domenica 8 giugno 2014

La foresta - di Joe R. Lansdale

La foresta è uno degli ultimi romanzi di Lansdale che mi è capitato di leggere. Meglio di tanti altri dell'autore texano, è un concentrato delle sue caratteristiche, in positivo e in negativo.
Si tratta di una storia ambientata nel vecchio west. Jack, l'adolescente protagonista del racconto, perde i genitori a causa di un'epidemia di vaiolo e si mette in viaggio con la sorella e il nonno per trasferirsi da una zia. Ma il viaggio avrà fin da subito un esito imprevisto. Infatti i nostri si imbattono in una banda di fuorilegge che uccidono il nonno e rapiscono la sorella di Jack. E siccome i rappresentanti della legge paiono poco interessati a mettersi sulle tracce della banda, Jack decide di salvare sua sorella grazie all'aiuto di due cacciatori di taglie, un nano che ha imparato l'arte di sparare al Wild West Show e un nero enorme.

venerdì 21 febbraio 2014

Il modo giusto

Ci sono cose che si possono fare da autodidatta, sviluppando una tecnica propria, che va bene per noi - e forse nemmeno - e altre cose che invece riescono davvero bene solo a patto che rispettiamo le regole dettate da chi ha studiato il problema e lo ha risolto.
Per tanti anni anni, sono stato convinto che scrivere al computer facesse parte della prima categoria.
Avevo sviluppato una mia tecnica, che mi consentiva di battere quel che ritenevo un numero considerevole di parole al minuto e di farlo senza commettere troppi errori.
Lo facevo usando mediamente una o due dita di ciascuna mano.
Ma era dannatamente scomodo, specie nel caso di sessioni di scrittura particolarmente lunghe.
E sapete perché era così scomodo? Perché era il sistema sbagliato.

venerdì 14 febbraio 2014

Anche un rifugio

Uno degli effetti naturali dello scrivere con regolarità, e per naturale intendo che non riesco a eliminarlo dalla mia esperienza, è che se mi frulla in testa un'idea o un pensiero sento il bisogno di metterla al più presto sulla carta - pardon - sul monitor.
Insomma, mi pare di poter dire che scrivere induce a scrivere ancora di più.
E, per quanto possa sembrare paradossale, mi pare che scrivere di più produca benefici effetti in generale, non solo sullo scrivere.




sabato 8 febbraio 2014

"La verità sul caso Harry Quebert"... impressioni a caldo

Ogni tanto mi lascio prendere dalla curiosità di leggere i romanzi che dominano le classifiche dei più venduti.
E così mi è capitato di inciampare ne “La verità sul caso Harry Quebert”, perché da qualche parte avevo letto che si trattava di un ottimo giallo, che parlava anche di scrittura. E la cosa mi aveva incuriosito.
Ora, per chi se lo fosse perso, la vicenda riguarda il delitto di una ragazzina di quindici anni, Nola, della quale era perdutamente innamorato, nell'estate del 1975, uno scrittore in erba di trent'anni, Harry Quebert, appunto, destinato a raggiungere il successo proprio narrando del suo amore impossibile per quella ragazza di molto più giovane di lui.

mercoledì 5 febbraio 2014

Cinquecento parole al giorno....ma su cosa?

Prendere l'impegno di scrivere almeno 500 parole al giorno è una cosa, ma avere qualcosa da scrivere per rispettare il predetto impegno è tutto un altro paio di maniche.
Come sono riuscito fino a ora a rispettare, grosso modo, questa rigida cadenza?
Per la verità, non è stato poi così difficile.
La parte più impegnativa, almeno per me, per quanto possa sembrare strano, è stato proprio decidere di assegnarmi un obiettivo minimo quotidiano. E osservarlo.

lunedì 3 febbraio 2014

Focuswriter, un software gratuito per scrivere

Qualche tempo fa, ho assunto l'impegno con me stesso di scrivere 500 parole al giorno.
Ora, per quanto possa sembrare strano, sono riuscito a mantenere l'impegno fino a oggi. E la cosa, per la verità, mi ha sorpreso molto, perché non ero mai riuscito a impormi una disciplina simile, in precedenza.
Siccome quando ho cominciato dubitavo davvero che sarei riuscito da un giorno all'altro a introdurre nella mia routine quotidiana quella che col tempo doveva divenire a propria volta un'altra routine, ho provato ad aiutarmi con ciò che internet offre.
È così ho ripescato dalla naftalina dei programmi installati ma molto poco utilizzati, un programma che avevo trovato diverso tempo fa.
Si tratta di Focuswriter, e mi pareva che facesse davvero al caso mio.

lunedì 27 gennaio 2014

Buoni motivi per avere un cane

Volevo scrivere un post in occasione del compleanno del mio cane, ma poi ho pensato che forse un post generico sul tema possa essere d'aiuto agli indecisi.
E allora, proviamoci.
Perché prendere un cane dovrebbe essere una buona scelta?







martedì 21 gennaio 2014

Ma a cosa serve leggere?

Già, a cosa serve?
E' il caso che qualcuno lo fermi?
Ma iniziamo il discorso proprio come è nato. L'altra sera, nel corso di una discussione, qualcuno ha fatto presente come negli ultimi anni l'identità culturale degli italiani sia andata a farsi benedire, scacciata da modelli e abitudini che non ci appartengono. Insomma, il classico discorso generico riguardo al quale ognuno può avere la propria opinione. Ho commentato questa osservazione tirando in ballo una recente statistica, in base alla quale pochi italiani leggono un libro all'anno. E a mio parere, è facile imporre nuovi modelli culturali in un contesto del genere.
Questo commento ha suscitato subito una replica veemente: ma perché, a cosa serve leggere? Se uno si informa, anche se non legge, cosa cambia?
Ora, devo ammetterlo. Questo tipo di osservazioni, provenienti poi da persone laureate, enunciate con un tono perentorio, ha il potere di spiazzarmi.
Nel senso che mi chiedo come si possa compiere un ciclo di studi durato oltre due decadi e rimanere convinti che leggere non serva a nulla.
Ora, non ho certo l'intenzione di montare in cattedra e dare lezioni. Mi piacerebbe però solo provare a ipotizzare cosa avrei potuto rispondere a quella persona, per tentare di convincerla a riconsiderare la propria posizione nei confronti della lettura.

venerdì 17 gennaio 2014

La serie di "Toby Peters" di Stuart M. Kaminsky

Darkly sparkling Chandler dialogue inspired 4 ...
Raymond Chandler
Aver letto - più volte e ogni volta con il medesimo gusto - i romanzi di Raymond Chandler con protagonista Philip Marlowe ha prodotto su di me, che io sappia un'unica controindicazione: sono diventato allergico ai polizieschi e alle detective story narrate in prima persona da un protagonista maschile con la battuta facile.
Perché l'ombra di Chandler grava su chiunque si cimenti con questo genere cercando di usare la sua stessa formula.

giovedì 16 gennaio 2014

Come lasciare la stanza di vostro figlio senza svegliarlo e vivere sereni fino al pisolino successivo

Per riuscire ad addormentare i bambini, lo sa ogni genitore degno di questo nome, esistono mille trucchi e teorie, più o meno funzionanti. Sull'argomento sono stati scritti i proverbiali fiumi d'inchiostro.
Ma cosa fare, però, quando il vostro bambino si è finalmente addormentato e voi vi trovate - ahimè - ancora nella sua stanza? Oppure quando voi vi ricordate, sempre e solo dopo aver chiuso con ogni attenzione la porta della camera in cui sta dormendo, che il vostro smartphone e' rimasto all'interno, acceso? E oggi è proprio il giorno in cui avete sostituito la vecchia suoneria con "Thunderstroke" degli Ac/Dc!
Ecco, questo post è dedicato a voi, è basato su esperienze dirette ed è concepito per aiutarvi a muovervi nelle tenebre silenziosi come ninja, raggiungere il vostro obiettivo e dileguarvi come spiriti così come siete arrivati. Senza svegliare il vostro piccolo.

martedì 14 gennaio 2014

Amministrazione di sostegno - dieci anni dopo

La scorsa settimana ho partecipato con piacere a un convegno presso il Palazzo di Giustizia di Torino.
Infatti, il 9 gennaio scorso la legge che ha introdotto nel nostro Paese l'istituto dell'amministrazione di sostegno ha compiuto dieci anni. Un anniversario abbastanza importante da indurre a una riflessione e consentire di elaborare un bilancio.
Per chi se la fosse persa, e so che purtroppo in molti non ne hanno nemmeno sentito parlare, l'amministrazione di sostegno è una misura di protezione. Si tratta di un istituto creato per consentire a persone che non sono in grado di provvedere ai propri interessi di ottenerne comunque la soddisfazione, con l'ausilio di un soggetto incaricato dal Giudice Tutelare, l'amministratore di sostegno, per l'appunto.

domenica 12 gennaio 2014

Ripartenze

English: Old typewriter Italiano: Vecchia macc...

Credete alle coincidenze?
Per quanto mi riguarda, se dovessi guardare ai miei pensieri degli ultimi giorni e metterli in relazione con i due pezzi nei quali mi sono imbattuto in meno di dodici ore, dovrei dire che si, ci credo.
I due articoli sono questo e questo.
In entrambi i pezzi si dice - in sintesi - che per migliorare la propria scrittura avere un blog è importante.
Ebbene, da giorni - se non da mesi - mi chiedevo che cosa fare di questo blog, al quale sono in fin dei conti affezionato. Effettuare il download di tutto quello che ho scritto e chiudere per sempre? Oppure impormi un ritmo e proseguire finalmente con una regola, dando nuova vita a queste pagine?
Poi, per l'appunto ieri sera, mi sono imbattuto nel post di Goins Writer che ho citato sopra.
Per finire, questa mattina come di consueto apro il blog di Davide Mana che seguo ogni giorno e mi ritrovo a leggere degli effetti positivi che possano derivare per la scrittura dalla gestione di un blog.
Ora, voglio essere onesto: ultimamente ho perso molto tempo a leggere testi sulla scrittura, a parlare di scrittura e ad annoiare mia moglie su quanto mi piacerebbe scrivere. In tutto ciò, se dovessi contare le parole battute in tutto questo tempo di certo non arriverei a una gran cifra.
Così, dopo aver letto i post che ho citato, mi sono detto che per una volta posso davvero provare a impormi una disciplina e tornare a fare qualcosa che mi dava un'autentica soddisfazione.
Infatti, anche se su queste pagine non è mai transitato un gran numero di visitatori e i commenti hanno per il vero sempre latitato, pensare ad argomenti per scrivere i post, e soprattutto scriverli per poi pubblicarli, aveva su di me un effetto positivo, che nessun'altra abitudine è mai riuscita a eguagliare.
E per effetto positivo intendo di certo anche una maggiore creatività, perché cercare nuovi argomenti mette inevitabilmente in movimento i giusti apparati del cervello preposti appunto a elaborare nuove idee. E mettere quelle idee sulla carta produce un effetto benefico, perché soddisfa quella parte di me che ha bisogno di scrivere qualcosa, meglio se ogni giorno.
E quindi, chi sono io per oppormi a due pareri così autorevoli, ignorandoli? In fin dei conti, Jeff Goins sostiene con forza che 500 parole al giorno siano la misura giusta per creare un'abitudine e anche per riuscire a mantenerla, non importa da quanti impegni lavorativi e familiari si sia presi.
Avevo già scritto un post in passato per  fissare un obiettivo, senza riuscire a mantenerlo.
Ora ne fisso uno e lo faccio in modo ancora più categorico, stabilendo anche la misura precisa del mio impegno.
E sapete una cosa? Mi frullano già in mente parecchie idee per i prossimi post.

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