venerdì 4 ottobre 2013

Due libri nei quali le dimensioni contano: "Tre millimetri al giorno" e "L'occhio del male"

English: American science fiction author Richa...
English: American science fiction author Richard Matheson. (Photo credit: Wikipedia)
Ho terminato da poco la lettura ravvicinata di due libri frutto della fantasia di due tra i miei autori preferiti.
Si tratta di tre millimetri al giorno di Richard Matheson e di L'occhio del male di Stephen King.
In entrambe le opere il protagonista subisce delle mutazioni fisiche e per la verità in molti sostengono che King, che da sempre ha definito Matheson uno dei suoi riferimenti principali, si sia "ispirato" fortemente all'opera del suo maestro.
Mi sono chiesto se valesse dunque la pena di leggere entrambe le opere. Questo post è la risposta che mi sono dato.


Nel libro di Matheson, il protagonista è condannato a vedersi ridurre la statura di un millimetro al giorno, per l'appunto. In quello di King, invece, un grasso avvocato in carriera lotta per contrastare una costante perdita di peso.
Il primo si ritrova nella propria condizione a causa di una nube radioattiva, dalla quale è investito nel corso di una gita in barca. Il secondo, invece, è maledetto da uno zingaro, per aver investito e ucciso con la propria auto sua figlia ed essere sfuggito a una giusta condanna grazie al favore di un giudice amico.
Entrambi finiscono per conoscere la condizione di emarginazione alla quale li conduce la malattia.
Il protagonista di Matheson, però, pare avere un atteggiamento per lo meno inizialmente più passivo e ogni tappa del suo restringimento pare rappresentare quella di un inesorabile addio alla vita che conosceva, per non avere più la possibilità di viverla. Assistiamo quindi, grazie a una serie di flash back, al distacco sia fisico che morale dalla moglie, che si ritrova accanto un uomo con la statura di un bambino, in costante lotta per affermare una dignità che per primo dubita di possedere ancora. E che finisce per essere prigioniero nella propria cantina, ormai troppo piccolo per chiedere soccorsi o per riuscire a uscirne, eludendo le minacce che lo attendono in agguato.
Il protagonista di King, invece, non pare avere la minima intenzione di rassegnarsi. Conscio che la medicina nulla può contro la maledizione che lo sta consumando, parte alla ricerca della carovana di zingari, che pare vagare senza sosta, scacciata dopo pochi giorni da ogni cittadina in cui si ferma. E' infatti convinto che solo l'anziano zingaro possa salvarlo, rimuovendo la fattura. E durante la ricerca, la sua rabbia cresce, perché rivivere costantemente il momento dell'incidente lo convince di non esserne l'unico responsabile.
In conclusione: spunti simili? Di sicuro. Però svolgimento e conclusione conducono a riflessioni in ambiti che nulla hanno in comune. Matheson riflette sulla condizione di malato, su ciò che si perde e su ciò che forse, malgrado tutto, si può guadagnare. King, invece, riflette intorno alle conseguenze delle proprie azioni e sulla capacità di assumersene la responsabilità.
Due libri molto diversi, quindi, con solo qualche punto di contatto. Vale la pena di leggerli entrambi? A mio giudizio, senza alcun dubbio.
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