mercoledì 13 ottobre 2010

La rete di chi scrive (e di quelli che vorrebbero imparare)


Forse è solo perché mi sono da poco avvicinato all'argomento, ma ho l'impressione che mai come in questi giorni stiano proliferando su Internet siti dedicati alla scrittura e alle sue regole.
Provo a elencare di seguito quelli che seguo con maggiore assiduità:
Diegozilla - Lo scrittore di fumetti Diego Cajelli ha da poco annunciato dal proprio blog di voler tenere un workshop di scrittura. E' sufficiente iscriversi ed è gratuito
Fabio Bonifacci - Tiene da mesi, come avevo già segnalato qui, un corso di scrittura creativa, giunto da poco alla quinta lezione (consigliato!)
Freddo cane in questa palude - è il blog di Diego Burattini, sceneggiatore in forza alla Bonelli: il blog non è dedicato espressamente alla scrittura, ma se ne parla spesso e offre parecchi spunti di riflessione
Ad un tratto echeggiò uno sparo - E' il blog di Stefano Piani, sceneggiatore di vari fumetti e impegnato anche nel cinema. Anche in questo caso, sul suo blog appaiono spesso considerazioni e spunti di riflessione sulle tecniche di scrittura
Il mestiere di scrivere - si occupa di scrittura in genere, non solo di quella creativa, ma anche di quella in ambito professionale e nella vita di tutti i giorni.
E non è il caso di dimenticare Gamberi Fantasy, che ha da poco riaperto, come già detto di recente.



domenica 10 ottobre 2010

Riapre "Gamberi Fantasy"!

Oggi ho trovato una piacevole sorpresa nel mio feed reader: il blog Gambery Fantasy ha riaperto i battenti.
Se siete interessati al fantasy o alla scrittura o se semplicemente siete alla ricerca di qualcosa di intelligente da leggere, vi consiglio di far visita al blog di Gamberetta, che oggi si è ripresentata al suo pubblico con una già nutrita dose di aggiornamenti. Che dire... Bentornata!

sabato 2 ottobre 2010

Dylan Dog 289 - Il sentiero degli enigmi...o degli indovinelli?

Apprezzo molto le storie di Dylan Dog scritte da De Nardo, sempre ricche di atmosfera, spesso molto originali, e comunque capaci di mandare in scena un Dylan in linea con lo spirito originale della serie.
Per certi versi, non fa eccezione nemmeno il numero attualmente in edicola, primo episodio di una sorta di "Mistero dei templari" in salsa horror, con l''Old Boy impegnato nella ricerca di un leggendario amuleto, in grado di sconfiggere l'avvento di un antico demone. Anche in questo caso, la storia beneficia di un'efficace atmosfera cupa, l'avversario di turno rappresenta una minaccia inquietante e sui protagonisti pare gravare sempre la sua presenza.
Mi rende però perplesso un aspetto legato alla "quest" nella quale è impegnato il nostro eroe. Infatti, per arrivare a mettere le mani sul talismano che dovrebbe mettere in fuga il demone, Dylan deve appunto risolvere gli enigmi che danno il titolo all'albo.
Purtroppo, però, lo sceneggiatore, invece di inventare prove ad hoc per far giungere alla meta il nostro, si è avvalso, più che di enigmi, di indovinelli che erano già vecchi trent'anni fa e con i quali ci si sfidava sui banchi di scuola durante le lezioni più noiose. Un esempio? L'albo si chiude addirittura con un problema che aveva già afflitto e risolto il tenente Colombo in uno degli episodi più vecchi della sua serie.
In questo modo, tutta la suspense (e la sospensione dell'incredulità) dell'episodio risulta compromessa, perché immaginare cosa deve fare Dylan per proseguire il cammino non è affatto una sfida.
Come se ciò non bastasse, De Nardo fa sì che Dylan chieda aiuto per risolvere "gli enigmi" addirittura al suo vecchio amico Bill Porter, niente meno che insegnante di calcolo combinatorio all'Università Metropolitan di Londra, quando forse gli sarebbe bestato portarsi dietro uno studente delle medie.
Non resta che augurarsi che il secondo episodio di questa avventura presenti sfide più stimolanti per il nostro Indagatore dell'Incubo e soprattutto per i suoi lettori.

martedì 28 settembre 2010

Il ritorno del Grinta, con i Coen


Jeff Bridges è uno dei miei attori preferiti.
Adoro i Coen.
E ho sempre pensato che la scena in cui John Wayne a cavallo spara con un winchester in una mano e una pistola nell'altra, sia quanto di meglio il cinema western abbia mai prodotto.
Tirando le somme, sono davvero curioso di vedere questa versione de "Il Grinta".

mercoledì 7 luglio 2010

"Fumetti a Novara"...e sette!


Sabato 10 e domenica 11 (in pratica, il prossimo week end) si terrà la settima edizione di "Fumetti a Novara"!
Anche quest'anno, le vie del centro storico ospiteranno autori, laboratori, cosplayer, e ovviamente...tantissimi fumetti!
Il costo del biglietto di ingresso? Solo quello di raggiungere il centro di Novara e girarlo a piedi.

giovedì 17 giugno 2010

"Lupo nelle tenebre"


Marlowe Higghins è rozzo, parla a vanvera, ha l'abitudine di insultare chiunque gli passi davanti, guida un furgone conciato tanto male da far venire la nausea a chi lo incrocia e ha anche una maledizione sulle spalle: è un licantropo e nella sua incarnazione animalesca uccide chiunque gli si pari davanti. Per questo non ha una ragazza, nessuna normale relazione di amicizia e l'unico legame che si concede è quello con una prosituta di cui pensa di essere innamorato.
Marlowe Higghins è il protagonista del primo romanzo di Nicholas Pekearo a vedere la luce nel nostro Paese, nella collana "Epix" di Urania Mondadori, e si tratta di una lettura davvero piacevole.
Infatti "Lupo nelle tenebre" -  questo il titolo dell'opera - è raccontato con piglio vivace, il protagonista riesce simpatico fin dalle primissime righe e il lettore non può fare a meno di partecipare con trasporto alla sua tragedia personale, messa in scena con la struttura narrativa di un poliziesco.
Sì, perché Marlowe ha trovato un sistema per dare un senso alla furia animalesca (è il caso di dirlo) del suo alter-ego: la scatena contro persone che ritiene giusto punire, che non pensa meritino di vivere. Se il Lupo deve uccidere qualcuno per placare la sua fame, almeno che liberi il mondo da chi lo infesta; che il mostro dia la caccia ad altri mostri, insomma.
E così, con un'etica che pare presa di peso dai fumetti Marvel di cui l'autore si dice appassionato, seguiamo Marlowe mentre conduce a modo suo un'inchiesta su un serial killer di giovani donne, così da potergli scatenare contro il Lupo.
Per la verità, l'identità dell'assassino è facilmente intuibile, e il fatto che Marlowe non capisca di chi si tratti fino all'ultimo pare sia da imputare, più che all'unico demerito dell'autore, al metodo investigativo del protagonista, basato sull'efficacia del suo gancio destro anziché sulla riflessione.
In conclusione, se volete un'avventura avvincente, divertente e a tratti anche toccante, seguite Marlowe sotto la luce argentea della luna e guardate cosa gli succede: al modico prezzo di 4 euro e 90 non ve ne pentirete di sicuro.

p.s. Se Nicholas Pekearo non fosse stato ucciso nell'adempimento del suo dovere di poliziotto, questo sarebbe stato solo il primo di una serie di libri con protagonista Marlowe Higghins. Un peccato davvero.

mercoledì 2 giugno 2010

Everlost


Non leggo spesso libri fantasy e del resto forse "Everlost" di Neal Shusterman non rientra nemmeno nella categoria. Ad ogni buon conto, questa, a grandi linee, è la trama.
Nick e Allie sono due ragazzini morti a causa del medesimo incidente stradale. Le loro anime sono dirette verso una grande luce in fondo a un tunnel, quando i due si urtano a vicenda e precipitano su Everlost, il regno dei morti-non morti.
Si tratta di un mondo che confina e arriva anche a sovrapporsi col nostro. Vi si trova tutto ciò che l'uomo ha amato, che è andato distrutto, e che ora vive nel ricordo di chi lo rimpiange.
Everlost è popolato di ragazzini che non sono riusciti ad "arrivare dove erano diretti" e ora si trovano bloccati lì per l'eternità; così, in molti si rifugiano in una routine sempre uguale a se stessa. Nick e Allie, però, si rifiutano di arrendersi a un simile destino e intraprendono da subito un viaggio alla scoperta dei segreti di questo mondo sospeso tra ciò che è vivo e ciò che non lo è, alla ricerca del sistema per abbandonarlo e riprendere il cammino interrotto per errore.
Questa a grandi linee è la trama del libro che ho consumato in due giorni. Il riassunto non rivela alcun dettaglio per non rovinare il gusto della lettura. Infatti, lungo il cammino intelligente tracciato dall'autore per i due giovani protagonisti, si nascondono tali e tanti, imprevedibili, colpi di scena che sarebbe stato davvero un peccato rivelarli anche solo in parte.
Tenuto conto che si tratta del primo romanzo dell'ennesima trilogia apparsa in libreria, è forse lecito concludere che si tratti di un'opera fantasy, visto che gli autori di questo genere paiono sentirsi obbligati a riempire per lo meno un paio di tomi con le avventure dei propri personaggi.
Comunque sia, "Everlost" merita di essere letto, sia che siate giovani lettori, sia che siate adulti. In ogni caso, saprà tenervi incollati alle sue pagine e darvi anche da pensare. E, accidenti, vi indurrà ad aspettare l'uscita del prossimo volume, come sto già facendo io.

martedì 16 marzo 2010

"L'uomo stocastico" di Robert Silverberg


"Si nasce per caso in un universo governato dal caso [...]Anch'io, un tempo, ho creduto a qualcosa del genere.[...] Invecchiando ho capito che il mondo e la realtà sono meno terribili e catastrofici.[..] Causa ed effetto, sempre causa ed effetto. L'universo può anche essere senza scopo, ma certamente ha un disegno"
In queste poche righe, estratte dall'intrigante incipit dell'opera di Silverberg, è riassunta la vicenda vissuta dal protagonista de "L'uomo stocastico".
Lew Nichols, da esperto di teoria probabilistica, in grado di studiare il contesto e individuare i suoi più probabili sviluppi, acquisisce la capacità di vedere nel futuro, grazie al suo mentore Carvajal. E scopre che il futuro è immutabile, almeno quanto il passato, e qualsiasi tentativo di cambiarlo è destinato al fallimento.
Intorno a questi assunti è costruito il romanzo, certamente interessante e narrato con una prosa ricca e mai stucchevole, che tuttavia finisce per deludere.
Infatti, il comportamento dei protagonisti, date queste premesse, risulta del tutto incomprensibile, perché in contraddizione con gli assunti di partenza.
Se il futuro è immutabile, a che cosa può servire dare consigli, come fanno - addirittura per professione - Nichols e Carvajal, per approntare misure idonee a contrastarne sviluppi negativi?
Se le "contromisure" non fanno parte del futuro previsto, non potranno nemmeno mai farvi ingresso.
E poi ancora: Carvajal è contraddistinto da un alone di grigiore, che permea tutta la sua figura e i suoi pensieri: si scopre che ciò è dovuto al fatto di aver "visto" la propria morte. Invece, la consapevolezza che il destino dell'uomo è quello di vivere "recitando da comparsa un copione già scritto", non pare turbarlo e anche il protagonista pare accettarlo di buon grado. Anzi, non dubita nemmeno di quanto rivelatogli da Carvajal, risparmiando così anche all'autore di mostrare cosa succederebbe se si cercasse di mutare il destino previsto. Per la verità, date tali premesse, ci si aspetterebbe di vedere il protagonista perdere ogni interesse in un futuro (e in una vita) solo "da leggere", invece nel finale addirittura...
Come ho già detto, questo romanzo di Silverberg è risultato una delusione. Per un verso, la ricca prosa dell'autore ne rende la lettura gradevole e insieme a qualche felice intuizione contribuisce ad alimentare l'interesse del lettore. D'altra parte, tutte le attese vengono tradite a causa della superficialità  con la quale sono affrontate le problematiche poste e per lo scarso approfondimento psicologico dei personaggi.
Un peccato, perché lo spunto era proprio buono.

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