giovedì 25 dicembre 2008

Dylan Dog 268 - Il modulo A38


L'atteso numero d'esordio dello sceneggiatore romano Roberto Recchioni sulla serie regolare dell'Indagatore dell'Incubo, dopo la prima, breve, storia sul Color Fest dell'anno scorso, rappresenta una prova di buon livello, ponderata, e narrata con mano sicura.
Il lettore acquisisce tutte le informazioni fondamentali nelle prime venticinque – trenta pagine e ciò consente al flusso narrativo di scorrere agevolmente sino alla risoluzione della vicenda, a cui si approda, pur con pochi sobbalzi, senza il famigerato “spiegone” finale.
Dal punto di vista del tema della storia, ci troviamo dinanzi a una delle avventure di Dylan a cavallo tra il non-sense e la fantascienza, certamente divertente, ma che impone di sospendere il giudizio circa la capacità dello sceneggiatore di tratteggiare la psicologia del personaggio, che in questa vicenda non è affrontata.
Anzi, a questo proposito, si rileva che le indicazioni fornite dallo stesso Recchioni sul suo blog durante l'elaborazione della storia, sotto molti punti di vista interessanti, si sono rivelate però fuorvianti: l'autore aveva infatti anticipato che il titolo provvisorio era lo stimolante “un mondo senza Groucho”, che pareva annunciare una storia intimista, mentre ci si è poi trovati innanzi a una vicenda prettamente avventurosa, ricchissima, come nella migliore tradizione, di citazioni cinematografiche e letterarie.
E pur senza mutare il giudizio positivo espresso qualche riga innanzi, devo dire che mi ha lasciato perplesso proprio l'uso massiccio dei riferimenti, che giungono addirittura a costituire la struttura della parte finale dell'albo, costruita su una delle 12 fatiche di Asterix (quella relativa alla ricerca del “lasciapassare” A-38).
Infine dal punto di vista grafico, le matite di Bruno Brindisi, pur senza raggiungere qui l'eccellenza, si confermano come una garanzia, sia nella rappresentazione dei personaggi che in quella degli ambienti.
In conclusione, credo si possa dire che il talentuoso sceneggiatore Recchioni, atteso al varco su una delle serie cardine del fumetto italiano, abbia astutamente risposto con un episodio “interlocutorio”, almeno per lui, attraverso il quale ha potuto prendere le misure del personaggio e dare un assaggio ai lettori della propria visione di Dylan Dog, pur rimandando l'appuntamento con la sua caratterizzazione psicologica: una prova certamente interessante che fa crescere la curiosità verso il prossimo numero da lui sceneggiato.

martedì 9 dicembre 2008

Tu chiamale se vuoi emozioni

La settimana scorsa mi sono goduto Gipi, ospite del programma di Daria Bignardi "Le invasioni barbariche" (puoi trovare qui il video dell'intervista).
Anche se avevo appena finito il suo bellisimo "La mia vita disegnata male", l'attesa per la sua apparizione era più che altro motivata dal fatto che non mi ricordavo l'ultima volta di un autore "di fumetti" in tv.
Ma, a quanto pare, dovrò aspettare ancora per vederne uno.
Infatti Daria Bignardi l'ha presentato come "uno dei più grandi autori di graphic novel del mondo", tenendosi bene alla larga dalla pericolosa parola "fumetto", che avrebbe forse allontanato il pubblico dei benpensanti.
A questo punto due domande sorgono spontanee: è il caso che gli appassionati "di fumetti" si diano pace sul fatto che il loro medium preferito sia ammesso nei salotti buoni solo sotto mentite spoglie, sostituendo il suo nome con perifrasi in lingue straniere incomprensibili ai più? Oppure devono rallegrarsi del fatto che, comunque lo si voglia chiamare, il fumetto, in quei salotti buoni, sta diventando un ospite abituale e gradito?
Certo è che a "graphic novel" avrei preferito un più italico, comprensibile (e aulico) "letteratura disegnata"...

venerdì 5 dicembre 2008

Era ora!



Cito da Comicus:
In un'intervista esclusiva per Comicus, realizzata dal nostro Riccardo Galardini, Ivo Milazzo ha rilasciato una dichiarazione che farà la felicità di tutti i fan di Ken Parker.

Il disegnatore ha infatti dichiarato che è al lavoro, insieme a Giancarlo Berardi, su un nuovo albo di chiusura del loro personaggio, che riprende la trama lasciata in sospeso con il protagonista in galera.
Al momento, però, non si hanno ulteriori dettagli sull'uscita della storia.

mercoledì 3 dicembre 2008

Faccialibro

Dopo i primi momenti di scetticismo, durante i quali l'ho ritenuto solo un sofisticatissimo strumento per farsi i cavoli degli altri, devo dire di essermi ricreduto.
O meglio: Facebook è sicuramente l'occasione della vita per sapere dove è andata in vacanza quell'odiosa della nostra vicina di casa, ma è anche altro, e forse una delle esperienze "umane" più coinvolgenti che Internet possa offrire.
A volte lo schermo del monitor mi pare allargarsi fino ad assumere le dimensioni di un gigantesco banco, sul quale continuano a piovere i pezzi di carta lanciati da compagni di scuola che si possono trovare anche dall'altra parte del pianeta.
L'ennesima visione prosaica generata dalla mia inguaribile sindrome di Peter Pan? Temo proprio che sia così.

Lilith n. 1

 
Appena conclusa la bella serie di Manfredi "Volto nascosto", la Bonelli ha invaso le edicole con il primo numero della nuova creazione di Luca Enoch, Lilith.
Si tratta di una nuova maxi serie a cadenza semestrale, presentata in albi di lunghezza extra, di 132 pagine, a tema fantascientifico.
Lilith, che ruba il nome all'antichissimo demone mesopotamico dalle fattezze femminili latore di morte e distruzione, è un "cronoagente", una guerriera destinata ad attraversare le epoche alla ricerca di un parassita che, nel futuro, ha causato il declino della razza umana. Il parassita è custodito all'interno del corpo delle persone che Lilith ha il potere di individuare e l'obbligo di uccidere.
Il primo numero si svolge sullo sfondo della guerra di Troia e si segnala soprattutto per la grande perizia grafica di Enoch, che, con il suo tratto pulito, regala molte tavole davvero suggestive.
Ciò detto, quel che pare mancare è forse un più significativo approccio nella costruzione psicologica della protagonista. Infatti, anche se gli elementi presenti sono sufficienti a lasciar intravvedere lo sviluppo di una trama ad ampio respiro, il lettore chiude l'albo senza aver stabilito alcun legame particolare con la protagonista, la quale, chiamata a eseguire un compito dalle implicazioni tanto drammatiche, avrebbe forse potuto esprimere un maggiore pathos. Specie tenendo conto del fatto che il numero 2 sarà in edicola tra ben sei  mesi , sarebbe forse stato opportuno chiudere la prima uscita con un bel cliffhanger. Invece, Lilith riceve il proprio battesimo del fuoco e l'albo si chiude in modo un po' troppo rassicurante. Ci ricorderemo ancora di lei tra sei mesi?

venerdì 21 novembre 2008

110 anni fa...

...nasceva Magritte (uno dei miei pittori preferiti, scoperto nel 1989, se non erro,grazie all'episodio "Golconda" di Dylan Dog.)



sabato 15 novembre 2008

Una scelta difficile

Ieri,dopo aver sentito il padre di Eluana Englaro commentare l'esito del procedimento giudiziario avente per oggetto la sorte della propria figlia, e rappresentare la possibilità di interrompere la nutrizione di Eluana come il riconoscimento di un diritto, credevo di aver raggiunto una opinione definitiva in merito.
Mi avevano anche colpito le parole di un medico ospite della trasmissione di Bruno Vespa, il quale sottoponeva al pubblico la seguente riflessione: se la legge (la Costituzione) riconosce al cittadino il diritto di scegliere se sottrarsi o non a una terapia medica qualsiasi, allo stesso modo e sulla base dei medesimi principi gli deve riconoscere anche la possibilità di scegliere se accettare lo stato vegetativo persistente o rifiutarlo.
Insomma, in uno stato laico e di diritto, sostengono in sostanza il padre di Eluana e chi ne condivide le idee, al cittadino deve essere riconosciuto il diritto di dettare il proprio testamento biologico. Fino a questa sera mi pareva che il ragionamento fosse ineccepibile.
Invece, poche ore fa ho affrontato l'argomento con il mio medico rianimatore preferito (la mia dolce metà), e, come spesso accade, mi ha fatto ritornare nel dubbio.
Secondo la sua opinione, consentire a chiunque di esprimere la propria volontà in anticipo rispetto al momento in cui non sarà più in grado di farlo potrebbe rappresentare un autentico azzardo, con la posta in palio più alta che ci possa essere.
Infatti, prescindendo dalla pur rilevante considerazione che non tutti sarebbero in grado di apprezzare appieno le potenziali conseguenze della dichiarazione di testamento biologico, sarebbe la stessa natura dello stato vegetativo persistente a sconsigliare scelte aprioristiche.
Secondo quanto mi ha detto, molti casi di stato vegetativo persistente si risolvono in un inatteso risveglio, e spesso in tempi brevi, pari a pochi mesi.
Si tratterebbe, in sostanza, di giocare una mano di poker "al buio" con la propria vita. Non sappiamo ancora quali carte ci ritroveremo in mano, ma scegliamo di rinunciare al piatto e ritirarci, nel nome di quella dignità che il nutrimeno forzato e prolungato (ma per quanto tempo?) ci sottrarrebbe.
Per un altro verso, pare che la letteratura medica non conosca casi di risveglio dallo stato vegetativo persistente decorsi dieci anni.
Sarebbe dunque legittimo, per una legge statale, prevedere che oltre il decimo anno la nutrizione sia comunque sospesa, come se esistesse una sorta di presunzione di "non risveglio"?
L'eventualità che la scelta competa ad altri (allo Stato) mi spaventa in ogni caso.
In conclusione, non sono ancora riuscito a raggiungere un punto fermo sulla questione, ma credo che sia da evitare ciò che invece ha segnato l'epilogo della parabola di Eluana: la ricerca della volontà presunta e mai formalizzata non dovrebbe secondo me essere consentita senza una norma che consenta il testamento biologico, perchè ciò spalanca le porte a una zona d'ombra già ben rappresentata dallo stato vegetativo persistente, oltre che a un paradosso. Infatti, al momento, la dichirazione di testamento biologico espressa non ha valore, ma è invece efficace quella presunta e ricostruita ex post.

giovedì 13 novembre 2008

Le interviste!

Come l'anno scorso, pubblico alcune delle interviste realizzate all'ultima edizione di Lucca Comics & Games. Quest'anno ho avuto il piacere di strappare qualche battuta a Gianfranco Manfredi, Diego Cajelli (premiato proprio a Lucca come miglior sceneggiatore) e Giuseppe Ferrario.
Buona visione!



mercoledì 12 novembre 2008

Michael Crichton, addio



Qui trovate un bel pezzo su Michael Crichton scritto da Michele Medda.
Vale la pena leggerlo se siete fan di Crichton e soprattutto se non lo siete. Perchè vi potrebbe condurre alla scoperta di un grande scrittore.

martedì 11 novembre 2008

L'estate della paura di Dan Simmons


Dale, Duane, Lawrence, Mike e Harlen sono felici. E' il 1960, hanno un'età compresa tra i nove e i dodici anni e la scuola è appena finita. Di fronte a loro si profila la prospettiva di lunghi giorni di giochi e avventure spensierate che solo l'estate può regalare.
Quella che si apprestano a vivere, però non è un'estate come le altre. Una forza maligna, annidata da tempo immemore nei profondi recessi della vecchia scuola che tutti nel paese hanno frequentato, si è risvegliata e dà la caccia indisturbata ai bambini del paese.
Solo Duane e i suoi amici paiono rendersi conto di ciò che sta accadendo e fin troppo presto si accorgono che molte delle paure infantili che ancora provano al calar del sole non sono affatto il frutto della loro fantasia, popolata dai personaggi di fumetti o film dell'orrore, ma trovano una giustificazione terribilmente reale e percicolosa.
Anche se la struttura de "L'estate della paura" è quella di una tipica novella horror, con lo sparuto gruppo di protagonisti impegnato a fronteggiare una minaccia che pare invincibile, sarebbe davvero riduttivo per l'opera di Dan Simmons ricondurla esclusivamente a tali minimi termini.
Si tratta di un libro che parla soprattutto di amicizia, e di quelle amicizie, in particolare, nate in tenera età e destinate a segnare per tutta la vita, perchè per intensità, complicità e intesa è difficile viverne di analoghe in età più matura. E si tratta anche di un "romanzo di formazione", perchè Dale e i suoi amici compiono un percorso di crescita autentico: passano dal ruolo di vittime designate e terrorizzate a quello di eroici guerrieri, che non temono di conoscere a fondo e combattere ciò che tanto li spaventa.
Dan Simmons, il meraviglioso autore del ciclo di Hyperion, ci regala un'avventura narrata con mano sicura e la solita, sorprendente, potenza immaginifica, venata questa volta di molte note sentimentali.
E li chiamano semplicemente romanzi horror...

sabato 8 novembre 2008

David Murphy 911 n. 1


Si tratta del primo fumetto che ho acquistato a Lucca quest'anno e anche del primo che ho letto, direttamente in loco.
Sono un lettore abituale del blog dello sceneggiatore Roberto Recchioni e i numerosi post dedicati allo stato di avanzamento dei lavori di questa nuova mini-serie erano riusciti nell'intento di incuriosirmi parecchio.
Senza rivelare troppo della trama, della quale, nonostante numerose anticipazioni, non era trapelato nulla, posso dire che questo primo numero pare decisamente colpire nel segno.
Recchioni aveva rivelato che si trattava di una riflessione sul concetto di eroismo e di un sentito omaggio nei confronti del cinema d'azione made in USA (al serial 24 e ai film di Bruce Willis, su tutti) e fin dalle prime pagine, con un efficace inizio in media res, ci troviamo calati nei panni di un "eroe per caso", che riesce da subito simpatico.
La narrazione procede con un montaggio alternato tra presente e passato che contribuisce a rendere serrato il ritmo e fornisce tutte le informazioni occorrenti al lettore tenendo ben desta la sua attenzione. Così si scopre ben presto che lo spunto iniziale è molto originale e potrebbe assicurare a David Murphy una vita ben più lunga di quella per ora prevista per questi quattro numeri.
Meritano una segnalazione i disegni di Matteo Cremona. La Panini ha lasciato agli autori la massima libertà e così il talento di Cremona è potuto esplodere in un tripudio di splash page e tavole doppie, abbattendo spesso la gabbia delle vignette del classico formato italiano d'avventura.
In conclusione, una lettura davvero divertente, ben scritta e disegnata, che si vorrebbe proseguisse subito oltre la fatidica tavola finale.


P.S. letto il numero 1, acquista un significato il criptico numero 0, che non poteva apparire che deludente senza disporre della chiave interpretativa costituita dal n. 1

Ho fatto l'acquisto!

 
Da questa mattina sono il felice possessore di un Asus EEE Pc1000H.
Per ora ho potuto verificare solo che è silenzioso come il pensiero e veloce quanto basta.
E  che la tastiera, pur concentrata in dimensioni ridotte, risulta comoda e di agevole utilizzo.
Adesso lo configuro per skype e ci installo qualche add on per Firefox.
Magari più avanti una vera recensione!

venerdì 7 novembre 2008

Lucca Junior

Il pezzo che segue l'ho scritto per il blog di Lucca Comics & Games:

"Valorizzato dalla nuova collocazione nel cortile degli Svizzeri, vicino al cuore della manifestazione situato in piazza Napoleone, il padiglione Lucca Junior ha raggiunto quest’anno la piena maturità, se è ammesso il gioco di parole.
Infatti, l’ampia offerta destinata al pubblico più giovane è apparsa idonea non solo a intrattenere divertendo, ma anche a rivestire un ruolo più importante: quello di far avvicinare le nuove generazioni alla lettura.
Così, sulle note delle musiche di Puccini, di cui si festeggiava il 150° anniversario dalla nascita, i più giovani visitatori della kermesse toscana hanno partecipato a laboratori creativi in cui assistere alla nascita di un fumetto, a letture “recitate” di libri illustrati e a fumetti, a incontri con autori e disegnatori.
Per la verità, i bambini non erano i soli spettatori a osservare con occhi rapiti i risultati della creatività degli artisti: il pubblico è apparso spesso costituito anche da persone di età ben superiore a quella alla quale le varie performance erano dirette.
Insomma, un buon successo: a cui si è pervenuti grazie all’esperienza maturata nel corso delle passate edizioni e di cui il pubblico adulto della Lucca di domani potrà serbare un ricordo riconoscente."


...perchè sono convinto del fatto che un fumetto o un libro, presentati nel modo giusto, possono creare un legame stabile e spontaneo tra un bambino e la lettura.
Insomma, sulle spalle di Lucca Junior grava il peso di una bella responsabilità!

domenica 26 ottobre 2008

Anche quest'anno!



Ebbene sì.
Anche quest'anno lo Sciacallo Elettronico è riuscito ad aggiudicarsi il ruolo di media partner per Lucca Comics & Games.
In soldoni, significa che quattro baldi giovani affronteranno fatiche immani per portare alcune quintalate di fumetti a Lucca e si dedicheranno, una volta lì, a una serie di attività più o meno direttamente connesse alla cultura fumettistica e alla cronaca della manifestazione.
A me, in particolare, il compito di preparare le domande per le video interviste agli autori ospiti della manifestazione.
Quest'anno spero di strappare qualche battuta a Leo Ortolani, Diego Cajelli e a Roberto Recchioni.
Le interviste, come l'anno scorso, appariranno sul sito ufficiale della manifestazione.
Non perdetele!

venerdì 17 ottobre 2008

In treatment



Non credo di essere originale se accomuno la televisione a un buco della serratura, dal quale spiare in tutta tranquillità, senza paura che qualcuno ci sorprenda.
'In treatment', serie televisiva americana da poco nei palinsesti di Sky, ha acuito in me la sensazione di intromettermi in affari altrui, perché questa volta la scena che appare davanti al buco della serratura è costituita dalla stanza in cui uno psicologo (Gabriel Byrne) riceve i propri pazienti.
E per tutta la durata dell'episodio lo spettatore (lo spione?) assiste solo alla conversazione tra questi e il terapista. Non ci sono stacchi. La scena rimane solo quella: un dialogo tra due persone.
Qualcuno potrebbe ritenere che uno spettacolo televisivo in cui non succede sostanzialmente nulla sia noioso. Invece 'In treatment' non lo è affatto.
All'interesse voyeuristico nascente dalla consapevolezza di assistere a un colloquio riservato, gli autori uniscono una grande perizia nella costruzione dei dialoghi. Così, se anche la scena rimane in effetti sempre la stessa, le parole del paziente di turno ci catturano: scivolano di continuo dal passato al presente, omettono, nascondono (anche a sé stessi), riferiscono dettagli che al momento paiono inutili o allusivi, ma che infine delineano la storia di un'esperienza significativa o addirittura la storia di una persona.
Una serie concepita in modo intelligente e ben recitata, che non ha bisogno di effetti speciali per avvincere perché si serve al meglio del potere evocativo delle parole.

lunedì 6 ottobre 2008

Livello 7 di Mordecai Roschwald



Trovare un libro come Livello 7 nella collana Urania Collezione di Mondadori, che ristampa classici della fantascienza, sorprende chi si avvicina per la prima volta a quest'opera.
Infatti, si tratta certamente (e per fortuna!) di un racconto di fantascienza, ma non di quella fantascienza volta a esplorare pianeti alieni, paradossi temporali o comunque epoche e mondi lontani dal nostro. Livello 7 risponde a una domanda inquietante, alla quale il genere umano ha, a più riprese, rischiato di fornire una risposta terribilmente concreta: cosa succederebbe se sulla Terra si scatenasse un conflitto atomico?
Mordecai Roschwald, professore universitario di origine polacca trasferitosi negli USA negli anni '50, e dunque in piena guerra fredda, confessa nella postfazione di avvicinarsi per la prima volta alla narrativa proprio con Livello 7, e di aver scelto la forma del diario perché gli era parsa la più semplice da gestire e la migliore alternativa a un testo didattico.
In effetti, il diario dell'ufficiale premi-pulsanti X-127 rappresenta ben più di un romanzo di intrattenimento.
Il Livello 7 del titolo indica il bunker sotterraneo in cui è confinato, insieme ad altri ufficiali dell'esercito, X-127.
Egli non ha più un nome, come del resto non ne hanno più i suoi compagni, perché una volta entrato nel bunker non farà più ritorno alla superficie e alla sua vita. E non vi potrà fare ritorno, perché gli uomini del Livello 7 hanno il compito di scatenare il conflitto definitivo, l'attacco nucleare che segnerà l'annientamento del nemico, ma che rappresenterà anche la fine di tutto il genere umano.
Infatti, le due super potenze reagiranno all'attacco dell'altra con la rappresaglia, seguendo entrambe l'ideologia del colpire per annientare, rincorrendosi così in una spirale di distruzione senza freni.
E un giorno il momento di premere il fatidico pulsante arriva davvero.
Volutamente agghiacciante, Livello 7, come i missili intercontinentali lanciati dal protagonista, colpisce nel segno con drammatica potenza e lascia il lettore a riflettere desolato sulle macerie del mondo.
Il rispetto per la vita è solo l'insegnamento più immediato che Roschwald ha voluto comunicare attraverso il suo apologo, che costringe a riflettere anche sul valore del pensiero indipendente e critico.
Bertrand Russell indica Livello 7 come uno dei libri che tutti gli uomini e le donne del mondo dovrebbero leggere. E non gli si può dare torto.

mercoledì 1 ottobre 2008

Ciao Paul!


La stangata, Butch Cassidy, Lo spaccone, Lassù qualcuno mi ama...
Tutti grandi film, certo. Ma quando ho appreso della sua scomparsa, mi è subito tornato alla mente il vecchio Sully de "La vita a modo mio". Un indimenticabile e irriducibile vecchio testardo: mi ci ero affezionato subito.
So long, Paul!


lunedì 15 settembre 2008

Montecristo - Un uomo da abbattere


Prima di conoscere Stefano Di Marino, ho avuto il piacere di incrociare il suo pseudonimo, Stephen Gunn, nome col quale firma le avventure de Il Professionista, pubblicato sulla collana Segretissimo di Mondadori.
Devo dire che Chance Renard, il Professionista, appunto, mi ha conquistato subito. Vicende intricate, ironia e azione senza tregua costituiscono gli ingredienti fondamentali delle sue avventure.
Pertanto quando ho saputo che il Giallo Mondadori avrebbe pubblicato una trilogia di Di Marino, mi ci sono fiondato subito. E ho fatto bene.
Caratterizzata da un'atmosfera cupa, da giorno del giudizio, quest'opera abbastanza distante da quelle del Professionista si propone di rispondere a una semplice domanda: cosa succederebbe se in Italia la Mafia, con alcuni corrotti esponenti della politica e della Chiesa decidesse di sovvertire l'"ordine costituito"?
A contrastarne le losche macchinazioni troviamo Dario Massi, un agente delle forze speciali che si dimostra subito troppo scomodo per essere tollerato e si ritrova ben presto a combattere da solo.
Costruito tanto bene da risultare lineare anche nella sua complessità, questo primo episodio della trilogia concepita da Di Marino é davvero avvincente.
I personaggi sono appena abbozzati, ma il ritmo col quale si susseguono i colpi di scena è così alto, e le descrizioni delle frequenti scene di azione così ben tratteggiate, che si è costretti a divorare una pagina dietro l'altra.
Pistole e fucili che tuonano con più frequenza di quanto non parlino i protagonisti, agguati, tradimenti e uccisioni si susseguono senza tregua sullo sfondo di un'Italia marcia e violentissima.
Una spy story in perfetto stile "24" per un protagonista non meno carismatico di Kiefer Sutherland. E forse con una mira anche migliore.

giovedì 11 settembre 2008

Sai, è per il bambino...

Una passeggiata in centro durante una tranquilla serata di fine estate.
Porti anche tuo figlio, che ha solo un paio d' anni, ma un giro sul passeggino e un po' d'aria fresca, dopo cena, non possono che fargli bene.
Esci di casa con il bimbo in braccio e tua moglie, che ti sta di fianco con il passeggino, ti sorride felice, prima di iniziare la solita passeggiata sul corso.
Questa sera i negozi sono aperti, e scopri che nella piazzetta vicina c'é una manifestazione di fumetti.
Tua moglie sa già che ci vuoi fare un salto; "più che altro per far divertire il bambino", le dici, anche se lei sa bene che non è solo per quello.
Quando ancora mancano diverse decine di metri alla piazza, senti il cupo rimbombo dei bassi provenire da chissà dove, più avanti. Ti sembra di riconoscere il ritmo, è qualcosa che hai già sentito.
Svolti l'ultimo angolo col passo leggermente accelerato, controllando che tua moglie, col passeggino, ti stia sempre dietro.
Il suono coglie te e il bimbo con forza, prima che vediate le immagini che si susseguono sul maxischermo, coperto da una folla inattesa.
Riconosci subito la canzone: l'hai sentita tante volte, da bambino, che le parole ti affiorano alle labbra ancora adesso, senza difficoltà, a oltre vent'anni di distanza.
Parla di un pirata che ha per veliero una nave spaziale. Era uno dei tuoi personaggi preferiti.
Tuo figlio segue le immagini sullo schermo, e sembra divertito dal dondolio con cui, senza accorgertene, lo culli al ritmo della musica.
Incroci lo sguardo di tua moglie, che ha già quel suo sorriso che significa "lo sapevo".
Ormai incurante di ciò che può sembrare, le annunci che vai a chiedere al ragazzo vicino alla console se ha anche "Ken Falco".
Lei annuisce con lo stesso sorriso, un po' accentuato.
Ti sei fatto largo attraverso una folla di mamme e papà della tua stessa età e hai quasi raggiunto la console, quando qualcuno ti tira la camicia da dietro.
E' tua moglie. Deve urlare per farsi sentire al di sopra della musica. Però riesci a capire cosa dice e stavolta sei tu a guardarla con quel sorriso.
"Chiedi se hanno anche Remì, dai, sono sicura che al bambino piacerebbe."

p.s. liberamente tratto da ciò che si è visto sabato scorso, durante l'ultima manifestazione di fumetti organizzata a Borgomanero







lunedì 8 settembre 2008

Stacco senza dissolvenza

Mi sono reso conto che gli utlimi post hanno tutti per tema i libri, i fumetti o i film che ho letto e visto negli ultimi tempi.
Quindi, di fatto, non sto rispettando l'intenzione iniziale di creare un blog simile a un diario.
Dovrò quindi valutare se non sia il caso di cambiare nome al blog oppure...se non sia il caso di essere più coerente con me stesso.
In ogni caso, invertiamo nettamente la tendenza con un post dal contenuto personale.
"L'estate sta finendo", ma quest'anno non ne sono rattristato. Ho trascorso gli ultimi mesi (che, per la verità, somigliavano all'autunno) "succhiando il midollo della vita", come diceva Robin Williams ne "L'attimo fuggente" (credo che questa sia la frase più ricca di citazioni del blog).
Quest'inverno avrò parecchie foto da guardare dei tanti bei momenti che hanno acceso la mia estate: le vacanze a Parigi e in Molise, le gite in montagna con la mia dolce metà, le fiere di fumetti che ho contribuito a realizzare (presto un post sull'argomento), le nuove amicizie che ho stretto e le vecchie che sono riuscito a non perdere per strada.
Settembre si è aperto per me senza portarsi appresso il malinconico sentore di qualcosa che sta per finire, ma l'incoraggiante certezza di qualcosa che è bello continuare. Quindi, grazie a tutti, se mi leggete, capirete di certo che mi sto riferendo proprio a voi!
Leggendo qualche blog in giro per la rete mi sono reso conto che le mie confidenze alle pagine elettroniche sono limitate a sfumati accenni a quel che mi succede, e solo raramente assumono la forma di un vero e proprio racconto.
Perdonatemi, sono fatto così. E poi, come si dice, a buon intenditor...

martedì 2 settembre 2008

La solitudine dei numeri primi

Una buona recensione dovrebbe comprendere un riassunto della trama dell'opera recensita e, ovviamente, la valutazione dell'opera stessa. Così si dice.
Ritengo però che, nel caso di "La solitudine dei numeri primi", si renda un miglior servizio al potenziale lettore omettendo del tutto il riassunto della trama.
Infatti, il libro di Paolo Giordano vive di pochi fatti realmente significativi che sarebbe un peccato anticipare.
Dico solo che la solitudine dei numeri primi è la solitudine dei due protagonisti, Mattia e Alice, segnati in modo indelebile da esperienze che li hanno resi, sin da piccoli, diversi dagli "altri", e per questo incapaci di instaurare rapporti interpersonali equilibrati.
Si incontrano nella prima adolescenza e indovinano subito l'una nell'altro la presenza di un'affinità che li attrae e li separa allo stesso tempo.
Triste come può essere solo la vera solitudine, il libro di Giordano è avvincente e toccante. I protagonisti assoluti della vicenda sono caratterizzati tanto bene che il lettore si dispiacerà di doverli abbandonare, arrivato all'ultima pagina. E si dispiacerà anche di non sentire più la voce del narratore, perché, raccontando la solitudine di Mattia e Alice, racconta anche quella che tutti, prima o poi, dovremo conoscere.
Del resto, tra i motivi che inducono a leggere, il più forte non è forse quello di sentirsi un po' meno diversi e soli?

giovedì 21 agosto 2008

Di Terre Maledette & Tornado (ovvero: scusa, Tex)

Tex Willer deve raggiungere il suo fido pard Carson ad Amarillo, e per farlo decide di seguire il percorso più breve, quello che attraversa le cosiddette Indian Plains.
Le Pianure si annunciano da subito come lande deserte e ostili all'uomo, ma non sono l'unico ostacolo che Tex trova sulla strada. Si imbatte infatti nell'avvocato Lyman, anch'egli diretto ad Amarillo per partecipare al processo che sferrerà un attacco mortale al potere del rancher Ben Lowe.
Tex scopre ben presto che l'avvocato è seguito da una banda di sicari ingaggiati dallo stesso Lowe per ucciderlo e decide così di fargli da angelo custode.
Da queste premesse prende il via un'avventura coinvolgente, divertente e ricca di colpi di scena, che ha anche il merito di regalare al lettore tavole suggestive, che ben rappresentano il paesaggio della frontiera e le forze della natura con le quali i cow boys dovevano confrontarsi.
Anche se amo molto il genere western, confesso di avere snobbato per anni la collana di Tex Willer, convinto che non facesse che percorrere sentieri narrativi battuti sin troppe volte. Ebbene, questa storia di lunghezza doppia mi ha fatto ricredere. La realistica atmosfera delle praterie trattegiata nel primo numero e il brillante dipanarsi della trama nella seconda parte mi hanno convinto del fatto che il genere western "puro" (lontano, per intenderci, dalle contaminazioni di "Magico Vento") abbia ancora parecchio da offrire. E non solamente ai nostalgici appassionati dei film di John Wayne, ma anche a chi vuole gustare un'avventura ben congegnata, affrontata da un eroe positivo, senza macchia e senza paura.

lunedì 18 agosto 2008

Tornato



11 ore.
Tanto è durato il mio viaggio di ritorno dal Molise, sabato scorso.
I pronostici favorevoli dei siti specializzati in statistiche sul traffico sono stati ribaltati dall'imprevedibilità di quella specie di flipper gigante chiamato A14. Tra traiettorie folli, collisioni mancate e avvenute, rallentamenti dovuti a strettoie e cambi di corsia, il viaggio, che secondo navigatore ed esperienza "umana" poteva compiersi in poco più di sette ore, si è rubato l'intera giornata.
Anche se il tragitto è stato tranquillo (andavamo troppo piano perché le nostre spine dorsali potessero essere percorse da qualche brivido), e la A14 è in condizioni migliori di tante autostrade (rispetto alla A4 Torino - Venezia è un gioiello), non posso fare a meno di pensare che un viaggio sulle autostrade italiane, oggi, sia un rischio enorme.
Forse lo spauracchio dei punti patente persi funziona ancora, e i limiti di velocità, in genere, vengono osservati, ma a quante pericolose infrazioni abbiamo assistito!
Sorpassi improvvisi, sulla destra e ad alta velocità, dribbling di auto compiuti avvalendosi di tutte le corsie disponibili, anche di quella di emergenza, carichi "pendenti" non segnalati e nemmeno ben assicurati...
Considerato il numero di auto in circolazione, mi sarebbe piaciuto vedere sulle strade una presenza più massiccia di "forze dell'ordine", perché senza di loro gli Italiani paiono sempre sentirsi autorizzati a soddisfare l'Ayrton Senna che si sentono dentro. Dimenticando, però, quale fine abbia fatto.

martedì 5 agosto 2008

Dylan Dog - La collina dei conigli


Ho appena letto l'ultimo numero di Dylan Dog, che affronta il tema della vivisezione e che ha scatenato sul blog di Roberto Recchioni un'accesa discussione sul rapporto uomo - animali e sulla necessità (oltre che sulla legittimità) di compiere esperimenti su di loro.
Non intendo pronunciarmi su questo tema, ma prendere solo spunto dall'ultimo numero dell'Indagatore dell'Incubo per riflettere sul percorso di uno dei miei personaggi preferiti.
Dylan Dog ha iniziato la sua avventura editoriale visitando molti luoghi comuni del genere horror, approcciandoli a volte con rispetto e altre volte stravolgendoli con l'ironia.
Inoltre, l'orrore che ci ha mostrato all'inizio della sua vita editoriale aveva ANCHE a che fare con le brutture dell'uomo e della vita moderna, fatta di solitudine, alienazione, ripetitività e freddezza.
Però a giudicare dagli ultimi numeri di Dylan Dog, pare che ormai il nostro old boy viva nell'impossibilità di vivere una "serena" avventura (horror o non), per essere condannato a portare avanti a testa bassa una crociata contro i mali del nostro tempo.
Per carità, sono il primo a sostenere che i fumetti possono trattare argomenti "alti", ma possibile che non ci sia numero in cui non compaia un clochard, un cane abbandonato, un vecchietto rimasto solo o...dei conigli arrabbiati?
Sembra quasi che ora Dylan Dog si senta legittimato a raccontare l'orrore solo a patto di condurre battaglie importanti, dopo aver perso, però, quella, non meno importante, contro il buonismo.

venerdì 1 agosto 2008

Come una magia


A otto o nove anni ho ricevuto in regalo un set completo di trucchi da mago.
Ricordo ancora la scatola gigantesca della confezione (un regalo "grande" era di per sé sinonimo di bel regalo) sulla quale campeggiava il volto di Silvan, sorridente sotto una cotonatura da olimpiadi.
All'epoca doveva essere all'apice della carriera: appariva in televisione di continuo e il suo "sim sala bim" era il grido di battaglia col quale io e i miei compagni di scuola accompagnavamo ogni sparizione di matita o astuccio.
Non esagero se dico che aprire quella scatola è stato uno dei momenti più emozionanti della mia carriera di bambino.
Infatti mi aspettavo di trovare davvero della magia (in particolare, le istruzioni per tagliare a fette una persona, scomporla e rimetterla insieme), ma non rimasi comunque deluso dal contenuto, anche se ben più modesto: la bacchetta magica in plastica, da montare, cava all'interno per contenere il fazzoletto più lungo del mondo, mezzo uovo (sempre in plastica) che poteva sparire a comando (capovolgendolo nel relativo portauovo), un mazzo di carte truccato (ma che non riuscì mai a ingannare la mia pro zia di ottant'anni), una scatola con doppio fondo e un voluminoso manuale di istruzioni.
Anche senza formule magiche fu quest'ultimo ad assorbire la mia attenzione. I trucchi svelati erano spesso semplici, ma ogni pagina di quel libretto trasudava di un ingegno creativo che mi lasciava ammirato.
Mi chiedo se sono poi cambiato molto, da allora.
Oggi la magia che preferisco non è nascosta nelle maniche di un frac o nel fondo di un baule "sigillato"; i miei illusionisti preferiti ora hanno pagine scritte per palcoscenico ed estraggono i loro conigli dal vocabolario invece che da cappelli a cilindro. Però un colpo di scena imprevisto o una similitudine azzeccata mi conquistano allo stesso modo.
E tenendo conto che Stephen King definisce la scrittura come "telepatia", forse intravvedere un parallelismo tra i suoi "trucchi", per sviare e tenere avvinto il lettore, e quelli di un mago che spopolava negli anni '80, potrebbe non essere folle. Chissà.
Io, comunque, me ne guardo bene.

giovedì 31 luglio 2008

Batman - Il Cavaliere Oscuro



Recita un detto: "Se una persona usa dieci parole quando potrebbe usarne tre, è capace di qualsiasi nefandezza".
Non mi ricordo dove l'ho sentito e non so nemmeno se il regista Cristopher Nolan ne confermi la bontà macchiandosi di qualche turpe reato. Però il suo film, secondo me, è eccessivamente lungo, ridondante, e troppe scene grondano dell'autocompiacimento di chi le ha concepite.
L'interpretazione di Heath Ledger è certamente ottima, ma l'impatto del personaggio sarebbe stato ben più forte se la narrazione fosse stata meno dispersiva.
Con un Joker così, perché anche Due Facce, lo Spaventapasseri, i Figli di Batman (presenze appena accennate), il tradimento dei poliziotti, la mafia, ecc.ecc.?
Mi sarebbe piaciuto di più un film concentrato esclusivamente sul rapporto simbiotico e morboso che corre tra l'Uomo Pipistrello e la sua ghignante nemesi.
Ma forse sono ancora troppo influenzato da The Killing Joke.

Nota positiva: sono contento che l'indegna sostituta di Katie Holmes sia finita in cenere.

mercoledì 23 luglio 2008

16 anni fa!

Ho trovato per caso questo video che ripercorre la Lucca Comics del 1992!
Lasciatemi dire: "Io c'ero!"
All'epoca la manifestazione, che ora occupa tutto il centro storico della città, era interamente contenuta dal palazzetto dello sport.
E mi sembra davvero ieri che, arrivato in cima agli spalti, dopo una lunga attesa, mi sono trovato davanti a John Byrne. All'epoca, nutrivo per lui un'ammirazione vicina alla fede mistica.
Conservo come una reliquia gli albi che mi ha autografato e rimpiango di avergli rivolto solo poche parole. Del resto, cosa si può dire a un mito?

lunedì 21 luglio 2008

La frase da duro del giorno è...

"Non importa dov'é che muori, da lì all'inferno la distanza è la stessa."

Elmore Leonard, da "Tutti i racconti Western", Einaudi

Lost In Translation - Bob Harris sings More Than This

Nel recente passato, ho visto pochi film che mi siano piaciuti più di Lost in translation, tanto che ricordo di averlo difeso a spada tratta dalle critiche di chi l'ha bollato come noioso (Non è noioso, è d'atmosfera!!!).
Non so come la pensate voi, ma, a prescindere da tutto ciò, sentire Bill Murray mezzo ubriaco che canta steccando "More than this" resta un piacere...

giovedì 17 luglio 2008

Notiziona!



"Sembrerebbe proprio che il figlio d'arte John Romita Jr., uno dei disegnatori americani più apprezzati a livello internazionale e particolarmente amato nel nostro paese, abbia in programma un viaggio in Italia. La conferma alle voci che circolano da qualche mese e che lo vorrebbero a Lucca Comics 2008 (o comunque a una grande manifestazione di fine anno) come ospite d'onore, vengono confermate in parte sul numero 286 di Fantastici Quattro oggi in edicola. Nelle note in terza di copertina, infatti, l'editor Giuseppe Guidi si lascia scappare che Last Fantastic Four Story, scritta da Stan Lee e disegnata dal disegnatore, tra le altre cose, di World War Hulk e Kick-Ass, inizialmente prevista sul mensile, verrà "dirottata su un volume per festeggiare la visita di Romita Jr in Italia".

Stando a quanto scritto nel redazionale, la Panini farà quindi uscire in un albo ad hoc lo speciale, lasciando sul numero 289 del mensile del quartetto l'altrettanto epocale albo Fantastic Four: the Lost Adventure, dove grazie a recuperi delle tavole di Kirby e a scene realizzate per l'occasione, viene finalmente ultimata la storia che doveva concludere il lungo ciclo di Lee & Kirby su Fantastic Four, originariamente prevista per il numero 104 della serie e mai pubblicata a causa della separazione della coppia di artisti per divergenze creative." (tratto da Comicus)

Adoro Romita Junior e sono cresciuto leggendo e rileggendo i FQ di Lee & Kirby.
Ogni tanto qualche buona notizia ci vuole!

mercoledì 16 luglio 2008

"La confusione è...

...un ordine che non si capisce."
Henry Miller


Quindi io, in realtà, non sono un casinista, ma un grande incompreso.

Devo decidere se compiacermene o deprimermi.

martedì 15 luglio 2008

Mirrors' Edge


Se continuo a vedere trailer di giochi come questo, va a finire che la PS3 la compro...

lunedì 14 luglio 2008

Incipit

"Mi trovavo nei pressi di uno di quei casamenti della Central Avenue non ancora completamente invasi dai negri. Ero appena uscito da un negozietto di barbiere dove, secondo un'agenzia, avrebbe dovuto trovarsi un certo Dimitrios Aleidis, lavorante barbiere. La moglie di Dimitrios Aleidis aveva dichiarato d'essere disposta a spendere qualche soldo perché lui tornasse a casa. Non lo trovai mai. Del resto dalla signora Aleidis non ebbi mai un quattrino. "

Raymond Chandler, "Addio mia amata"

Uno dei miei preferiti.

Nuvole e pioggia


Ieri intorno alle 19 si è conclusa la quinta edizione di "Fumetti a Novara". Certamente è stata la più faticosa per gli organizzatori, ma anche quella che ha regalato più soddisfazioni.
Palumbo, Sommacal, Domestici, Ubezio, DePretto, Testa, Ribichini e gli altri autori coinvolti hanno disegnato, intrattenuto il pubblico, regalato bozzetti e autografato albi, proprio come ci si attendeva. E anche di più!
Ma la sorpresa è consistita nel successo ottenuto dal concorso per cosplayer. La sfilata dei partecipanti per le vie del centro storico e la premiazione finale hanno catalizzato l'attenzione degli appassionati di fumetti...e anche di chi era in centro a caccia di saldi.
Anche il maltempo che ha investito il Nord Italia nella giornata di ieri ha risparmiato la manifestazione...almeno fino a quando anche l'ultimo cosplayer non ha ricevuto il premio per il proprio costume.
Poi si è scatenato l'inferno. Ma questa è un'altra storia.
A seguire, pubblicazione di foto, video e materiale vario della manifestazione.

giovedì 10 luglio 2008

Casa desolata

Ieri, dopo quasi due mesi di lettura, ho terminato Casa Desolata di Charles Dickens, certamente uno dei più bei libri che abbia letto.
Casa Desolata è un romanzo ricchissimo, in cui Dickens dipinge un immenso affresco della società inglese di metà Ottocento, scagliando bordate devastanti alle fondamenta che la reggono, con cannoni caricati a ironia dirompente.
A Londra, tra le tante cause pendenti innanzi alla Corte di Giustizia del Lord Cancelliere, suprema istituzione per l'applicazione della Legge, ve n'é una di proporzioni gigantesche, che si trascina da tempo immemore, e di cui non si vede la fine. Una causa di cui si è perso il senso, che consuma ogni anno cifre astronomiche per il suo stesso sostentamento, e che è l'emblema del malfunzionamento dell'apparato statale.
Attorno a essa, ruotano i destini dei protagonisti. C'è chi, nella vana attesa di diventare ricco all'esito della causa, si consuma tra una udienza e l'altra, illuso e avulso dalla propria esistenza; c'é chi se ne infischia, e, pur essendovi invischiato, vive serenamente la propria vita, magari occupandosi del prossimo; e poi ci sono gli avvocati, rappresentati come grigi scrigni di segreti, che anziché favorire gli interessi dei propri assistiti, rappresentano solo l'ennesimo ingranaggio di una macchina che non funziona.
E, ancora, c'é l'aristocrazia, chiamata per la prima volta a confrontarsi con l'ascesa della classe borghese, destinata a intaccarne il potere e a rilevarne la ricchezza.
Casa Desolata, concepito tra il 1852 e il 1853, è un'opera di feroce, attualissima, denuncia sociale, che presenta gli elementi caratteristici del cosiddetto romanzo di appendice, ma che, per struttura e contenuti, si propone come precursore di generi che si sarebbero affermati solo molti anni dopo.
Basti dire che il romanzo è anche considerato come uno dei primissimi esempi di detective stories e che uno dei protagonisti, l'ispettore Bucket, è una delle prime figure di investigatore della storia della letteratura.
Casa Desolata vi farà immergere nella Londra di metà Ottocento, vi presenterà una moltitudine di personaggi indimenticabili, vi strapperà parecchie risate e potrebbe anche riuscire a commuovervi.
Non è celebrato o famoso (e mi chiedo perché) come Oliver Twist o David Copperfield, ma, se amate i romanzi lunghi, non potete perderlo.

martedì 8 luglio 2008

Legion


Non avevo mai letto nulla della serie Segretissimo e i pochi racconti che ho letto finora di questa antologia me ne hanno fatto pentire.
Killer spietati, mercenari, spie, uomini disposti a tutto pur di raggiungere il proprio obiettivo, sia esso una vendetta o la salvezza di un innocente, sono i rudi protagonisti di imprese coinvolgenti ed emozionanti.
Il primo racconto, con protagonista Chance Renhard, l'unico vero Professionista, è un concentrato di adrenalina, testosterone e malinconia che cattura sin dalle prime righe.
Alla macchina da scrivere si succedono dei veterani del genere: dopo Stefano Di Marino, creatore del Professionista, il celebre Alan D. Altieri e molti altri, fino ad arrivare all'esordio di Tito Faraci, che passa dalle nuvole parlanti alla letteratura senza disegni, con una storia tesa e divertente.
Insomma, se non avete ancora deciso quale libro mettere in valigia, questo, a mio avviso, può essere una buona scelta.

lunedì 7 luglio 2008

La Batmobile in Formula 1!



Se Bruce Wayne gareggiasse davvero in Formula 1 con il suo bolide nero, e non si trattasse solo di una trovata promozionale per l'imminente uscita di The Dark Knight, forse tornerei davvero a seguire qualche Gran Premio...
Fino a quel momento, continuerò a considerare il circo della Formula 1 come il più efficace rimedio all'insonnia mai concepito.

giovedì 3 luglio 2008

Desiderio

Spero che il Milan acquisti Ronaldinho.

Così almeno la smetteranno di rompercele in ogni telegiornale con 'sta storia.

Fumetti a Novara, V edizione




Ormai manca poco al 12 e al 13 luglio...



Dalle 10.30 del mattino alle 20.00 di sera, nel centro storico di Novara

Due giorni di divertimento fra fumetto, vignette, Ballons, CosPlay, Illustrazioni e Fantasia! Quest’anno ci sarà anche un bellissimo mercatino per la vendita dei fumetti, una zona Gioco per giocare a tutti i giochi di carte e a Risiko! Una zona Lan Party e molto altro! Cosa aspettate? Venite numerosi!
Per maggiori informazioni:
www.fumettianovara.it

mercoledì 2 luglio 2008

Dark Knight's Poster


Why so serious?
Bellissimo!

Linkando...


Ho aggiunto nella colonna dei link il sito Stripper's Guide.
Contrariamente a quello che si sarebbe indotti a credere, non si tratta di un sito di donnine accaldate, ma (purtroppo, diranno alcuni) di un blog che si occupa della storia delle strisce a fumetti sulle riviste americane.
Contenti lo stesso?

martedì 1 luglio 2008

Aria di Lucca...

Le persone normali in questo momento pianificano tranquilli week end al mare, rigeneranti soggiorni in montagna, stimolanti migrazioni verso lidi esotici.... l'appassionato di fumetti, no! Questa figura oscura è già costretto a proiettare la mente oltre l'estate, al mese di novembre, alla prossima edizione della fiera di Lucca!
Perché ormai, se non si prenota l'albergo in questo periodo, si rischia di trovare alloggio solo nei dintorni della Basilicata.
Quindi, non sorprendetevi se vi dico che oggi, 1° luglio, ho fatto la mia prenotazione per i giorni che vanno dal 29 ottobre al 2 novembre. Vi faccio sin da ora i miei migliori auguri di felice Halloween, e... ci vediamo a Lucca Comics!

sabato 28 giugno 2008

Un diverso approccio al problema

Zona imbarchi, aeroporto di Milano Malpensa, 31 maggio scorso.

"Ma è incredibile! Lei è nata il 19 gennaio! Sa che io sono nato il 20? Che combinazione!"
Con queste parole, esclamate a un volume che le avrebbe rese udibili a 400 metri di distanza, un corpulento addetto alla sicurezza dall'aria bonaria e dal sorriso aperto ha dato inizio ai controlli sui bagagli della mia dolce metà, per l'imbarco sul volo che ci avrebbe condotto a Parigi.
L'uomo, che sono sicuro di aver visto nello spot del whiskey tra i panzoni allungati su una sedia a lanciare tappi (non mi chiedete cosa c'entrasse, era lui!), sembrava assolutamente in deliquio dopo aver fatto quella scoperta.
Poco importava che lui avesse almeno 25 anni in più. A giudicare dalla sua gioia incontenibile, doveva pensare di essere praticamente suo fratello gemello. Ci è mancato poco che la abbracciasse e, dopo aver lanciato un'occhiata alla mia carta d'identità accompagnandola con un gesto della mano che doveva significare "ma sì, che sei a posto!", ci ha augurato buon viaggio col calore che avrebbe potuto riservare per gli amici del bar che frequenta da decenni.
Ci siamo diretti verso l'aereo rinfrancati nello spirito e con una rinnovata fiducia verso il prossimo.



Zona imbarchi, Aeroporto Charles De Gaulle, Parigi, 9 giugno scorso.

Al metal detector ci sono due guardie. Una seduta al monitor, l'altra in piedi. Entrambe mi fissano con occhio torvo e quella in piedi mi fa capire che non basta vuotare le tasche e consegnare chiavi e cellulare: mi devo togliere anche la cintura.
Mi metto sull'attenti ed eseguo. Poi, isso il mio zaino sul tapis roulant e mentre supero il detector reggendomi i calzoni, ne seguo con la coda dell'occhio l'avanzata, sperando che tutto fili liscio. Ovviamente, la guardia al monitor dice che qualcosa non va, e mi pianta gli occhi addosso, con l'espressione di un cecchino che ha appena inquadrato il bersaglio.
Sorrido imbarazzato e mentre mi chiedo come le innocue cianfrusaglie che ho in valigia possano averli messi in allarme, si materializza davanti a me il sosia di Jean Reno. Ovviamente, oggi non è il giorno dell'anno in cui è di buon umore.
"Posso guardare nel suo bagaglio" dice, non chiede, in un inglese francesizzato. Io gli porgo lo zaino con la mano che non regge i calzoni e lui inizia a frugare aprendo ogni singola scatoletta, ogni astuccio e guardando anche in controluce un barattolo di senape per verificare che contenga proprio senape e non altro. Dopo aver frugato ovunque, finalmente alza nella mano un involto di carta, lanciandomi un'occhiata interrogativa. Sudo freddo. Non riesco a ricordarmi cosa contenga quell'involto. Poi, mentre la guardia si fa largo attraverso la carta, ho l'illuminazione. Il set da aperitivi con i piccoli stuzzicadenti colorati. Faccio subito la faccia più innocente che un uomo possa fare con i pantaloni mezzo calati, e Jean Reno consulta l'esperto in stuzzicadenti per aperitivi, il quale, dopo un attento esame, dice in modo solenne che i miei possono essere imbarcati. Con un'espressione disgustata sul volto, Jean Reno butta nello zaino tutto quello che ne aveva cavato e me lo riconsegna gentilmente, sbattendomelo contro lo stomaco. Lo saluto sussurrando un "Au revoir" e mentre raggiungo la mia dolce metà, reggendo zaino, portafogli, chiavi, cintura e calzoni, mi sento molto piccolo.

mercoledì 25 giugno 2008

Un altro buon motivo per scaricare Firefox 3



Non solo il browser Firefox 3 targato Mozilla è più sicuro, più veloce e include un sacco di nuove features.
E' anche il più simpatico e il più vicino al cuore degli appassionati di fantascienza.
Digitate about:robots nella barra degli indirizzi e vedrete!


venerdì 20 giugno 2008

Ciao Sergente!

Durante l'ennesima notte insonne, ho letto gli articoli apparsi su La Stampa e Corriere della Sera a commento della scomparsa di Mario Rigoni Stern.
Dietro le parole entusiaste che spesso salutano l'opera di chi non c'é più, mi è parso questa volta di intravvedere un autentico, comune, dispiacere.
Di Rigoni Stern ho letto quasi tutto diversi anni fa, quando me lo consigliò mio padre, già suo affezionato lettore, ma ricordo ancora bene la commozione provata nel leggere quel "ghe rivarem a baita, sergent majur?" (torneremo a casa, sergente?), domanda e preghiera insieme, ripetutamente posta dai giovani alpini al loro sergente, durante la micidiale campagna di Russia.
Rigoni Stern scriveva con parole semplici, di cose vere e importanti, come solo ai grandi riesce.
Mi dispiace che non ci sia più.

mercoledì 18 giugno 2008

Basette



La risposta italiana a Lupin III! Come direbbe Homer, MITICO!

Parigi e ritorno

Anche se a livello razionale non ho alcun problema a metabolizzare le implicazioni di un viaggio aereo, a livello emotivo qualche parte di me si rifiuta di farlo.
Così, dopo essere ritornato da Parigi, mi sono aggirato per qualche giorno attraverso le vie della mia città con la sensazione di appartenere ancora a un altro posto, come se fossi un pezzo di ferro sotto l'attrazione di una calamita.
Un'altra sensazione che provo spesso è quella di scoprire la bellezza di una cosa quando ormai dispongo solo del suo ricordo.
Durante il mio soggiorno parigino mi sono sforzato spesso di individuare "un'atmosfera" che caratterizzasse tutta la città, ma mi era parso di avere fallito, per avere collezionato soltanto una "serie di atmosfere".
Solo ora, però, mi rendo conto che Parigi è la solennità che si respira a Les Invalides, la sorprendente novità della Defense, la brulicante tranquillità di Montmartre, l'ammiccante oziare dei bistrot e la frenesia dei boulevard. E' tutto questo, uno stimolo continuo per la vista e gli altri sensi, e molto altro ancora.
Ora che non sono più lì, e che sono ritornato alla mia routine lavorativa, ricordo il mio soggiorno a Parigi come un sogno dal quale sono stato distolto troppo presto, e nel quale sono stato costretto ad abbandonare una parte di me. Spero di poter tornare a recuperarla al più presto.

martedì 17 giugno 2008

Download Day


Siccome mi stuzzicava l'idea di partecipare alla realizzazione di un record mondiale, e perché sono un affezionato utente di Firefox, mi sono iscritto alla download list e oggi ho scaricato la versione 3 del browser targato Mozilla.
A un primo esame, pare decisamente veloce, oltre che arricchito di nuove funzioni.
E voi, cosa aspettate? Contribuite anche voi a infrangere il record di "scaricamenti". Se, come me, non mangiate api e non dormite su un letto di chiodi, potrebbe essere la vostra sola occasione di entrare nel Guinness dei primati!

venerdì 13 giugno 2008

Italiano, questo sconosciuto

Cito da LA STAMPA.it:
"Le scoperte che hanno segnato la storia della tecnologia, dal
“Commodore 64” al “Tamagotchi” tornano a vivere grazie al blog a
“oneVintage”

Sì, è vero il Commodore 64 è stata proprio una grande scoperta. L'ha trovato un coltivatore di patate tedesco nell'orto.

E la ruota? Anche quella, grandissima scoperta!

Ma come si fa a confondere le "scoperte" con le "invenzioni"....???

Queste cose mi irritano... Meglio che ritorni a pensare agli Europei di calcio.


mercoledì 11 giugno 2008

Fumetti a Novara


Cliccate per vedere l'immagine ingrandita. E, se potete, venite a trovarci!

martedì 10 giugno 2008

Paranoia di un lunedì sera sportivo


Ieri sera ho portato fuori il cane.
Sai che notizia, direte voi.
Il fatto è che siamo usciti di casa verso le nove e trenta.
Ebbene sì, proprio durante la partita dell'Italia.

Io e il mio amico a quattro zampe non ci vedevamo da un po' e avevamo bisogno di stare insieme. Cose da uomini.
Appena usciti di casa, ci siamo trovati in una città sconosciuta.
Nessuna automobile in circolazione e strade deserte. Se non ci fosse stato il mio, avrei potuto dire che in giro non c'era un cane.

Dalle finestre delle case un solo suono rompeva il silenzio: il brusio della telecronaca di Olanda - Italia.

A questo punto, non so nemmeno io perché, invece di essere colto dalla incontenibile curiosità di Fantozzi per il risultato della partita (il mitico "Scusi, chi ha fatto palo?"), sono stato preso dall'angoscia.
Forse ho letto e visto troppa fantascienza, ma immaginarmi tutta quella gente seduta davanti alla televisione per assistere allo stesso spettacolo, mi ha messo strane idee in testa.

E se invece che cambiare i libri di storia e inventare un nuovo linguaggio per la politica, come in 1984, fosse sufficiente al Grande Fratello trasmettere gli Europei di calcio per deviare l'attenzione della gente dalla munnezza che la sommerge a tutti i livelli?
Come dite? Appena tornato dalle vacanze e già paranoico?

Già. Sarà meglio tornare all'interrogativo angoscioso che mi ha appena messo in mente un giornalista: ma Donadoni schiererà Del Piero e Cassano dall'inizio la prossima volta?

lunedì 9 giugno 2008

Sono a caasaaa!...


Accidenti ieri notte sono ritornato a casa.
La forma non è quella ottimale per affrontare una giornata di lavoro. Ho ancora nella testa gli echi di Parigi e girando gli occhi per strada mi stupisco di non trovare i suoi giardini, le sue stazioni della metro o le sue boulangerie (ahime!).
A breve ricco reportage. Anche fotografico, ovvio.

Gradita sorpresa del giorno: Tito Faraci, celebre scrittore di fumetti (se non l'avete, recuperate il suo Topolino Noir, edito da Einaudi), ha aperto un blog. Lo trovate QUI.

martedì 3 giugno 2008

In un attimo di pausa...

...aggiorno il blog!
Sono a Parigi da tre giorni.
Al momento dall'elenco delle cose da vedere risultano spuntati:
montmartre
il louvre (anche se almeno un'altra visita si farà)
il museo d'orsay
le due isole cittadine
le gallerie la fayette (anche se un'altra visita saro' obbligato a farla)
la torre eiffel (scalata a piedi!)
il marais

L'entusiasmo e' alle stelle nonostante il tempo non sia bellissimo...
Mi aspettano ancora Versailles e Eurodisney... e qulche altro centinaio di chilometri a piedi!

martedì 27 maggio 2008

Indiana Jones e il regno del Teschio di cristallo (ovvero: volevamo solo renderti omaggio)



Volevate il cappello che ruzzola sospinto dal vento e torna sempre nelle mani di Indy? La frusta legata al fianco e pronta a schioccare sui malcapitati nemici? La fatalona che vuole mettere le mani su un reperto in grado di donare "enorme potere"? Le acrobazie e le scene ai limiti dell'inverosimile e spesso anche oltre?
Al film che probabilmente sbancherà i botteghini di tutto il mondo e che continua ad aggiudicarsi ottime recensioni non manca nulla di tutto ciò.
Tutti gli elementi che hanno contribuito a creare l'alone di leggenda intorno al personaggio di Indy sono presenti, e il pubblico ride e trattiene spesso il fiato, eppure...
Eppure il risultato finale non va oltre la somma algebrica degli elementi menzionati, come se l'intento primario degli autori fosse solo quello di accontentare il vasto pubblico di aficionados, anziché quello di raccontare una nuova avventura di Indiana Jones.
Certo, l'assenza di un comprimario come Sean Connery si fa sentire e forse Spielberg ha ritenuto di poterla colmare presentandoci l'erede di Indiana e pigiando a fondo sull'acceleratore.
Però il solo risultato ottenuto è quello di soffocare la vicenda con sparatorie e inseguimenti, così che i caratteri dei personaggi non emergono e mancano dello spessore che non era mai mancato nei capitoli precedenti.

In questo film non c'é una sola battuta da tramandare ai posteri e l'alone di autoironia con cui Spielberg ha sempre ammantato le gesta del nostro archeologo si dissolve dopo le battute iniziali.

"Impeccabile e divertente" è il commento che ho letto questa mattina su "La Stampa". Un commento che condivido, ma con una precisazione.
Non credo che un autore che voglia donare emozioni memorabili si possa permettere di essere "impeccabile" nel raccontare il proprio personaggio, trattandolo coi guanti bianchi e non riservandogli nemmeno un colpo basso.
Indiana Jones è entrato di diritto nell'immaginario collettivo, ma questo episodio (forse) definitivo, atteso per quasi venti anni e narrato dagli autori con il rispetto reverenziale per il personaggio che compete solo al pubblico, rappresenta solo un'uscita di scena in punta di piedi.

Mio caro Indy, vorrai perdonarmi se continuerò a ricordarti mentre cavalchi verso il sole con tuo padre e Marcus Brody, quando questi ha lanciato il grido di battaglia che l'ha reso immortale.

lunedì 26 maggio 2008

Lo faccio?


Ok. Oggi è il giorno.
Sono proprio curioso di vedere dove rotolerà il mitico cappello e quali acrobazie dovrà fare Indy per recuperarlo.

Mi si presenta anche un interrogativo. Se lo ordino su E bay e me lo calco ben bene sulla testa sabato, prima di affrontare con la mia dolce metà il volo che mi porterà a Parigi per dieci giorni, quante possibilità ho di essere mollato?

venerdì 23 maggio 2008

Fine. Ma quale?


E così ieri la Corte di Cassazione ha giudicato una madre colpevole di aver ucciso il proprio figlio di tre anni e l'ha condannata a scontare svariati anni di carcere.
Abbiamo così assistito, grazie alla solita schiera di onnipresenti giornalisti, all'ultimo (?) atto dello spettacolo: la incarcerazione.
Tuttavia, non posso dire che la sentenza emessa mi abbia fatto sentire sollevato o appagato.
E non c'entra nulla il fatto che la condanna da scontare non sarà mai, come è italico costume, quella comminata, ma una ridotta in misura considerevole.
A rendermi perplesso sull'epilogo della vicenda sta la considerazione che forse una madre che arrivi ad uccidere il proprio figlio non sia una criminale, ma solo una persona malata.
Ma allora, invece che al carcere non sarebbe forse stato più opportuno destinarla a strutture preposte alla cura?

giovedì 22 maggio 2008

Domani sarà mio!


Nella vita di un appassionato di fumetti, c'è solo una cosa che dà più piacere della lettura del proprio titolo preferito ed è...l'attesa per l'uscita del numero successivo.
Aspetto con ansia "The Spirit" da quando ho sentito con le mie orecchie Marco Lupoi annunciarne la pubblicazione a Lucca.
Non vedo l'ora di metterci sopra le mani per due motivi: sono affezionato al personaggio, frutto della mente geniale di Will Eisner, davvero insuperabile, e perché questa nuova serie è stata affidata a Darwyn Cooke, uno dei migliori artisti del fumetto in circolazione, a mio giudizio.
Se vi siete persi The New Frontier, i suoi episodi di Catwoman e Green Lantern e altre perle sparse per l'Universo Dc, provvedete a colmare il buco. Ne vale la pena.
Dotato di un tratto dal sapore retrò di per sé in grado di emozionare, Darwyn Cooke è specialista nel realizzare storie evocative, che restano impresse.
Vi saprò dire se ha fatto centro anche con The Spirit.

martedì 20 maggio 2008

Hype



Copio e incollo da cineblog.it:

"Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo è il
miglior film della serie, dopo il primo, e il miglior film del genere
mai fatto da 27 anni a questa parte. La giostra spielberghiana si
trasforma in un vero e proprio parco divertimenti, in 140 minuti di
pura e sana fantasia cinematografica, di azioni, sussulti e risate,
grazie al ritorno di quello che è forse uno delle poche icone della 7°
arte di questi ultimi 30 anni."


E io devo aspettare fino al 26 per poterlo vedere!!! Ma come si fa?

Se il 12 e 13 luglio...


...non sapete cosa fare e vi piace indossare i mutandoni di Superman o il più solleticante bikini di Lamù, fate un salto a Novara!

domenica 18 maggio 2008

La vita è piena di sorprese.

Adesso l'Inter si mette pure a vincere le partite decisive.
Un'altra certezza che se ne va...

mercoledì 14 maggio 2008

Echi perduti di Joe R. Lansdale

Ho scoperto Lansdale solo di recente e sto cercando di recuperare il tempo perduto.
Dopo il gioiello "In fondo alla palude", mi sono avvicinato a "Echi perduti" con notevoli aspettative, che sono però evaporate abbastanza in fretta.
La vicenda ha per protagonista Harry, un ragazzo con un udito decisamente fine. Infatti, un attacco di orecchioni da record gli conferisce il dono diavere visioni scatenate dai suoni. Le visioni hanno per oggetto episodi di violenza di cui gli oggetti rimangono impregnati, e che l'orecchio di Harry gli restituisce in tutta la loro intensità emotiva.
La paura di rivivere le scene di un delitto, di una rapina, o anche solo di un litigio, conduce Harry all'isolamento e all'alcolismo, e alla scelta di evitare i posti di cui non conosce la "storia", per paura di essere sopraffatto dall'ondata di emozioni che monta a ogni visione.
Harry finisce così in una spirale auto-distruttiva da cui lo spingeranno a uscire l'amore per una ragazza e l'amicizia per un maestro di arti marziali in declino.
La prosa secca e diretta di Lansdale fa sì che anche questo romanzo si legga velocemente. Tuttavia, la storia pare non decollare mai davvero, e si è sempre in attesa di una svolta che pare non arrivare mai. I personaggi, benché simpatici, mancano di quel guizzo tale da renderli davvero autentici e alcuni (per esempio Tad, il mentore di Harry) pare un po' troppo stereotipato.
Per quanto mi riguarda, la pietra di paragone con cui valutare ogni noir con poteri paranormali è e resterà "La zona morta" di King; e sebbene "Echi perduti" abbia buone potenzialità, Lansdale non alza abbastanza il tiro, con il risultato di non ottenere nulla di altrettanto drammatico, o avvincente.

giovedì 8 maggio 2008

Cornelio: delitti d'autore

Nel nuovo fumetto Star Comics il protagonista Cornelio Bizzarro, scrittore di romanzi gialli in crisi creativa, si ritrova a indagare su una serie di omicidi realizzati con le stesse modalità usate dall'assassino nel suo primo libro.
Già da queste poche righe, emerge il fatto che siamo di fronte a un prodotto di non eccessiva originalità per quanto riguarda l'intreccio "giallo".
Tuttavia, il fumetto si lascia leggere, soprattutto grazie alla simpatia del protagonista, che ha le fattezze dello scrittore Carlo Lucarelli, il quale ha partecipato alla stesura del soggetto.
L'editoriale che apre il numero 1 di questa nuova mini-serie di sei numeri chiarisce che gli autori hanno l'intento di toccare tutti i temi connessi all'arte del delitto: dall'horror, con storie di vampiri, al noir.
In definitiva, pur con qualche pecca (come il barboso "spiegone" finale) questo numero uno rappresenta un buon biglietto da visita per una serie, se non originalissima, certamente curata e piacevole.

domenica 27 aprile 2008

Criminal


Vincitrice del prestigioso Eisner Award e scritta da uno degli autori più cool del momento, Ed Brubaker, la serie Criminal è recentemente approdata sugli scaffali delle fumetterie italiane grazie a PaniniComics.
Si tratta di una vicenda 'noir' il cui protagonista è Leo, un criminale specializzato nella pianificazione di colpi ingegnosi con comode vie di fuga, e per questo noto nella mala come 'il Codardo'.
Leo non usa armi e non viene mai meno alle proprie regole di condotta, che finora lo hanno tenuto lontano dalla galera, ma cede alla tentazione di accettare un colpo proposto da un poliziotto corrotto, il furto di cinque milioni di dollari in diamanti. Un errore che pagherà caro.
Un Eisner Award e uno scrittore di grido dovrebbero rappresentare garanzie sicure sulla qualità del prodotto.
Tuttavia, Criminal, sin dalle prime battute, delude per sapere troppo di già visto. Brubaker infonde nella propria scrittura tutti i cliché del genere noir, che padroneggia in modo sicuro, ma senza innovare, ottenendo così solo la summa aritmetica di tali elementi, e poco più.
Pertanto, forse anche a causa dell'inflazione a cui è sottoposto il noir, o forse solo per l'eccessivo rispetto con cui Brubaker aderisce agli stilemi del genere, Criminal non convince appieno. Ad esempio, i dialoghi, seppur perfetti dal punto di vista dei tempi e della narrazione, risuonano nella mente del lettore come l'eco di qualcosa già sentito troppe volte, così come la trama, per gli stessi motivi e seppure corra verso la conclusione con ritmo e armonia, non riesce a essere davvero emozionante.
Ciò premesso, il successo di Criminal può giustificarsi con la qualità della sceneggiatura, che ne fanno uno dei comics più vicini al medium cinematografico mai visti. Infatti, grazie anche alle tavole di Sean Phillips, il cui tratto spigoloso ben si asserve alla vicenda narrata, le vignette si susseguono in modo tanto armonioso da dare l'impressione di essere davanti allo schermo cinematografico anziché a una pagina disegnata.
In conclusione, e limitatamente a quanto detto, se la "storia" non può da sola spingere a consigliare l'acquisto, la prova di Brubaker e Phillips è certamente quella di due maestri impegnati a rendere il loro tributo al genere 'noir'.
Da questo punto di vista, l'acquisto dell'opera è consigliabile.