lunedì 4 febbraio 2008

Dexter


Nel week end ho completato la visione della prima stagione di Dexter.
Per chi ancora non lo sapesse, il protagonista della serie, Dexter, appunto, conduce una doppia esistenza; di giorno lavora per la polizia scientifica di Miami in qualità di esperto in macchie di sangue. No, non lavora per la lavanderia interna al dipartimento: giunto sul luogo di un crimine, riesce a ricostruirne la dinamica studiando la forma e le dimensioni delle tracce ematiche.
Fin qui, potrebbe sembrare uno spin-off di CSI; la differenza consiste nel fatto che Dexter è a propria volta un serial killer.
Uccide però solo "chi se lo merita": in altre parole, sfoga le proprie pulsioni omicide solo su criminali e assassini, a cui dà la caccia e che toglie dalla circolazione a beneficio della comunità e per proprio diletto.
Anche se l'approfondimento psicologico non può dirsi eccelso, la prima stagione è decisamente intrigante.
L'evoluzione della psicologia del protagonista rappresenta il motivo di principale interesse, ma la rete di intrighi in cui si trova a poco a poco invischiato assicura grande suspence fino all'epilogo.
Forse qualcuno potrà torcere il naso, dubitando che sia opportuno fare di un serial killer il protagonista di una trasmissione televisiva. Nel rammentare che l'idea non è poi del tutto originale (il più celebre serial killer della fiction, Annibal Lecter ha già un decennio sul groppone e il Punitore dei fumetti Marvel presenta ben più di un punto di contatto con Dexter), è il caso di osservare che gli sceneggiatori stanno ben attenti a non fare del loro protagonista un "eroe": fa da controcanto alla sua povera esistenza una colonna sonora di musiche caraibiche tanto allegra da risultare stridente, che sembra voler costantemente provocare una cosciente partecipazione dello spettatore. Sembra poi che sia presto in arrivo un esplicito giudizio sulle gesta di Dexter, espresso dalla sua fidanzata, il personaggio più puro della serie, in procinto di scoprire cosa le nasconde la sua "dolce metà."
Insomma, una buona serie, per spettatori adulti chiamati a guadagnarsi i brividi con qualche riflessione.

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