domenica 29 novembre 2009

Mi alzo e prendo un vocabolario o uso Google?

Oggi ho provato la nuova funzione "Aa" dell'editor di testi integrato in Blogger in draft.
Si tratta di un dizionario in grado di fornire la definizione della parola selezionata e suoi sinonimi e contrari (quest'ultima funzione, per la verità, non pare ancora attiva)..
Per effettuare la prova, ho scritto una parola a caso, "poi", e queste sono le possibili definizioni individuate dal vocabolario:

poi

Definizioni web

Per carità, informazioni che possono  anche risultare interessanti, ma i buoni, vecchi, avverbi di tempo che fine hanno fatto?

domenica 18 ottobre 2009

Una settimana da...giurato



Durante la settimana appena trascorsa, ho vissuto, con soddisfazione, una nuova esperienza: sono stato membro della giuria del Novara Cinefestival.
Il concorso è riservato ai cortometraggi e le opere provenivano da tutta Europa; quello di origine più remota, addirittura dalla Russia.
Anche se ero stato arruolato soprattutto per tenere d'occhio le molte opere di animazione in gara, la mia qualifica di "giurato" mi ha consentito di assistere alla proiezione della gran parte dei film.
Così, mi sono avvicinato a una forma espressiva che bazzico poco e che ho scoperto essere stimolante e brulicante di talenti.
Prima di tutto, ho potuto sgombrare il campo da un pregiudizio: "cortometraggio" non è affatto sinonimo di produzione dai mezzi poveri. Spesso, le opere avevano per protagonisti attori molto noti e alcune di esse si avvalevano di effetti speciali in CGI che hanno superato alla grande la prova del grande schermo (penso in particolare a questo film, ma anche a questa animazione).
Ma ciò che, a mio avviso, dovrebbe consigliare una maggiore attenzione da parte del pubblico per questa forma d'arte è rappresentato dall'efficacia espressiva e dall'intensità che spesso l'accompagnano.
Come avviene per i racconti letterari, anche nei cortometraggi l'autore non ha modo di nascondersi: la sintesi, imposta per definizione, obbliga la ricerca della soluzione più efficace per comunicare informazioni ed emozioni.
La storia deve fare immediata presa sul pubblico. I personaggi devono essere da subito delineati.
Così, da una limitazione che parrebbe penalizzante, nasce invece un punto di forza. Se ben utilizzato, il procedimento evocativo, nei cortometraggi, è in grado di raccontare e trasmettere molto più di quanto non appaia sullo schermo in pochi minuti.
E di opere notevoli, al Novara Cinefestival, ce n'erano davvero parecchie.
Sul sito della manifestazione ne trovate l'elenco: una semplice ricerca in rete vi guiderà ai trailer o, nel migliore dei casi, all' opera vera e propria.
Buona visione!

giovedì 1 ottobre 2009

Acquisti del mese


...perché ho letto la prima avventura del personaggio di Ghelfi e mi è proprio piaciuta: un mix di intrighi e malinconia tipici della Russia post comunista in stile "Gorky Park", con una massiccia dose di azione.

 


...perché questo numero dell'Indagatore dell'Incubo è scritto da Michele Medda, l' ottimo autore di Caravan.





...perché...c'è davvero bisogno di dirlo? Una biografia del Re, ricchissima di tavole e studi a matita. Dalle Edizioni BD

martedì 15 settembre 2009

Ricevo e volentieri pubblico!

DOMENICA 27 SETTEMBRE, in chiusura della manifestazione ASCOLI GAMES 2009 verrà presentato al pubblico l'ultimo film realizzato dallo STUDIO GHIBLI che vede alla regia il pluripremiato HAYAO MIYAZAKI: "PONYO SULLA SCOGLIERA". Dopo il successo ottenuto nelle sale italiane, viene ripresentato per dare a tutti la possibilità di vedere questo capolavoro della narrazione disegnata...

La manifestazione verrà svolta presso le sale del Centro di Aggregazione Giovanile "L'IMPRONTA" sito in Ascoli Piceno - P.zza Bonfini

L'appuntamento è quindi fissato per DOMENICA 27 SETTEMBRE ore 21:00 ... NON MANCATE !!!

L'INGRESSO E' TOTALMENTE GRATUITO!

http://dimensionefumetto.splinder.com/post/21315812/ASCOLI+GAMES+2009+%C3%A8+alle+port


giovedì 10 settembre 2009

Caravan 4 - La storia di Carrie

 
Originale nel raccontare storie di persone qualsiasi, intelligente e persino - a tratti - commovente.
La miglior mini-serie Bonelli di sempre?

mercoledì 9 settembre 2009

"Seeker" di Jack McDevitt



Viaggi verso lontani pianeti e incontri con civiltà aliene. Per quanto apprezzi le riflessioni sottese a certi racconti di fantascienza, alla fine sono questi i temi sci-fi che mi avvincono di più.
Ho quindi particolarmente apprezzato "Seeker" di Jack McDevitt, recentemente apparso sulle pagine di Urania.
Si tratta, in buona sostanza, di una sofisticata detective story, o per essere precisi, di un racconto di fantarcheologia: la protagonista del romanzo, dipendente di una società che commercia in manufatti antichi, entra in possesso di una tazzina recante il simbolo di una nave stellare dispersa da migliaia di anni, la Seeker, appunto. E non si tratta di una nave stellare qualunque: è stata utlilizzata per la migrazione di una colonia di antichi terrestri. Un viaggio senza ritorno, verso un pianeta dalla posizione segreta, per fondare una civiltà finalmente "libera". Trovare l'astronave potrebbe significare trovare anche l'antica colonia, sollevare il velo di mistero che grava sulla sua storia, e, magari rinvenire anche preziosi reperti.
Inizia così un'indagine che conduce la protagonista fino ai limiti dell'universo conosciuto e la costringe anche a confrontarsi con i Muti, l'unica razza aliena conosciuta, costituita da individui telepatici.
Il romanzo di McDevitt, vincitore del premio Nebula, è decisamente avvincente: i suoi punti di forza sono una prosa efficace, le innovative trovate per i moderni metodi di indagine della protagonista e l'efficacia con cui è tratteggiato il contatto con la razza aliena.
Alcuni dialoghi paiono un po' troppo forzati nel perseguire il loro intento informativo, ma che cavolo: se ti trovi a inseguire un pianeta scomparso e ambisci a dare un minimo di "realismo" alla ricerca, è un peccato che si può perdonare.

mercoledì 26 agosto 2009

"Un anno terribile" di John Fante



Quando leggo che un autore è morto lasciando inedite alcune delle sue opere, penso subito che abbia deliberatamente scelto di tenerle per sé e ritengo spesso la loro pubblicazione postuma un atto di violenza.
Nel caso di "Un anno terribile", è lo stesso Fante a definire l'opera non importante e poco significativa in alcune lettere pubblicate in calce al volume, uscito appunto postumo, grazie all'intervento di sua moglie.
Ovviamente, una simile premessa potrebbe far desistere dall'acquisto, ma sarebbe un peccato.
Infatti, anche se forse distante dalle vette raggiunte nelle opere più famose, "Un anno terribile" è un racconto di rara intensità, e dalle sue pagine la figura passionale di Dominic Molise, il dodicenne protagonista, emerge con una carica di simpatia dirompente. Nato da una famiglia di poverissimi emigranti italiani, ha solo una flebile speranza di sfuggire a una vita di miserie e stenti: riuscire a mettere a frutto il Braccio - il suo potentissimo braccio sinistro, donatogli, ne è convinto, da Dio - per entrare in una squadra di baseball della major league.
Ma come riuscire a partire, voltando le spalle a suo padre, che vuole fare di lui un muratore e fondare finalmente l'impresa edile di famiglia sempre sognata?
In poco più di cento pagine, Fante tratteggia da par suo i turbamenti del protagonista per il suo primo, irraggiungibile, amore; la miserevole condizione degli emigranti italiani negli USA; e un memorabile quanto controverso rapporto padre / figlio.
Tutto ciò raccontato con un accento tragicomico unico.
Che dire? Sarebbe stato davvero un peccato lasciare nel cassetto un racconto simile.

giovedì 13 agosto 2009

Per il giallo Mondadori, "Appuntamenti in nero", ma non certo al buio


Ieri mi stavo gustando la lettura di "Appuntamenti in nero" di Cornell Woorlich, recentemente ristampato ne "I classici del giallo Mondadori".
Ero totalmente immerso nell'atmosfera cupa del romanzo, avvinto dalla prosa di Woorlich, in attesa di sapere come l'inesorabile vendetta del protagonista sarebbe arrivata, chiedendomi chi e perché l'avesse privato del suo unico, vero, amore...
...quando mi è caduto lo sguardo sulla quarta di copertina, che di solito non leggo mai. Lì era spiegato per bene quale destino incongruo aveva spento la vita dell'amata Dorothy. Woorlich, chissà perché, aveva scelto di rivelarlo solo verso la fine dell'opera.
Ringrazio sentitamente la casa editrice per avermi risparmiato l'attesa e la sorpresa.

mercoledì 12 agosto 2009

“Ho freddo” di Gianfranco Manfredi



Classificare questo libro di Manfredi con le etichette elaborate per definire i vari generi è difficile e condurrebbe probabilmente a un errore.
L'unica definizione che mi pare calzare è quella che gli ha dato un mio amico a lettura ultimata: è il libro di vampiri che non ti aspetti.
E ciò vale sia per la forma che per il contenuto.
Infatti, se la narrativa contemporanea pare rincorrere la sintesi nel nome del ritmo e della tensione, in questo testo di oltre 500 pagine personaggi e ambienti sono invece minuziosamente descritti e anche i dialoghi grondano spesso di informazioni e riferimenti storici; così che accostare “Ho freddo” al romanzo ottocentesco, almeno per quanto riguarda la sua complessa struttura, non pare un azzardo. La tensione narrativa è spesso penalizzata, ma il risultato finale è quello di restituire una ricostruzione vivida di una certa società americana di fine '700.
E' però il contenuto dell'opera a sorprendere di più. Già sulle pagine del fumetto bonelliano “Magico Vento” di cui è creatore, Manfredi aveva raccontato il West in modo inedito: da episodi storici documentati ha tratto spunti per storie appartenenti ai generi più vari, dal thriller al giallo, passando per l'horror e il mistery. Con “Ho freddo” un procedimento creativo simile si ripete per fondere, nella struttura di un romanzo, una inchiesta storico-giornalistica e una riflessione religiosa e culturale.
Protagonisti della vicenda sono i fratelli gemelli Aline e Valcour, rispettivamente ricercatrice scientifica e medico. Insieme al giovane pastore protestante Jan Vos, si imbattono in alcune epidemie di consunzione che davvero mieterono varie vittime nello stato del Rhode Island. La popolazione, trovandosi a fronteggiare un male all'apparenza imbattibile, non ha dubbi: è il frutto dell'opera del demonio e solo rituali feroci, frutto di credenze superstiziose, possono scacciarlo. E i malati di consunzione che diffondono il morbo finiscono presto per essere considerati vampiri, “ladri” di vita.
Così, i protagonisti non devono combattere solo contro l'infezione, ma anche contro il pregiudizio e l'incultura.
Nelle note finali al volume, Manfredi scrive: “Sono intimamente convinto che il romanzo sia tuttora la forma espressiva più interattiva che esista, e che l'immaginazione di chi scrive, una volta espressa in parole stampate, possa diventare narrazione solo se rielaborata dall'immaginazione di ogni lettore.” In queste parole, non si cela solo una giustificazione alle scelte che hanno caratterizzato la creazione di quest'opera, ma anche una risposta ai tanti che ritengono il medium scrittura superato dalle nuove tecnologie.
Così, dimostrando di credere fortemente nelle potenzialità della narrazione scritta, Manfredi concepisce un testo complesso e di certo più impegnativo dei tanti a tema “Vampiri” che furoreggiano di questi tempi; un testo che non solo avvince, ma informa e induce a porsi diversi interrogativi, tutt'altro che banali.
E forse ci svela anche la vera origine del mito dei vampiri.
Davvero niente male, per un romanzo.

venerdì 7 agosto 2009

So long, John Hughes





Non è da tutti fare film leggeri, che sanno essere anche toccanti.
Grazie di tutto, John!

mercoledì 1 luglio 2009

11 e 12 luglio: Fumetti a Novara - sesta edizione!



Dopo il successo di pubblico ottenuto l'anno scorso, i prossimi 11 e 12 luglio ritornerà nelle strade e nelle piazze del centro storico la manifestazione “Fumetti a Novara”, giunta ormai alla sesta edizione.

Il ricco programma di quest'anno è costituito da appuntamenti divenuti tradizionali e da novità assolute.

Infatti, i migliori talenti locali disegneranno come di consueto a beneficio del pubblico, ma stavolta saranno affiancati niente meno che da alcuni artisti della casa editrice Astorina, che pubblica le avventure di Diabolik. E non è finita: per l'occasione, un'avventura del noto personaggio, appositamente realizzata e ambientata proprio a Novara, sarà contenuta in un albo distribuito gratuitamente a tutti i partecipanti. La stessa avventura sarà inoltre disponibile in un'edizione speciale, a tiratura limitata.

Quest'anno, poi, l'area dedicata ai rivenditori di fumetti e di gadget sarà ancora più estesa; ovviamente, non mancheranno l'intrattenimento per i più piccoli, con i laboratori di disegno, e la sfilata dei cosplayer, con il concorso a premi per i migliori costumi.

Per ogni altra informazione, vi rimandiamo al sito ufficiale dell'evento, www.fumettianovara.it e vi diamo appuntamento all'unica manifestazione di fumetti "diabolikamente" novarese.

lunedì 18 maggio 2009

Wonder Mode On



Girovagando per la rete, mi sono imbattuto in questo blog, in cui vengono esaminati e recensiti manuali di scrittura creativa.
Per ora i post pubblicati sono pochi, ma le recensioni sono accurate, ben scritte (e, visti gli argomenti trattati, la cosa non guasta) e...mi hanno anche trovato d'accordo nelle valutazioni espresse.
Quindi, se anche a voi l'argomento interessa, non mi resta che consigliarvi di indirizzare verso quei lidi la vostra navigazione.

lunedì 11 maggio 2009

Caravan

 


E' la nuova maxi serie di casa Bonelli, che dovrebbe esordire a giugno.
Scritta da Michele Medda, uno dei creatori di Nathan Never, si annuncia come una novità intrigante.
Se volete saperne di più, qui trovate il blog varato per l'occasione, in cui Medda parla dello spunto da cui ha preso il via la vicenda e intrattiene gradevolmente i lettori con riflessioni interessanti, esposte in modo pacato e professionale.

martedì 21 aprile 2009

Fumetti a Novara



Mi sembra incredibile, ma in tutti questi anni, non avevo mai inserito il link dell'associazione Fumetti a Novara nell'apposita colonnina.
Ora provvedo.
Tenete d'occhio il sito, ogni tanto riporta l'annuncio di qualche iniziativa che sorprende anche noi organizzatori.

domenica 19 aprile 2009

Festival letterario che cura anche la claustrofobia


A Novara c'è una moda che non passa mai: dire che non c'è mai niente da fare, che è una città di provincia e che offre poco o nulla. Ho sentito spesso dire anche che il pubblico novarese è tra i più freddi in assoluto.
Sul primo punto il novarese medio, interpellato sulla questione, pare quasi provare gusto nel demolire l'immagine della propria città o nel dipingerla peggio di quanto non sia.
Forse, fino a qualche anno fa, le iniziative erano davvero scarse, ma oggi, pur senza ragiungere chissà quali picchi, trovo che l'offerta di intrattenimento culturale sia decisamente aumentata e che sia anche trasversale: nel solo periodo primavera-estate, abbiamo,tra gli altri, il concorso cinematografico dedicato ai cortometraggi, festival per la musica "da strada", il gospel e il jazz, iniziative per i gruppi musicali emergenti e diverse manifestazioni connesse al mondo della letteratura (per non parlare di quella che mi sta più a cuore, legata ai fumetti).
Ora: io partecipo con frequenza più o meno assidua a ciascuna di queste iniziative e ho constatato che ognuna di esse è premiata con un riscontro di pubblico sempre almeno lusinghiero.
Ciò dovrebbe stare a significare che qualcosa è cambiato, sia dalla parte dell'offerta che da quella della domanda. Entrambe le parti, e con reciproco vantaggio, paiono essere finalmente uscite dal torpore che le ha contraddistinte in passato. Dovrebbe essere un dato da tenere nella debita considerazione.
Ciò premesso, mi chiedo: perchè l'incontro con l'ospite d'onore di "Scrittori & Giovani", Daniel Pennac, uno degli autori contemporanei più noti e letti, si è tenuto oggi in una stanza poco più grande di una sala da thé?
Il riscontro di pubblico, come era lecito attendersi, è stato tale che in molti non hanno avuto la possibilità di accedere alla sala e, tanto meno, di godere della piacevole compagnia dell'autore. Non solo: chi era all'interno si è ritrovato in un ambiente stipato, caldissimo, in cui l'ossigeno circolante era appena sopra i livelli di guardia.
Si temeva forse il flop, la cattiva figura dello stanzone mezzo vuoto? O si confidava nella freddezza del novarese medio?
La stessa cosa era già accaduta qualche tempo fa con Ben Jelloun.
Come si dice...errare è umano, perseverare....

mercoledì 15 aprile 2009

A Novara, 4 incontri sul fumetto

 
In vista della sesta edizione di “Fumetti a Novara”, manifestazione che in estate invaderà le vie del centro storico con artisti, disegni e personaggi variopinti, l'associazione “Fumetti a Novara”, organizzatrice dell'evento, invita tutti, appassionati e non, a quattro incontri per conoscere meglio il fumetto e i suoi segreti.

Si incomincia giovedì 23 aprile p.v. alle 21, presso i locali del Centro Servizi per il Volontariato, via Monte Ariolo 10, con una serata incentrata sulle caratteristiche del linguaggio a fumetti e sulla sua evoluzione storica.

Seguiranno due appuntamenti, previsti per il 7 e il 14 maggio, aventi per tema le nuove risorse tecnologiche per la realizzazione dei disegni e, per finire, il giorno 4 giugno, sempre alle 21, la storia dell'arte di varie civiltà sarà esplorata alla ricerca dei progenitori del fumetto.
Per ulteriori informazioni: http://www.fumettianovara.it/




lunedì 23 marzo 2009

Stavo col Libanese!!

Ci sarà di sicuro chi sostiene che si tratta dell'ennesimo prodotto "localizzato" sfornato dall'industria della fiction italiana, ennesima prova della propria incapacità di esprimere qualcosa di veramente "universale".
C'è anche chi dice (e scrive) che non avrebbe gran valore, in quanto opera derivata da un romanzo, dal quale era già stata tratta una versione cinematografica. Un esercizio inutile, insomma.
Per quanto mi riguarda, "Romanzo Criminale" è stata una delle più belle sorprese televisive degli ultimi anni. E chi sostiene il contrario non sa cosa sia una bella serie.
La storia della banda della Magliana, dei suoi membri e dei suoi nemici, ha animato dodici episodi caratterizzati da una perfetta ricostruzione scenografica, da una regia brillante e da un'ottima recitazione.
Il Libanese, il Freddo, Dandi, Bufalo e gli altri membri della "batteria" si macchiano dei delitti più turpi, si lasciano corrompere dal "potere" conquistato a suon di pallottole, si perdono senza rimedio e si dimostrano capaci di imprevedibili gesti di amicizia.
I traffici della banda, che gradualmente si estendono sino a intrecciarsi alla mafia e alla camorra, e attirano l'attenzione di quelle forze che hanno segnato la storia del nostro Paese negli anni di piombo, trascinano lo spettatore in modo irresistibile alla scoperta di un'Italia violentissima, così lontana eppure così terribilmente vicina a quella attuale.
Intelligente, avvincente, e, perché no, toccante.

martedì 17 marzo 2009

The Wrestler


La storia del lottatore Randy "The Ram" Robinson è la storia di un uomo sopravvissuto ai suoi giorni migliori, condannato a vivere un avvilente presente con la prospettiva di un futuro di insopportabile solitudine.
Con un approccio realistico che rasenta il taglio documentaristico, la regia di Aronofsky sta alla larga da ogni intento di mitizzazione che avrebbe condotto al racconto dell'ennesima versione di "Rocky", per raccontarci l'affannosa ricerca di una salvezza che rappresenta l'ultima speranza del protagonista.
Se alla regia e alle sue scelte stilistiche va gran parte del merito per l'ottimo risultato raggiunto, non si può tacere la qualità della prova di Mickey Rourke, toccante come mai prima d'ora. Forse aiutato dalla propria parabola personale nel raggiungere una immedesimazione pressoché perfetta, l'irriconoscibile protagonista di "Nove settimane e 1/2" riesce nell'intento di dare vita a un personaggio quanto mai credibile, che ha la colpa di avvedersi solo quando l'ultimo gong pare ormai suonato da troppo tempo.
Molto brave anche le due protagoniste femminili.
In conclusione, se vi piace il buon cinema e non temete le emozioni forti, non potete perdere "The Wrestler".
Ma se detestate giustificare la presenza di quel dannato bruscolino che ogni tanto torna a tormentarvi gli occhi fino a farli lacrimare, forse è il caso che ne stiate alla larga.

venerdì 13 marzo 2009

Zona pericolosa di Lee Child, ovvero...

...ciò che sarebbe diventato Rambo se avesse finito le scuole dell'obbligo.

"Zona pericolosa" è il primo romanzo di Lee Child della serie che ha per protagonista Jack Reacher, un ex ufficiale della polizia militare degli Stati Uniti, che, appena ottenuto il congedo, decide di vagare senza meta, per gustare la libertà della vita da civile.
Approdato in un piccolo paese del Sud alla ricerca delle origini di un vecchio chitarrista blues, viene però subito arrestato e ingiustamente accusato di omicidio. Da qui prende le mosse un'avventura dal ritmo serrato e dai frequenti colpi di scena, nel corso della quale il protagonista si dimostra abile non solo a maneggiare ogni tipo di arma, anche quelle meno convenzionali, ma anche nel ricostruire arditi disegni criminosi.
Lee Child sceglie di narrare quest'avventura utilizzando la prima persona, con il punto di vista del lettore coincidente con quello dell'ex soldato Jack Reacher. Così, mentre le scene d'azione si susseguono, si ha la possibilità di conoscere passato e personalità di un peronaggio duro ma trasparente, abituato a uccidere, ma ancora rispettoso dei valori. Un soldato, senza macchia e senza paura, al quale forse fa difetto solo un po' di ironia.
La scrittura di Lee Child scorre fluida e instancabile, passando con facilità da una scena d'azione all'altra, seminando abilmente indizi che conducono quasi sempre a colpi di scena imprevisti. Tra sparatorie, inseguimenti e pestaggi, non si può pretendere che l'approfoondimento psicologico tocchi chissà quali vette, e in effetti, in tal senso, il protagonista non compie un significativo percorso. L'autore si accontenta di tratteggiarlo con poche pennellate, che in effetti si addicono forse alla vita apparentemente semplice condotta dall'ex soldato, ma in questo modo la sua figura non risulta certo memorabile.
In conlcusione, se siete curiosi di sapere cosa accade ad aggirarsi per una cittadina armati di una Deset Eagle calibro 44 magnum e non vedete l'ora di sgominare una banda di criminali altrettanto bene armati, questo libro può proprio fare al caso vostro.

lunedì 2 marzo 2009

Secret Invasion...




Credo che interrompere l'acquisto di fumetti Marvel, per qualcuno che si è guadagnato sul campo i gradi di Marvel Zombie, sia un po' come smettere di fumare.
Costa fatica, richiede grande forza di volontà, ed è sufficiente una piccola ricaduta per ritrovarsi di nuovo schiavi della dipendenza.
Se pensate che questa premessa mi serva per auto-assolvermi, avete perfettamente ragione.
Quando meno mi aspettavo che sarebbe successo, in un breve attimo di debolezza, mi sono ritrovato in mano il primo numero (di otto) dell'ultima fatica del re dei Marvel cross-over, Brian Bendis.
Che dire?
Forse l'invasione dei mutaforma Skrull che hanno sostituito gli eroi del Marvel Universe non può dirsi un'idea originale (in tempi recenti i protagonisti di Battlestar Galactica hanno dovuto fronteggiare un'analoga invasione di Cyloni) ma è comunque stuzzicante e la testa di qualche grosso calibro sembra destinata a rotolare.
So già che, terminata la lettura, mi ritroverò a rimpiangere i tempi in cui John Byrne e Chris Claremont reggevano le fila di gran parte dell'universo Marvel, ma, come dicevo all'inizio, ogni tanto attraversare i canyon di Manhattan attaccati a una ragnatela o visitare le stanze del Baxter Building diventa un bisogno che non si può fare a meno di soddisfare.
Comunque sia, l'unica vera Secret Invasion è e resterà sempre quella subdolamente perpetrata dallo stillicidio di albi della Casa delle Idee, penetrati in punta di piedi e uno per volta nelle abitazioni dei lettori, fino a occupare scaffali, mensole, librerie, cantine, solai...
Non c'è salvezza.

giovedì 19 febbraio 2009

Buoni propositi

Nei prossimi giorni voglio riprendere a scrivere in modo regolare sul blog.
Mantenere questo proposito mi costerà tempo e energie che nei mesi scorsi non ho proprio avuto.
Non credo che li avrò nemmeno in futuro, ma la piacevole sensazione che nasce dal cliccare sul pulsante "pubblica pos" mi manca.
E poi, ho anche nuovi argomenti da sviscerare.
Siete avvertiti!

lunedì 9 febbraio 2009

Non è un bel mondo, là fuori

Qualsiasi opinione si abbia in merito, credo che si possa essere concordi nel ritenere che si è chiusa una delle pagine più tristi della storia recente.
Ho una mia opinione in merito, e magari, per quel che serve, la esprimerò nei prossimi giorni.
Oggi sono triste e parecchio deluso, perchè la nostra repubblica a responsabilità limitata ha dato l'ennesima, pessima, prova di sè, con i suoi esponenti di spicco impegnati solo a strumentalizzare ciò che non avrebbero mai dovuto.
Mi piacerebbe poter pensare che le sofferenze di Eluana siano almeno servite a qualcosa, ma, per il momento, ne dubito.

martedì 6 gennaio 2009

Il primo post dell'anno, un po' sconclusionato...

... lo scrivo per uscire dal torpore di una giornata caratterizzata dalla più intensa nevicata degli ultimi anni.
Le temperature rigide degli ultimi giorni avevano già trasformato il paesaggio brullo della campagna piemontese in una candida e silenziosa distesa ghiacciata, costellata di alberi ridotti a scheletri vestiti di bianco.
Oggi l'equilibrio si è rotto e dal cielo si è riversata sulla città una quantità di neve sorprendente. Ci sono pochissime automobili in giro, e le strade sono piacevolmente silenziose.
Il fatto di dover portare fuori il cane sotto una pioggia di fiocchi clamorosa mi aveva reso di non buonissimo umore (eufemismo), ma una volta all'aperto la gioia del mio amico a quattro zampe, che adora la neve, mi ha contagiato. Così abbiamo fatto una passeggiata lunghissima, ho scattato parecchie foto e mi sono divertito a guardare le impronte lasciate dove prima c'era solo un manto immacolato.
Un particolare inquietante: l'unico veicolo a procedere con sicurezza per le strade ingombre era quello delle imprese funebri NEVI (che mi devono a questo punto qualcosa per la pubblicità): una semplice coincidenza o un ardito piano per sbaragliare la concorrenza?
Rientrato a casa, ho constatato che è discretamente aumentata la frequentazione di queste pagine. Mi sono allora chiesto il motivo di tanta attenzione: la mia prosa toccante? le mie celeberrime recensioni di libri e fumetti? No, l'interesse è nato da quello che non ho scritto. Non ho mai scritto il riassunto de "La solitudine dei numeri primi", per non rovinare la sorpresa a potenziali lettori, ma questa è ugualmente la chiave di ricerca che conduce sin qui tante persone. Ah, che soddisfazione!
Altra ricerca molto in voga: "i pericoli di Parigi". E qui mi prendo la mia rivincita, perché per quanto il post sia ironico, indica davvero una delle maggiori calamità parigine (se ve lo siete perso, lo trovate qui )
Chiudo dicendo che oggi avrei scritto un post polemico sulle dichiarazioni di Fabio Cannavaro, il quale avrebbe asserito che "Gomorra" danneggia l'immagine dell'Italia nel mondo. Non posso però scrivere nulla, in quanto il diretto interessato, come usa nella migliore tradizione del giornalismo sportivo, ha già smentito di aver profferito simili parole. Sarà per un'altra volta.