martedì 9 dicembre 2008

Tu chiamale se vuoi emozioni

La settimana scorsa mi sono goduto Gipi, ospite del programma di Daria Bignardi "Le invasioni barbariche" (puoi trovare qui il video dell'intervista).
Anche se avevo appena finito il suo bellisimo "La mia vita disegnata male", l'attesa per la sua apparizione era più che altro motivata dal fatto che non mi ricordavo l'ultima volta di un autore "di fumetti" in tv.
Ma, a quanto pare, dovrò aspettare ancora per vederne uno.
Infatti Daria Bignardi l'ha presentato come "uno dei più grandi autori di graphic novel del mondo", tenendosi bene alla larga dalla pericolosa parola "fumetto", che avrebbe forse allontanato il pubblico dei benpensanti.
A questo punto due domande sorgono spontanee: è il caso che gli appassionati "di fumetti" si diano pace sul fatto che il loro medium preferito sia ammesso nei salotti buoni solo sotto mentite spoglie, sostituendo il suo nome con perifrasi in lingue straniere incomprensibili ai più? Oppure devono rallegrarsi del fatto che, comunque lo si voglia chiamare, il fumetto, in quei salotti buoni, sta diventando un ospite abituale e gradito?
Certo è che a "graphic novel" avrei preferito un più italico, comprensibile (e aulico) "letteratura disegnata"...

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