrice.

E poi, il mio preferito:

- Il modo migliore di vendicarsi è quello di non adeguarsi.

venerdì 13 luglio 2007

L'inizio della fine


A un certo punto della seconda liceo, avvenne un fatto che segnò la mia adolescenza e di cui ancora sopporto le conseguenze.
Un mio compagno di scuola mi prestò il n. 41 di Dylan Dog, "Golconda", e ciò scatenò una reazione a catena che mi porta ancora oggi a spendere cifre inconfessabili in fumetti.
Infatti, cercando gli arretrati dell'Indagatore dell'incubo, ho anche scoperto il mondo dei comics americani e la passione, da lì in poi, non ha conosciuto barriere.
Ho acquistato, e acquisto tuttora, fumetti provenienti dai quattro angoli del globo e credo di farlo con immutato entusiasmo, tanto da prendermela ancora quando qualcuno bolla i fumetti come "lettura per bambini".
Infatti, credo che Alan Moore, Raymond Chandler, Frank Miller e Dostoevskij stiano tutti dalla stessa parte della barricata, a combattere la stessa battaglia spalla a spalla, avvalendosi di armi solo apparentemente diverse.
Tutto questo sproloquio per avvertirvi che, se mi scapperà fatta qualche recensione, non avrò remore a postarla.

mercoledì 11 luglio 2007

A proposito di Praga


Visto che ho parlato di Praga, posto questa foto del famoso Ponte Carlo, che è il simbolo della città
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martedì 10 luglio 2007

Un biglietto in due

Da qualche parte ho letto che prima di aprire un blog occorre avere le idee chiare su cosa scrivere.
Io le idee le ho ancora confuse, ma ho l'entusiasmo di chi si è appena portato a casa un giocattolo nuovo e non vedo l'ora di riempire con qualche post la pagina. Quindi, iniziamo da quel che segue, nella speranza che le idee si chiariscano.

Sono tornato da Praga poco tempo fa.
E' stato un viaggio di quattro giorni che mi ha regalato la mia ragazza per il mio compleanno e non avrei potuto avere regalo migliore.
Forse Praga non può dirsi bellissima, con la periferia povera a ridosso dei ricchi quartieri del centro. Però ha fascino da vendere.
Il centro pullula di monumenti in stile gotico boemo, testimonianza dei fasti vissuti nel Medioevo, e il quartiere ebraico colpisce per la ricchezza di una cultura che ha rischiato di essere distrutta, ma che è sopravvissuta per raccontare la propria tragedia.
Praga mi manca. O meglio: mi manca molto quella sensazione di libertà che si assapora da turisti.
E' incredibile il miracolo che si compie grazie a un volo low cost, al fatto di circolare solo cartina alla mano e con la macchina fotografica al collo.
In queste circostanze, mi pare sempre di assaporare, seppure in minima parte, il brivido provato da chi si avventura in un territorio inesplorato.
Cambia anche il modo di rapportarsi alla persona con cui si viaggia.
Mi sono guardato intorno e le strade mi sembravano invase da coppie di turisti, con gli uomini perennemente occupati a dimostrare di avere più senso dell'orientamento, più cognizione di causa nel parlare di storia, architettura, arte, ecc. e, in generale, occupati a dimostrare che, senza il loro fondamentale intervento, un aspetto determinante di ciò che si sta vivendo sarebbe andato perso. Non so, mi è parso che, per quanto ci fossero turisti provenienti da ogni dove, tutti fossimo intenti allo stesso gioco, con le nostre compagne a sopportare l'ineluttabile, senza ammettere di essere divertite.
Ecco, credo che, oltre alla vista della Moldava e dei ponti che la sovrastano, di Praga mi manchino terribilmente queste sensazioni.
Spero di resistere fino a settembre.
Se tutto va come previsto, lo stesso gioco si ripeterà in Sicilia.




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Ciao a tutti!

Ringrazio Pennac e il suo 'Come un romanzo' per avermi dato un aiuto nello scegliere il nome per questo blog.
Non so se gli resterò fedele, perché 'come un diario' è una dichiarazione d'intenti impegnativa, ma di sicuro lo utilizzerò per esercitarmi a scrivere raccontando qualcosa di me.
Del resto, dal riferimento allo scrittore francese qualcosa è già trapelato: mi piace molto leggere.
Beh, il ghiaccio è rotto.
Da domani si fa sul serio.

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