domenica 27 aprile 2008

Criminal


Vincitrice del prestigioso Eisner Award e scritta da uno degli autori più cool del momento, Ed Brubaker, la serie Criminal è recentemente approdata sugli scaffali delle fumetterie italiane grazie a PaniniComics.
Si tratta di una vicenda 'noir' il cui protagonista è Leo, un criminale specializzato nella pianificazione di colpi ingegnosi con comode vie di fuga, e per questo noto nella mala come 'il Codardo'.
Leo non usa armi e non viene mai meno alle proprie regole di condotta, che finora lo hanno tenuto lontano dalla galera, ma cede alla tentazione di accettare un colpo proposto da un poliziotto corrotto, il furto di cinque milioni di dollari in diamanti. Un errore che pagherà caro.
Un Eisner Award e uno scrittore di grido dovrebbero rappresentare garanzie sicure sulla qualità del prodotto.
Tuttavia, Criminal, sin dalle prime battute, delude per sapere troppo di già visto. Brubaker infonde nella propria scrittura tutti i cliché del genere noir, che padroneggia in modo sicuro, ma senza innovare, ottenendo così solo la summa aritmetica di tali elementi, e poco più.
Pertanto, forse anche a causa dell'inflazione a cui è sottoposto il noir, o forse solo per l'eccessivo rispetto con cui Brubaker aderisce agli stilemi del genere, Criminal non convince appieno. Ad esempio, i dialoghi, seppur perfetti dal punto di vista dei tempi e della narrazione, risuonano nella mente del lettore come l'eco di qualcosa già sentito troppe volte, così come la trama, per gli stessi motivi e seppure corra verso la conclusione con ritmo e armonia, non riesce a essere davvero emozionante.
Ciò premesso, il successo di Criminal può giustificarsi con la qualità della sceneggiatura, che ne fanno uno dei comics più vicini al medium cinematografico mai visti. Infatti, grazie anche alle tavole di Sean Phillips, il cui tratto spigoloso ben si asserve alla vicenda narrata, le vignette si susseguono in modo tanto armonioso da dare l'impressione di essere davanti allo schermo cinematografico anziché a una pagina disegnata.
In conclusione, e limitatamente a quanto detto, se la "storia" non può da sola spingere a consigliare l'acquisto, la prova di Brubaker e Phillips è certamente quella di due maestri impegnati a rendere il loro tributo al genere 'noir'.
Da questo punto di vista, l'acquisto dell'opera è consigliabile.

1 commento:

Anonimo ha detto...
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