giovedì 19 luglio 2012

Dal cartaceo all'e-book e ritorno (back to the book)

E' curioso, ma alla fine ho compiuto il giro completo.
Sono partito dai libri - quelli di carta, tradizionali - poi sono passato a leggere per mesi solo e-book - e non ho affatto smesso, anzi - e poi sono ritornato ad acquistare libri tradizionali.
Per la verità, ne ho comprati di un tipo nuovo, almeno per me, tra quelli vecchi. O per meglio dire tra quelli usati.
Ho scoperto, infatti, che mi trovo davvero bene a leggere con il Kindle, anche libri in lingua inglese. Quando non conosco il significato di una parola, il dizionario incorporato mi corre subito in aiuto e proseguo così la lettura senza lasciarmi alle spalle "buchi" di mancata comprensione.
Però la differenza tra leggere e studiare mette - almeno per me - in campo dei valori che portano ancora alla vittoria del libro tradizionale su quello in formato digitale. So che è possibile inserire delle note anche nei testi digitali, ma la possibilità di toccare le pagine, voltarle avanti e indietro e sottolineare i passi più significativi...ebbene, per me è propria solo del libro cartaceo.
Non riesco ancora a stabilire un rapporto altrettanto "materialistico" (e in effetti è ironico anche solo pensare di poterlo fare) con l'e-book.
E prendere atto di tutto ciò, oltre al clima di austerity - o meglio, di "maggior propensione al  risparmio" come ho sentito dire al telegiornale - mi ha indotto a cercare testi usati in lingua inglese. In particolare, mi sto concentrando  sui manuali di scrittura, che al momento esercitano su di me un forte richiamo. Costano molto meno di  quelli disponibili sul mercato nostrano, specie se si guarda a quelli usati, e la scelta è incomparabilmente più ampia.
Un esempio? Oggi mi è arrivato a casa "Writing science fiction" di Ben Bova. L'ho comprato usato circa quindici giorni fa su Amazon.uk per 50 centesimi. Ed è solo il primo ad aver raggiunto la mia cassetta delle lettere di una serie piuttosto nutrita. Del suo contenuto parlerò in un'altra occasione.