lunedì 27 gennaio 2014

Buoni motivi per avere un cane

Volevo scrivere un post in occasione del compleanno del mio cane, ma poi ho pensato che forse un post generico sul tema possa essere d'aiuto agli indecisi.
E allora, proviamoci.
Perché prendere un cane dovrebbe essere una buona scelta?







martedì 21 gennaio 2014

Ma a cosa serve leggere?

Già, a cosa serve?
E' il caso che qualcuno lo fermi?
Ma iniziamo il discorso proprio come è nato. L'altra sera, nel corso di una discussione, qualcuno ha fatto presente come negli ultimi anni l'identità culturale degli italiani sia andata a farsi benedire, scacciata da modelli e abitudini che non ci appartengono. Insomma, il classico discorso generico riguardo al quale ognuno può avere la propria opinione. Ho commentato questa osservazione tirando in ballo una recente statistica, in base alla quale pochi italiani leggono un libro all'anno. E a mio parere, è facile imporre nuovi modelli culturali in un contesto del genere.
Questo commento ha suscitato subito una replica veemente: ma perché, a cosa serve leggere? Se uno si informa, anche se non legge, cosa cambia?
Ora, devo ammetterlo. Questo tipo di osservazioni, provenienti poi da persone laureate, enunciate con un tono perentorio, ha il potere di spiazzarmi.
Nel senso che mi chiedo come si possa compiere un ciclo di studi durato oltre due decadi e rimanere convinti che leggere non serva a nulla.
Ora, non ho certo l'intenzione di montare in cattedra e dare lezioni. Mi piacerebbe però solo provare a ipotizzare cosa avrei potuto rispondere a quella persona, per tentare di convincerla a riconsiderare la propria posizione nei confronti della lettura.

venerdì 17 gennaio 2014

La serie di "Toby Peters" di Stuart M. Kaminsky

Darkly sparkling Chandler dialogue inspired 4 ...
Raymond Chandler
Aver letto - più volte e ogni volta con il medesimo gusto - i romanzi di Raymond Chandler con protagonista Philip Marlowe ha prodotto su di me, che io sappia un'unica controindicazione: sono diventato allergico ai polizieschi e alle detective story narrate in prima persona da un protagonista maschile con la battuta facile.
Perché l'ombra di Chandler grava su chiunque si cimenti con questo genere cercando di usare la sua stessa formula.

giovedì 16 gennaio 2014

Come lasciare la stanza di vostro figlio senza svegliarlo e vivere sereni fino al pisolino successivo

Per riuscire ad addormentare i bambini, lo sa ogni genitore degno di questo nome, esistono mille trucchi e teorie, più o meno funzionanti. Sull'argomento sono stati scritti i proverbiali fiumi d'inchiostro.
Ma cosa fare, però, quando il vostro bambino si è finalmente addormentato e voi vi trovate - ahimè - ancora nella sua stanza? Oppure quando voi vi ricordate, sempre e solo dopo aver chiuso con ogni attenzione la porta della camera in cui sta dormendo, che il vostro smartphone e' rimasto all'interno, acceso? E oggi è proprio il giorno in cui avete sostituito la vecchia suoneria con "Thunderstroke" degli Ac/Dc!
Ecco, questo post è dedicato a voi, è basato su esperienze dirette ed è concepito per aiutarvi a muovervi nelle tenebre silenziosi come ninja, raggiungere il vostro obiettivo e dileguarvi come spiriti così come siete arrivati. Senza svegliare il vostro piccolo.

martedì 14 gennaio 2014

Amministrazione di sostegno - dieci anni dopo

La scorsa settimana ho partecipato con piacere a un convegno presso il Palazzo di Giustizia di Torino.
Infatti, il 9 gennaio scorso la legge che ha introdotto nel nostro Paese l'istituto dell'amministrazione di sostegno ha compiuto dieci anni. Un anniversario abbastanza importante da indurre a una riflessione e consentire di elaborare un bilancio.
Per chi se la fosse persa, e so che purtroppo in molti non ne hanno nemmeno sentito parlare, l'amministrazione di sostegno è una misura di protezione. Si tratta di un istituto creato per consentire a persone che non sono in grado di provvedere ai propri interessi di ottenerne comunque la soddisfazione, con l'ausilio di un soggetto incaricato dal Giudice Tutelare, l'amministratore di sostegno, per l'appunto.

domenica 12 gennaio 2014

Ripartenze

English: Old typewriter Italiano: Vecchia macc...

Credete alle coincidenze?
Per quanto mi riguarda, se dovessi guardare ai miei pensieri degli ultimi giorni e metterli in relazione con i due pezzi nei quali mi sono imbattuto in meno di dodici ore, dovrei dire che si, ci credo.
I due articoli sono questo e questo.
In entrambi i pezzi si dice - in sintesi - che per migliorare la propria scrittura avere un blog è importante.
Ebbene, da giorni - se non da mesi - mi chiedevo che cosa fare di questo blog, al quale sono in fin dei conti affezionato. Effettuare il download di tutto quello che ho scritto e chiudere per sempre? Oppure impormi un ritmo e proseguire finalmente con una regola, dando nuova vita a queste pagine?
Poi, per l'appunto ieri sera, mi sono imbattuto nel post di Goins Writer che ho citato sopra.
Per finire, questa mattina come di consueto apro il blog di Davide Mana che seguo ogni giorno e mi ritrovo a leggere degli effetti positivi che possano derivare per la scrittura dalla gestione di un blog.
Ora, voglio essere onesto: ultimamente ho perso molto tempo a leggere testi sulla scrittura, a parlare di scrittura e ad annoiare mia moglie su quanto mi piacerebbe scrivere. In tutto ciò, se dovessi contare le parole battute in tutto questo tempo di certo non arriverei a una gran cifra.
Così, dopo aver letto i post che ho citato, mi sono detto che per una volta posso davvero provare a impormi una disciplina e tornare a fare qualcosa che mi dava un'autentica soddisfazione.
Infatti, anche se su queste pagine non è mai transitato un gran numero di visitatori e i commenti hanno per il vero sempre latitato, pensare ad argomenti per scrivere i post, e soprattutto scriverli per poi pubblicarli, aveva su di me un effetto positivo, che nessun'altra abitudine è mai riuscita a eguagliare.
E per effetto positivo intendo di certo anche una maggiore creatività, perché cercare nuovi argomenti mette inevitabilmente in movimento i giusti apparati del cervello preposti appunto a elaborare nuove idee. E mettere quelle idee sulla carta produce un effetto benefico, perché soddisfa quella parte di me che ha bisogno di scrivere qualcosa, meglio se ogni giorno.
E quindi, chi sono io per oppormi a due pareri così autorevoli, ignorandoli? In fin dei conti, Jeff Goins sostiene con forza che 500 parole al giorno siano la misura giusta per creare un'abitudine e anche per riuscire a mantenerla, non importa da quanti impegni lavorativi e familiari si sia presi.
Avevo già scritto un post in passato per  fissare un obiettivo, senza riuscire a mantenerlo.
Ora ne fisso uno e lo faccio in modo ancora più categorico, stabilendo anche la misura precisa del mio impegno.
E sapete una cosa? Mi frullano già in mente parecchie idee per i prossimi post.

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