domenica 13 aprile 2008

I pericoli di Parigi


In vista di un prossimo viaggio a Parigi, mi sono procurato una guida Lonely Planet per cercare di capire come impiegare al meglio il tempo a disposizione.
Sinceramente, mi ha stupito il monito lanciato immediatamente dagli autori della guida su una terribile minaccia in cui si può imbattere lo sprovveduto e svagato turista.
Traffico selvaggio? Borseggiatori? Criminalità organizzata? Rivolte popolari?
Nulla di tutto ciò.
La calamità dalla quale gli autori mettono in guardia è rappresentata dalla abbondante produzione di escrementi dei 200.000 cani parigini. Infatti, pare che gli abitanti della capitale francese non rimuovano volentieri le "produzioni" dei loro animali domestici, così che ogni anno 650 persone finiscono all'ospedale per esserci scivolate sopra.

Ci starò attento, in modo da non dover descrivere il mio primo soggiorno a Parigi con una delle poche parole francesi che conosco, in questo caso la più appropriata.

sabato 12 aprile 2008

COLPO DI SCENA!!!



Mi sono finalmente imbattuto in una persona competente!
In meno di dieci minuti di telefonata, con poche istruzioni e senza nemmeno nominare indirizzi IP, Gateway, DNS e mostruosità simili, mi ha messo in funzione la rete WI-FI!!!

Sono contento come un bambino il giorno di Natale!

In conclusione, il fatto di aver rivolto la stessa domanda a una decina di assistenti, dai quali ho ricevuto risposte sempre diverse e mai risolutive, mi induce a ritenere che la qualità, nel servizio clienti Telecom, sia un qualcosa di aleatorio, in cui si può incappare solo quando gli dei del caos, in quel momento, ci guardano con occhio benevolo da lassù.

Nel caso anche voi ne abbiate bisogno, rivolgete le vostre preghiere deferenti e prostrati. Forse otterrete ciò che chiedete.


p.s. Questo post è spedito dalla mia nuova connessione senza fili!!!

venerdì 11 aprile 2008

Qualche spunto per scegliere con oculatezza il proprio Internet Service Provider - parte 2

Oggi, per motivi di lavoro, non ho potuto dedicare molto tempo all'impresa di installare un router wi-fi con l'ausilio tecnico (?) di Telecom.
Ho potuto fare una sola chiamata, la sesta da ieri, all'assistenza.
Ovviamente, ho parlato con l'ennesima persona a cui ho riassunto i precedenti e che mi ha fornito l'ennesima risposta diversa.
"Ma se è solo per gli indirizzi IP - mi ha detto come se fosse la cosa più scontata del mondo - vada sul sito www.helpadsl.it. Lì ci trova tutto quello che le serve."
Vado sul sito, cerco la sezione relativa alla realizzazione di una rete WI-FI e trovo la parte relativa all'inserimento di indirizzi IP ecc. ecc.
Sotto, in un bel riquadro, vedo una scritta che dice che quei valori sono solo indicativi e che per conoscere quelli che fanno al caso mio devo chiamare l'assistenza tecnica.

Trattengo a stento un ululato e mi dedico al lavoro.
La telenovela riprenderà lunedì.

giovedì 10 aprile 2008

Qualche spunto per scegliere con oculatezza il proprio Internet Service Provider - parte 1

"Buongiorno, siccome da gennaio aspetto un router wi-fi e non me l'avete mai consegnato, nonostante abbia fatto almeno venti telefonate, ieri ne ho acquistato uno. Per configurarlo, mi servono i vostri indirizzi IP"
"Non c'è problema - dice l'operatore del servizio clienti Telecom - glieli fornisco subito io".
"D'accordo - rispondo - li scrivo su un foglio, poi li provo e se non funzionano richiamo".
"Perfetto, ecco i numeri...."
.....

"Salve, ho parlato qualche minuto fa con un suo collega, per configurare un router wi-fi"
"Ebbene?" - risponde un altro operatore con un tono che la diceva lunga sul suo livello di simpatia.
"Ebbene, i codici IP che mi ha fornito devono essere sbagliati o ci dev'essere un altro problema, perché il router non funziona e non riesco ad accedere a Internet."
"Non so cosa dirle, vedo che ha una pratica aperta. La richiameremo noi."
"Ma scusi, non potrebbe dirmi se la configurazione è corretta?"
"No, non glielo posso dire (!!!), le ripeto che la chiamerà un tecnico. Buongiorno"
Riattacco il telefono chiedendomi quali mansioni svolga la persona con cui ho parlato, visto che ho chiamato l'assistenza tecnica.

Riprovo dopo dieci minuti.
Dopo un breve riassunto delle puntate precedenti, il tecnico (o qualunque cosa sia) mi interrompe per dirmi, come se avesse scoperto che ho ammazzato qualcuno, che "AAAAhhh, ma qui c'è già una pratica aperta!"
"Sì - dico io cercando di minimizzare- ma io vorrei solo sapere se ho configurato bene il router, non so perché ci sia una pratica aperta. Il primo tecnico con cui ho parlato mi era parso più che disponibile a risolvere subito la questione. Sa, è quello dell'uffico e non possiamo rimanere senza Internet..."
"Certo, ma vedrà che la richiamiamo noi in giornata, non si preoccupi!"
"Davvero? Allora aspetto la vostra chiamata, mi raccomando!"
"Stia tranquillo, non si preoccupi, la chiamiamo noi!".

Morale. Oggi pomeriggio ha chiamato mezzo mondo, da ingenuo sussultavo a ogni squillo, ma la voce del tecnico che mi avrebbe salvato non è mai arrivata alle mie orecchie.
Domani lo scontro riprenderà. Riuscirà il nostro eroe a connettere il proprio ufficio al mondo esterno e a chiudere la dannata pratica rimasta drammaticamente aperta?


P.s. Ovviamente, questo post viene spedito dal Pc di casa.

mercoledì 9 aprile 2008

Comunicazione di servizio

Pare che ultimamente (forse anche a causa dello stato di abbandono in cui versa il blog, ma cercherò di rimediare) gli unici a lasciare commenti siano degli amabili buontemponi che invitano a visitare siti dai nomi curiosi.
Non fatelo.
L'intenzione di queste care persone è quella di installare dei virus sui vostri PC.
Io eliminerò questi commenti il prima possibile, ma voi stateci attenti.
Navigatore avvisato...


P.s. Agli untori non auguro un virus informatico, ma uno di quelli classici, che ti inducono a chiederti come possa fuoriuscire tanta "roba" dal tuo corpo

giovedì 13 marzo 2008

"In fondo alla palude" di Joe R. Lansdale

Sono pochi i libri di cui non si vede l'ora di conoscere il finale e che, una volta terminati, fanno rimpiangere i protagonisti, l'ambientazione e, in generale, la loro atmosfera.
'In fondo alla palude', di Joe R. Lansdale, è sicuramente tra questi.
Tutto ha inizio nel 1933, nel Texas orientale, quando Harry, non più bambino e non ancora adolescente, trova un cadavere di donna legato presso la riva del fiume in cui va a giocare.
Si tratta di una prostituta di colore e Harry si trova subito coinvolto nelle indagini, un po' perché ha trovato il corpo e un po' perché suo padre, barbiere e agricoltore, è anche l'agente di polizia del piccolo villaggio in cui abitano.
Altre donne di colore finiscono tra le grinfie di quello che si rivelerà un serial killer e Harry non dovrà fare i conti solo con lui, ma anche con i radicati pregiudizi razziali che condizionano ogni rapporto interpersonale della sua piccola comunità, aprendo così per la prima volta gli occhi sul mondo dei grandi e sugli aspetti più oscuri della vita.
Ogni volta che apro un libro di Lansdale resto stupito per della sua capacità di cambiare 'voce'. In questo caso, la prima persona adottata per farci vedere con gli occhi di Harry genera una immedesimazione istantanea e le passioni infantili del piccolo protagonista suonano così vere nella nostra testa e nel nostro cuore da farci credere di averle anche noi provate da bambini.
Una lettura avvincente, intelligente e toccante.

lunedì 10 marzo 2008

Alternativa al finale alternativo


Anche 'Io sono leggenda' fa parte del la nutrita schiera di film che hanno un finale non ufficiale, scartato dalla produzione.
Forse in questo caso ci si avvicina allo spirito dell'epilogo originale, ma la drammaticità del testo di Matheson rimane a mio avviso ineguagliata.

giovedì 6 marzo 2008

In questo mondo di ladri...


Intorno a mezzogiorno ricevo la telefonata di un'amica.

Dal tono della sua voce capisco che c'è qualcosa che non va, e infatti mi dice di aver appena avuto un incidente stradale (che sul momento descrive come un frontale con un pullman) e, siccome il fatto è avvenuto nei pressi del mio posto di lavoro, mi chiede di raggiungerla.

Ovviamente le rispondo che sarò subito da lei.

La situazione assume immediatamente aspetti surreali, perché raggiungo la via che mi ha indicato e mi trovo davanti a uno spiegamento di forze degno di un disastro su
vasta scala, che va ben oltre le mie attese: ci sono due auto della polizia, due pullman fermi, persone che corrono qui e là e due ambulanze che fanno manovra.

In mezzo a questa confusione, non riesco a individuare la mia amica e la chiamo con il cellulare.

Lei mi dice che no, quello non è il suo incidente, il suo è quello di dimensioni più
modeste, alle spalle della mezza apocalisse davanti alla quale mi trovo io.

Dopo un sospiro di sollievo, supero con qualche difficoltà il macello di auto e persone (senza peraltro capire gran che dell'accaduto) e intravvedo in lontananza un
altro pullman accostato al marciapiede.

Percorro qualche altro metro e trovo finalmente la mia amica. Sta benissimo, grazie al cielo, anche se la sua macchina, una Polo, ha subito vari danni al muso. Mi dice di essersi sporta un po' troppo da uno stop e di avere così dato una bella raschiata alla fiancata del pullman, che per fortuna era vuoto.

L'autista, un po' perché il pullman non è il suo, un po' perché non ha causato lui i danni e soprattutto perché la mia amica gli piace palesemente, conferma con una risata che le cose sono andate proprio così e ci informa di aver appena chiamato i vigili.

Nell'attesa, controlliamo i danni subiti dalla Polo, che ha preso un bel colpo al muso, si è giocata tutti i fanali della parte destra e ha seminato pezzi per tutta la strada.

A questo punto avviene l'imprevedibile.

Mentre l'autista sta rivolgendo alla mia amica domande originali del tipo “ma non ci siamo già visti da qualche parte?” vediamo una macchina percorrere la via fino a raggiungere il punto in cui siamo noi, inchiodare, fare retromarcia e inversione con una sgommata e fermarsi. Il conducente scende e raccoglie qualcosa dalla strada, poi risale e parte a tutta birra con un'altra sgommata.

Noi ci guardiamo mentre un punto interrogativo sovrasta le nostre teste.

Allora ci avviciniamo e capiamo che con la prontezza di un avvoltoio il tizio ha notato, raccolto da terra e fregato... il simbolo Volkswagen staccatosi dal muso della Polo!!!

Riuscire a convincere la mia amica, che aveva già tamponato un pullman, a farsi una risata, non è stato facile. Ve lo assicuro.

Ma in che mondo viviamo?