venerdì 15 marzo 2013

Rock Springs di Richard Ford


"Rock Springs" è uno di quei libri che ho acquistato in virtù della copertina, senza ancora aver mai letto nulla in precedenza dello stesso autore. Mi ha attirato per la sua implicita promessa di parlare della provincia americana, da sempre capace di esercitare su di me una certa curiosità.
Ho trovato quel che cercavo e molto di più.
Si tratta di una antologia di racconti, che hanno in comune l'uno con l'altro diversi tratti, pur mettendo in scena situazioni e personaggi piuttosto differenti tra loro.
Innanzi tutto e ovviamente, tutti gli episodi hanno per sfondo la medesima ambientazione desolata, la piccola cittadine che dà il nome alla raccolta. Un luogo che ha visto e superato da tempo il proprio giorno migliore e anzi pare ora avere esaurito quanto potesse offrire ai suoi abitanti.
Questi ultimi, e questo è il secondo tratto comune a ciascun racconto, siano essi il protagonista o una delle figure secondarie, paiono tutti avere perso irrimediabilmente qualcosa. La loro vita risulta fotografata da Ford nel momento in cui è sospesa sul ciglio del baratro o, nel migliore dei casi, nell'unico momento di gioia che ci si possa aspettare.
Si tratta per lo più di uomini che hanno perso il lavoro senza avere altro sul radar se non la prospettiva di tante giornate uguali a se stesse, uomini che hanno perso la moglie, che non hanno mai avuto una donna, uomini che aspettano solo di trasferirsi altrove alla ricerca di un'alternativa.
Struggente? Di sicuro. Ma anche ironico, a tratti.
Con uno stile piuttosto semplice e un linguaggio povero ma capace di inaspettati guizzi poetici, Ford dipinge l'affresco di una terra e di un momento che somigliano molto a quelli che vediamo uscendo dalle nostre case qui in Italia, intrisi dello stesso senso di onnipresente precarietà.
In conclusione, cercavo un tuffo in un paese lontano e mi sono ritrovato a guardare il mio, da un'angolazione diversa solo di poco.

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