domenica 26 ottobre 2008

Anche quest'anno!



Ebbene sì.
Anche quest'anno lo Sciacallo Elettronico è riuscito ad aggiudicarsi il ruolo di media partner per Lucca Comics & Games.
In soldoni, significa che quattro baldi giovani affronteranno fatiche immani per portare alcune quintalate di fumetti a Lucca e si dedicheranno, una volta lì, a una serie di attività più o meno direttamente connesse alla cultura fumettistica e alla cronaca della manifestazione.
A me, in particolare, il compito di preparare le domande per le video interviste agli autori ospiti della manifestazione.
Quest'anno spero di strappare qualche battuta a Leo Ortolani, Diego Cajelli e a Roberto Recchioni.
Le interviste, come l'anno scorso, appariranno sul sito ufficiale della manifestazione.
Non perdetele!

venerdì 17 ottobre 2008

In treatment



Non credo di essere originale se accomuno la televisione a un buco della serratura, dal quale spiare in tutta tranquillità, senza paura che qualcuno ci sorprenda.
'In treatment', serie televisiva americana da poco nei palinsesti di Sky, ha acuito in me la sensazione di intromettermi in affari altrui, perché questa volta la scena che appare davanti al buco della serratura è costituita dalla stanza in cui uno psicologo (Gabriel Byrne) riceve i propri pazienti.
E per tutta la durata dell'episodio lo spettatore (lo spione?) assiste solo alla conversazione tra questi e il terapista. Non ci sono stacchi. La scena rimane solo quella: un dialogo tra due persone.
Qualcuno potrebbe ritenere che uno spettacolo televisivo in cui non succede sostanzialmente nulla sia noioso. Invece 'In treatment' non lo è affatto.
All'interesse voyeuristico nascente dalla consapevolezza di assistere a un colloquio riservato, gli autori uniscono una grande perizia nella costruzione dei dialoghi. Così, se anche la scena rimane in effetti sempre la stessa, le parole del paziente di turno ci catturano: scivolano di continuo dal passato al presente, omettono, nascondono (anche a sé stessi), riferiscono dettagli che al momento paiono inutili o allusivi, ma che infine delineano la storia di un'esperienza significativa o addirittura la storia di una persona.
Una serie concepita in modo intelligente e ben recitata, che non ha bisogno di effetti speciali per avvincere perché si serve al meglio del potere evocativo delle parole.

lunedì 6 ottobre 2008

Livello 7 di Mordecai Roschwald



Trovare un libro come Livello 7 nella collana Urania Collezione di Mondadori, che ristampa classici della fantascienza, sorprende chi si avvicina per la prima volta a quest'opera.
Infatti, si tratta certamente (e per fortuna!) di un racconto di fantascienza, ma non di quella fantascienza volta a esplorare pianeti alieni, paradossi temporali o comunque epoche e mondi lontani dal nostro. Livello 7 risponde a una domanda inquietante, alla quale il genere umano ha, a più riprese, rischiato di fornire una risposta terribilmente concreta: cosa succederebbe se sulla Terra si scatenasse un conflitto atomico?
Mordecai Roschwald, professore universitario di origine polacca trasferitosi negli USA negli anni '50, e dunque in piena guerra fredda, confessa nella postfazione di avvicinarsi per la prima volta alla narrativa proprio con Livello 7, e di aver scelto la forma del diario perché gli era parsa la più semplice da gestire e la migliore alternativa a un testo didattico.
In effetti, il diario dell'ufficiale premi-pulsanti X-127 rappresenta ben più di un romanzo di intrattenimento.
Il Livello 7 del titolo indica il bunker sotterraneo in cui è confinato, insieme ad altri ufficiali dell'esercito, X-127.
Egli non ha più un nome, come del resto non ne hanno più i suoi compagni, perché una volta entrato nel bunker non farà più ritorno alla superficie e alla sua vita. E non vi potrà fare ritorno, perché gli uomini del Livello 7 hanno il compito di scatenare il conflitto definitivo, l'attacco nucleare che segnerà l'annientamento del nemico, ma che rappresenterà anche la fine di tutto il genere umano.
Infatti, le due super potenze reagiranno all'attacco dell'altra con la rappresaglia, seguendo entrambe l'ideologia del colpire per annientare, rincorrendosi così in una spirale di distruzione senza freni.
E un giorno il momento di premere il fatidico pulsante arriva davvero.
Volutamente agghiacciante, Livello 7, come i missili intercontinentali lanciati dal protagonista, colpisce nel segno con drammatica potenza e lascia il lettore a riflettere desolato sulle macerie del mondo.
Il rispetto per la vita è solo l'insegnamento più immediato che Roschwald ha voluto comunicare attraverso il suo apologo, che costringe a riflettere anche sul valore del pensiero indipendente e critico.
Bertrand Russell indica Livello 7 come uno dei libri che tutti gli uomini e le donne del mondo dovrebbero leggere. E non gli si può dare torto.

mercoledì 1 ottobre 2008

Ciao Paul!


La stangata, Butch Cassidy, Lo spaccone, Lassù qualcuno mi ama...
Tutti grandi film, certo. Ma quando ho appreso della sua scomparsa, mi è subito tornato alla mente il vecchio Sully de "La vita a modo mio". Un indimenticabile e irriducibile vecchio testardo: mi ci ero affezionato subito.
So long, Paul!