giovedì 27 settembre 2007

Consigli a un giovane scrittore

So che, stando alla sidebar, dovrei essere alle prese con un romanzo di Calvino, ma nel frattempo ho scovato il libro di Vincenzo Cerami che dà il titolo a questo post e non gli ho resistito.
Dal "risvolto" apprendo che è stato adottato addirittura da scuole e università, ma questo particolare, che non mi ha sorpreso, non deve spaventare.
E' un testo piuttosto breve, di nemmeno 200 pagine, che analizza e svela con tono colloquiale le tecniche di costruzione dei testi destinati al cinema, alla radio, alla narrativa e al teatro.
Cerami si sofferma sulla costruzione dei dialoghi, sulle possibilità evocative offerte dai punti di vista, dalle inquadrature, dalle descrizioni e persino dai silenzi. La terminologia usata dall'autore è delle più semplici e i "consigli" vengono resi immediatamente comprensibili grazie alla citazione ad hoc di brani di autori famosi.
Questo libro non è piaciuto solo alla parte di me a cui piace scribacchiare, ma anche, e forse ancora di più, al mio io di lettore. Mi è infatti stato impossibile non richiamare alla mente tanti libri letti, dopo aver finalmente trovato nelle parole di Cerami la spiegazione alle scelte degli autori, che spesso non sono altro che sperimentati meccanismi per ottenere un determinato effetto.
Chiude il testo una riflessione sulla comicità, sulle gag e sulla figura dell'attore comico appassionata e incredibilmente avvincente perché davvero rivelatrice.
Pertanto, consiglio i "Consigli" a tutti i "giovani", siano essi scrittori o lettori; del resto, credo che nel cuore di questi ultimi si nasconda sempre il desiderio, più o meno confessato, di far parte, un giorno, dei primi.

"Consigli a un giovane scrittore" di Vincenzo Cerami, Garzanti, € 8,00

martedì 25 settembre 2007

Fine del primo atto

In questi giorni sono stato molto preso dal lavoro, però non tanto da perdermi l'evoluzione (o l'epilogo) del giallo dell'estate, il delitto atroce di una ragazza trasformato in un circo mediatico mai così becero.
I giornalisti hanno scavato nel passato dei protagonisti, hanno passato al setaccio le loro esistenze e, a parte la loro ormai abituale mancanza di rispetto, mi ha colpito il fatto che non abbiano trovato proprio nulla da raccontare. Nessun fatto degno di nota, se vogliamo escludere il patetico piacere di chi godeva della presenza delle telecamere. Solo il delitto. E, prima di quello, pare, nulla di diverso da ciò che vivono tante persone tutti i giorni.
Sembra che i RIS abbiano trovato prove schiaccianti, però il popolo ha già emesso la sentenza, prima del processo, e ha urlato "assassino" all'unico indagato, che da un mese viveva assediato da cronisti e curiosi, già prigioniero in casa propria.
Tra poco lo spettacolo riprenderà nell'aula di un tribunale e tutti saranno costretti, volenti o nolenti, a sfilare di nuovo davanti a onnipresenti telecamere. Ci sarà un punto fermo, al di là di ogni dubbio, o potremo ancora una volta dividerci in innocentisti e colpevolisti?
L'unica cosa che mi sembra certa è che, chiunque si sia macchiato di un atto così terribile, suscita sì tanta rabbia, ma anche tanta pena.

giovedì 20 settembre 2007

Post sui Post che non sono mai a post (che titolo gggeniale che mi è venuto)

Questa storia di tenere un blog sta lentamente assumendo la forma di una sindrome.
Se non sono connesso a Internet, penso a ciò che potrei scrivere.
Se sono connesso, continuo a rivedere quello che ho scritto, alla ricerca di errori che finisco sempre per scovare.
Attendo con impazienza il lancio di un abbonamento a prezzo ridotto per navigatori che consultano un sito solo.

MITICO!


E' stato sufficiente fare i capricci per una settimana per convincere la mia dolce metà a portarmi a vedere il film dei Simpson.
Prima di dirvi se mi è piaciuto, lasciatemi chiarire una cosa.
Quest'uomo è un genio e io lo adoro.
Vederlo condurre la propria esistenza in barba alle più elementari regole della società civile mi dà un piacere sublime.
Ad ogni modo, in questo film lo vedrete: compiere folli acrobazie in sella a una moto, guidare una slitta trainata da una muta di cani attraverso l'Alaska, fare pernacchie contro la pancia di un maialino (poi ribattezzato Spider-Pork, per un motivo che non rivelerò per non rovinarvi la sorpresa), sognare la soluzione dei suoi problemi grazie alle droghe di una popputa shamana, fare inconsapevolmente affermazioni irriverenti sulla Bibbia e molto altro...ah sì...mi dicono che non posso omettere di ricordare che causa anche un lieve disastro ambientale... ma nulla di che.
Insomma, se non vedrete questo film vi perderete qualcosa di grosso. C'è anche una scena di nudo con Bart e Maggie dice la sua prima parola.
E se ve lo state ancora chiedendo, sì, a me è proprio piaciuto.

martedì 18 settembre 2007

La speranza è l'ultima a morire...

A me Beppe Grillo, comico, è sempre piaciuto.
Adoravo i suoi "Te lo do io il Brasile" e "Te la do io l'America" e ho visto diversi suoi spettacoli dal vivo.
Il suo ingresso in politica, di conseguenza, non mi ha sorpreso poi molto.
Da anni, chi assiste a un suo show, torna a casa con in testa ben più di quel che lascia di solito uno spettacolo comico: molti interrogativi, soprattutto, spesso anche inquietanti.
Insomma, non so se avesse da tempo deciso di fare politica, ma credo che di comizi, in fin dei conti, ne tenga da tempo, ottenendo larghi consensi e facendo proseliti, anche grazie alla cassa di risonanza enorme di Internet.
Certo è che ha scelto il momento più opportuno per "scendere in campo" (tanto per usare un'espressione abusata), con i cittadini insoddisfatti e le forze politiche quanto mai divise.
Altrettanto certo è che è molto facile attaccare la classe politica italiana standone al di fuori; ben più difficile è riuscire a scalfirla e migliorarla seguendo le regole di un sistema che sembra fatto apposta per fagocitare gli oppositori.
In tanti hanno fallito. In tanti non ci hanno nemmeno provato, anche se l'avevano promesso.
Sarà la volta buona?

lunedì 17 settembre 2007

Grazie, Heroes!


Non so se sia così anche per gli altri, ma essere un lettore di fumetti, a volte, mi dà l'impressione di appartenere a una società segreta.
Le persone con cui parlare della propria passione sono poche (almeno rispetto al numero di quelle che frequento) e, quando i non-credenti mi sentono parlare di fumetti, mi guardano come se fossi una bestia rara (speriamo non in via di estinzione).
Non posso pertanto che essere contento dell'apparizione in TV del serial “Heroes”, di cui ho visto ieri le prime due puntate, con un ritardo enorme rispetto al resto del mondo.
Il successo planetario del serial mi fa gioire. Non so ancora dire se sia meritato, ma mi fa gioire comunque.
Vedere sdoganate a favore del “grande pubblico” le tematiche che hanno fatto da sfondo a tante mie letture è stata una soddisfazione, di quelle che ti fanno dire “E solo adesso ci siete arrivati?!”.
E poi, non solo gli amati eroi Marvel di Stan Lee paiono aver fornito ben più di qualche spunto per il serial, ma un personaggio, che è già il mio preferito, cita esplicitamente Kitty Pryde (se non sapete chi è, vergogna!), uno dei più bei cicli degli X-Men di sempre ed è addirittura iscritto al Fan Club degli Eroi Marvel!
Che dire?
Al momento, senza sbilanciarmi oltre, mi limito a: “Grazie Heroes per aiutare a diffondere il Verbo!”


sabato 15 settembre 2007

Mindscan (ovvero “essere o non essere” secondo Robert J Sawyer)

Che cosa fa di noi quello che siamo? Dove risiede la nostra coscienza? L'anima esiste? E se fossimo in grado di copiare perfettamente il contenuto della mente umana e inserirla in un corpo artificiale, cosa succederebbe?
Il libro di Robert J Sawyer, canadese classe 1960 già vincitore di un premio Nebula, è costruito intorno a questi interrogativi: il protagonista, un quarantenne malato incurabile, decide di sottoporsi al procedimento di “scansione mentale”, per dare a se stesso (o, meglio alla copia esatta della sua mente) la possibilità di vivere una vita normale. Trasferisce alla sua copia tutti i suoi diritti e, affidandole il prosieguo della sua esistenza, si trasferisce in un paradiso artificiale appositamente costruito sul lato oscuro e inaccessibile della Luna, per attendere la propria dipartita.
Senonché, viene trovata la cura per il male che lo affligge, vi si sottopone, e pretende allora di riavere indietro la propria vita.
Nel frattempo, il tema della coscienza, della consapevolezza di sé e dell'anima viene sviscerato nel corso di un processo intentato dalla replica di una scrittrice, deceduta, che vuole sentirsi attribuire la qualifica di “persona vera” e l'identità del proprio “originale”.
Nel corso del processo Sawyer, per bocca di scienziati, filosofi e psicologi chiamati a testimoniare, illustra in modo sintetico e documentato (come dimostra la bibliografia alla fine del libro) ciò che sappiamo o ipotizziamo di noi stessi e della “coscienza”.
Ovviamente, per esigenze narrative, si spinge un po' più in là, ma ciò non rovina il gusto che si prova leggendo un libro intelligente, che miscela le atmosfere dei thriller giudiziari alla Grisham, quelle della sci-fi d'azione con i temi della fantascienza hard e induce anche a riflessioni stimolanti.
Consigliato.

"Mindscan" su Urania, Mondadori, n. 1525, € 3,90

giovedì 13 settembre 2007

Domanda

Oggi la home page di Libero riportava la seguente notizia: "Donna di colore stuprata per giorni - costretta anche a mangiare feci".

La domanda è questa: siamo proprio sicuri che sia una "notizia" nel senso stretto del termine?
E ancora: ammesso che lo sia, è proprio opportuno inserirla nella home page di un portale del genere?

mercoledì 12 settembre 2007

A grande richiesta...

Ecco qualche foto della mia vacanza in Sicilia!
Il mare di Siracusa:
 

Il Duomo di Ortigia:
 

L'anfiteatro romano al parco archeologico di Siracusa:
 

La via dove ogni anno si svolge l' "infiorata" a Noto:
 
Posted by Picasa

lunedì 10 settembre 2007

Sono ancora da qualche parte

Ieri sono tornato.
Il viaggio in Sicilia si è concluso intorno alla mezzanotte, quando ho varcato la soglia di casa carico di bagagli e stanco per l'interminabile giornata.
Oggi sono già andato a lavorare, ma non mi sento ancora immerso nella solita vita di tutti i giorni.
Porto di nuovo l'orologio (in vacanza non lo faccio mai, per principio), ho il cellulare di nuovo sempre acceso (e rispondo alle chiamate) ma ho ancora la testa da qualche parte, credo in un punto imprecisato sospeso tra Sciacca, Selinunte e Agrigento.
Non voglio smettere di assaporare tutto quello che mi ha lasciato questo viaggio meraviglioso, che merita un post scritto in un orario migliore delle undici di sera.
Ho già visionato le quasi trecento fotografie scattate e chiuderò la serata guardandole un'altra volta.
Se mi cercherete, mi troverete lì, da qualche parte, sospeso tra la valle dei Templi e il Duomo di Monreale.