sabato 15 dicembre 2012

Come quando giocavo contro il muro


Non aggiorno il blog da molto tempo.
Da così tanto che sono arrivato a chiedermi se non fosse il caso di chiuderlo.
Mi sono dato una risposta negativa.
E non certo perché penso che priverei la rete di chissà quale risorsa, o perché abbia riscosso tanto successo e suscitato tanta attenzione che sarebbe dura ora
tornare nell'ombra.
Nulla di tutto ciò.
Il mio blog ha avuto, nei suoi momenti migliori, una cinquantina di visitatori al giorno. Davvero un'inezia, se paragonati ai numeri che possono esibire certi guru della rete.
No, il motivo per il quale ho deciso di andare avanti è che da quando ho smesso di aggiornare il blog mi sono sentito privato di qualcosa.
Sembra che organizzare i pensieri per dar loro la forma di un post mi gratifichi in un modo che non ammette surrogati.
E' un po' come quando, una trentina d'anni fa, per impratichirmi con i fondamentali del tennis passavo il tempo a scagliare la palla contro il muro di cemento
nel cortile di casa.
Sicuramente ancora oggi il mio diritto beneficia dell'esercizio di quei giorni, ma la cosa non si fermava lì.
Giocare contro il muro, colpire la palla sempre più forte, per scoprire se fossi o non in grado di respingerla ancora dopo il rimbalzo, aveva un effetto quasi catartico.
La stessa cosa è per me scrivere post per il blog.
Riuscire ad arrivare in fondo al post, decidere che quanto scritto è pronto per essere letto, e infine cliccare sul pulsante "pubblica", mi dà una sensazione di liberatoria soddisfazione.
E visto che ho già smesso e ripreso più volte di aggiornare il blog, e soprattutto non ho mai seguito alcuna cadenza regolare per aggiornarlo, ho deciso di darmi una regola: d'ora in poi, pubblicherò un post alla settimana. Ho poco tempo libero, ma comunque abbastanza per riuscire a tenere un ritmo del genere.
Ci si vede la settimana prossima, allora.

giovedì 19 luglio 2012

Dal cartaceo all'e-book e ritorno (back to the book)

E' curioso, ma alla fine ho compiuto il giro completo.
Sono partito dai libri - quelli di carta, tradizionali - poi sono passato a leggere per mesi solo e-book - e non ho affatto smesso, anzi - e poi sono ritornato ad acquistare libri tradizionali.
Per la verità, ne ho comprati di un tipo nuovo, almeno per me, tra quelli vecchi. O per meglio dire tra quelli usati.
Ho scoperto, infatti, che mi trovo davvero bene a leggere con il Kindle, anche libri in lingua inglese. Quando non conosco il significato di una parola, il dizionario incorporato mi corre subito in aiuto e proseguo così la lettura senza lasciarmi alle spalle "buchi" di mancata comprensione.
Però la differenza tra leggere e studiare mette - almeno per me - in campo dei valori che portano ancora alla vittoria del libro tradizionale su quello in formato digitale. So che è possibile inserire delle note anche nei testi digitali, ma la possibilità di toccare le pagine, voltarle avanti e indietro e sottolineare i passi più significativi...ebbene, per me è propria solo del libro cartaceo.
Non riesco ancora a stabilire un rapporto altrettanto "materialistico" (e in effetti è ironico anche solo pensare di poterlo fare) con l'e-book.
E prendere atto di tutto ciò, oltre al clima di austerity - o meglio, di "maggior propensione al  risparmio" come ho sentito dire al telegiornale - mi ha indotto a cercare testi usati in lingua inglese. In particolare, mi sto concentrando  sui manuali di scrittura, che al momento esercitano su di me un forte richiamo. Costano molto meno di  quelli disponibili sul mercato nostrano, specie se si guarda a quelli usati, e la scelta è incomparabilmente più ampia.
Un esempio? Oggi mi è arrivato a casa "Writing science fiction" di Ben Bova. L'ho comprato usato circa quindici giorni fa su Amazon.uk per 50 centesimi. Ed è solo il primo ad aver raggiunto la mia cassetta delle lettere di una serie piuttosto nutrita. Del suo contenuto parlerò in un'altra occasione.

giovedì 26 aprile 2012

Liberalizzazione

E' una parola che per me si è arricchita di recente di nuovi significati.
Ora significa che il centro per massaggi orientali che ha da poco aperto i battenti sotto casa mia può offrire i propri servizi sette giorni su sette, dalle 9 alle 23, senza conoscere pause né interruzioni, nemmeno a Natale, o a Pasqua, e neppure, sono pronto a scommetterci, per Ferragosto.
Di certo questa strategia sortirà importanti effetti sull'economia locale, perché la libera concorrenza in ogni ambito, si sa, finisce per favorire il consumatore.
E poi che generosità, che lungimiranza.
Nemmeno un contratto part-time per le massaggiatrici, tutte donne, assunte all'evidente scopo di risollevare le sorti di un genere femminile sempre bistrattato e oggi più che mai bisognoso di attenzioni. E allora tutte occupate full-time, sempre in servizio, sempre sul pezzo, nonostante che i clienti siano soprattutto signori di mezza età colpiti di solito in ore notturne dai tormenti che richiedono il loro intervento.
Liberalizzazione. Che bella parola.  

lunedì 27 febbraio 2012

Questo non lo perderò







Tra l'altro, ho scoperto che Newton Compton, per l'occasione, ristamperà le avventure di John Carter in un comodo brossurato da 7 euro circa. Ci sarà anche in formato Kindle a 2 euro (che mi parrebbe la cifra più equa)? Al momento non è dato sapere.

A questo link anche una bella foto gallery.

domenica 26 febbraio 2012

Stan Lee's Cameo


Svariati anni fa (non saprei davvero dire quanti, ma ho il sospetto che siano proprio parecchi) ho assistito a un'intervista a Stan Lee in quel di Lucca.
Ricordo che la sala era gremita (e ci mancherebbe) e che ero riuscito a conquistare un posto nelle primissime file. Anzi, a dirla tutta, ero in piedi a pochi passi dal sempre mitico Sorridente.
Devo dire che non ricordo molto di quello che disse, solo pochi ricordi sconnessi di una carriera irripetibile, narrati sempre con occhi ammiccanti e, ovviamente, con il proverbiale sorriso stampato in volto.
Un confronto tra Superman e Thor? Beh, Thor ha un fondamento scientifico molto più saldo rispetto all'Uomo d'Acciaio. Come faccia Superman a volare, per esempio, rimane un mistero, invece per Thor c'è una spiegazione: fa roteare il suo martello e lo scaglia talmente forte in aria che tutto quello che deve fare è attaccarglisi per farsi trascinare in cielo.
Come dargli torto?
E che dire delle strategie di marketing perseguite in casa Marvel? Praticamente la stessa filosofia del "super eroe con super problemi" trasferita in ambito editoriale: quando in pubblico Jack Kirby riferiva con orgoglio che le vendite della Marvel avevano ormai superato quelle della DC, Stan gli rifilava una gomitata o un calcio da sotto il tavolo. Infatti, secondo lui, il n. 2, lo sfidante, ha un grande appeal presso il pubblico, e Stan non intendeva rinunciare a quel ruolo e a quel piccolo vantaggio nemmeno quando ormai la Casa delle Idee aveva scalzato dalla vetta l'editore di Superman & co.
Conservo ancora da qualche parte un albo - se non ricordo male, un supplemento alla rivista Star Magazine - con un bell'autografo di Stan Lee campeggiante sul bordo di una tavola, conquistato dopo una lunga coda e senza essere riuscito a dirgli nulla di più oltre un originale "Thank you".
Dovevo ancora avere, però, il miglio souvenir di quella giornata. A intervista finita, mi trovavo nello spiazzo antistante la tenda che aveva ospitato l'incontro quando ho scorto un'autovettura dirigersi verso l'uscita. Sul sedile del passeggero, "The Man" in persona. Lo stavo seguendo con lo sguardo, quando ho capito che anche lui mi stava guardando. A quel punto ha alzato una mano per salutarmi. E ha accompagnato quel gesto con uno dei suoi sorrisi.

giovedì 23 febbraio 2012

Da Windows a... Ubuntu!

Della serie: non tutto il male viene per nuocere.
Mercoledì scorso il mio fido computer si è trasformato improvvisamente in acerrimo nemico. Non apriva più nessuna applicazione e ogni operazione si perdeva nel limbo delle clessidre che non finiscono mai la sabbia.
Nemmeo svariate scansioni con l'antivirus hanno risolto il problema, che pare insorto a seguito di un mio vano tentativo di seguire in streaming Juve-Parma.
Non l'avessi mai fatto, ho pensato all'inizio.
Perché ora sono assolutamente contento che si sia verificato l'incidente.
Stanco di infruttuosi tentativi di restituire al mio Pc Windows la freschezza perduta, mi son detto: che diavolo, buttiamo tutto a mare e passiamo a Linux.
L'operazione è stata indolore. Ho formattato un DVD (sarebbe bastato un CD ma non ne avevo a disposizione) con l'immagine ISO di Ubuntu, scaricata dal sito ufficiale, e ho incrociato le dita. Non sarebbe nemmeno stato necessario.
L'installazione è stata un poco lenta, ma del resto mi sono ritrovato con l'hard disk diviso in due partizioni e, proprio come avevo richiesto, con Ubuntu affiancato al vecchio Windows, senza alcuna perdita di dati.
Tutto il processo non ha subito alcun intoppo e non ho nemmeno dovuto spaccarmi la testa con la risoluzione di problemi tecnico-informatici complessi. Un'interfaccia User Friendly mi ha anche chiesto se era nei miei desideri importare da Windows una o più cartelle, e così mi sono ritrovato con tutti i miei vecchi documenti a disposizione senza alcuna procedura supplementare di importazione, sin dal primo (e unico) riavvio.
Il risultato delle mie (ben poche) fatiche è che ora dispongo di un sistema più stabile - lo si capisce anche a colpo d'occhio - , più veloce - perché le risorse del PC risultano sfruttate decisamente meglio - e con un sacco di applicazioni gratuite a disposizione, a distanza di un solo clic, grazie all'Ubuntu Software Center.
Tra queste, segnalo Blogilo, il software per editare post con cui sto scrivendo questo pezzo.
Insomma, per ora penso di avere davvero guadagnato nel cambio, senza aver dovuto bussare alla porta di Microsoft o di Apple e quindi senza aver dovuto mettere mano al portafogli.

mercoledì 11 gennaio 2012

Un bacio prima di morire...ma perché poi?

Ho iniziato da poco la lettura di "Un bacio prima di morire" di Ira Levin.
In breve, un giovane bello e pigro fa il colpo della vita e riesce a frequentare la secondogenita di un magnate dell'industria mineraria. La loro relazione va a gonfie vele, fino a quando lei non gli confessa di essere rimasta incinta. A questo punto lui prima la convince ad abortire e le fornisce allo scopo delle pillole, che non sortiscono pero' l'effetto sperato. Allora, credendo ormai sfumate le proprie chance di effettuare con successo la scalata sociale, in quanto convinto che il vecchio magnate ripudierà la figlia senza sganciare un soldo,l'amabile giovane decide di uscire dall'impasse e riottenere la libertà uccidendo la ragazza.
Giunto a questo punto, non riuscivo più a capire che senso avesse il comportamento del protagonista. In fin dei conti, avrebbe potuto finalmente pensare di poter vivere alle spalle del vecchio e ricco padre, per avergli dato il suo primo nipote. Perché uccidere la gallina dalle uova d'oro? Poi pero' ho controllato la data della prima pubblicazione del romanzo, avvenuta nel lontano 1952, e tutto ha riacquistato un senso.
Infatti all'epoca doveva ritenersi plausibile che un padre allontanasse per sempre la figlia rimasta incinta fuori dal matrimonio. L'acqua passata sotto i ponti dal 1952 a oggi ha reso la premessa di questo romanzo, scritto comunque in modo coinvolgente, davvero debole. O almeno così mi piace pensare.





mercoledì 4 gennaio 2012

Leggere con il kindle


Dallo scorso settembre in pratica non ho letto altro che ebook sul Kindle. L'esperienza e' stata così positiva che ora i libri "tradizionali" mi paiono scomodi e poco invitanti. Perché mai dovrei costringere i miei occhi a mettere a fuoco i caratteri microscopici usati da tanti editori per i tascabili, quando posso leggere lo stesso testo e decidere anche quale formato utilizzare per i caratteri e quanta distanza frapporre tra un paragrafo e l'altro? E poi c'è anche il fattore peso: nessun libro e' più troppo pesante per essere trasportato in giro durante la giornata. Sono in coda in posta? Ebbene, ho finito di guardare nel vuoto in attesa che sul display compaia il mio numero; sfodero il Kindle e guardo con malcelata superiorità gli altri tapini in coda prima di tuffarmi nella lettura.
Oltre a questi vantaggi, poi, che sono in fin dei conti comuni a tutti i lettori di ebook in commercio, ce n'è uno che attiene al servizio di Amazon e che mi pare degno di particolare attenzione: tutti gli ebook archiviati nel proprio account Amazon sono sempre disponibili su qualunque dispositivo sia installata la app "Kindle". Si tratta di un'applicazione gratuita e multipiattaforma - io l'ho installata sul pc e anche su Ipad, ma è disponibile annche per gli smartphone - che sincronizza le proprie letture tra i vari dispositivi. Ciò significa che posso iniziare a leggere un testo sul Kindle e proseguirne la lettura esattamente dal punto in cui l'ho interrotta su uno degli altri device a mia disposizione. In pratica, il tempo dedicato alla lettura nel corso della giornata può crescere di molto, perché è possibile sfruttare in tal modo molti "tempi morti" o momenti di pausa dal lavoro.
In conclusione, pensavo di avvertire di più la nostalgia per la carta stampata, ma il servizio di Amazon è talmente efficiente - e offre talmente tanti vantaggi - da aver modificato le mie abitudini. Considero sempre i libri degli "oggetti" stupendi da possedere, ma temo di aver passato il punto di non ritorno a favore delle letture in digitale e limiterò quindi gli acquisti cartacei a irrinunciabili occasioni.
Non posso ancora dire lo stesso per i fumetti, ma di questo parlerò in un altro post.