lunedì 18 marzo 2013

Used: like new, very good, good or acceptable


Da quando ho preso l'abitudine - o il vizio - di acquistare libri usati via Internet, mi è capitato di parlarne con diverse persone.
In varie occasioni ho assistito al levarsi perplesso di un sopracciglio. E l'incredulita di certo non migliorava quando mia moglie scendeva in dettagliate descrizioni sulle condizioni in cui spesso i libri arrivano nella mia casella postale. Per tacere dell'odore emanato da alcuni di essi, a suo dire.
Immagino che qualcuno abbia pensato: ma guarda cosa di fa per risparmiare qualche euro.
È in parte, in effetti, non posso dare torto a chi giustifica il tempo impiegato per la ricerca e l'individuazione del prossimo oggetto del desiderio solo con l'obiettivo del risparmio.
Certo, i libri usati, almeno su amazon.co.uk costano spesso meno di quelli nuovi. * Molti titoli, anche proposti in condizioni eccellenti, possono costare anche solo 1 cent. Proprio così, 1 centesimo di euro per un libro "like new".
Di certo l'opportunità di risparmiare è stata quella che mi ha mosso, all'inizio.
E poi la varietà di soluzioni e prezzi proposti consente di valutare caso per caso l'investimento, a seconda dell'interesse suscitato e dal livello di perplessità sull'opportunità di acquisto. L'obiettivo di oggi riveste per me un'importanza particolare? Allora posso anche investire qualche euro in più. Viceversa, se non sono proprio convinto che il libro mi piacerà o se si tratta di un acquisto "al buio", posso ripiegare su un'edizione più economica e magari in condizioni meno che buone.
Senza contare che il mercato dei libri di lingua inglese è un oceano smisurato di titoli, al cospetto del quale le proposte italiane possono essere al più paragonate alle dimensioni di un laghetto alpino.
Ma il punto non è nemmeno solo questo.
Perché un libro usato possiede un fascino che risiede anche e soprattutto nelle pieghe, nelle macchie, negli angolini della copertina accartocciati e nei piccoli strappi, che raccontano di una vita precedente della quale si può solo tentare di indovinare qualche fatto. Per non parlare delle parti sottolineate da altri precedenti lettori, o dai timbri apposti dalla biblioteca in cui il testo ha prestato servizio in passato. Tutti questi elementi raccontano una storia nella storia che rende ogni libro usato un pezzo unico, anche se non da collezione.
Feticismo?
Forse. Ma forse anche un po' di poesia.


* Non così, almeno per il momento, su amazon.it, dove i libri usati di solito costano tanto quanto quelli nuovi, se non di più, includendo nel conto le spese di spedizione. Forse qualche affare al momento si può fare su Ebay.it

venerdì 15 marzo 2013

Rock Springs di Richard Ford


"Rock Springs" è uno di quei libri che ho acquistato in virtù della copertina, senza ancora aver mai letto nulla in precedenza dello stesso autore. Mi ha attirato per la sua implicita promessa di parlare della provincia americana, da sempre capace di esercitare su di me una certa curiosità.
Ho trovato quel che cercavo e molto di più.
Si tratta di una antologia di racconti, che hanno in comune l'uno con l'altro diversi tratti, pur mettendo in scena situazioni e personaggi piuttosto differenti tra loro.
Innanzi tutto e ovviamente, tutti gli episodi hanno per sfondo la medesima ambientazione desolata, la piccola cittadine che dà il nome alla raccolta. Un luogo che ha visto e superato da tempo il proprio giorno migliore e anzi pare ora avere esaurito quanto potesse offrire ai suoi abitanti.
Questi ultimi, e questo è il secondo tratto comune a ciascun racconto, siano essi il protagonista o una delle figure secondarie, paiono tutti avere perso irrimediabilmente qualcosa. La loro vita risulta fotografata da Ford nel momento in cui è sospesa sul ciglio del baratro o, nel migliore dei casi, nell'unico momento di gioia che ci si possa aspettare.
Si tratta per lo più di uomini che hanno perso il lavoro senza avere altro sul radar se non la prospettiva di tante giornate uguali a se stesse, uomini che hanno perso la moglie, che non hanno mai avuto una donna, uomini che aspettano solo di trasferirsi altrove alla ricerca di un'alternativa.
Struggente? Di sicuro. Ma anche ironico, a tratti.
Con uno stile piuttosto semplice e un linguaggio povero ma capace di inaspettati guizzi poetici, Ford dipinge l'affresco di una terra e di un momento che somigliano molto a quelli che vediamo uscendo dalle nostre case qui in Italia, intrisi dello stesso senso di onnipresente precarietà.
In conclusione, cercavo un tuffo in un paese lontano e mi sono ritrovato a guardare il mio, da un'angolazione diversa solo di poco.