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giovedì 4 aprile 2013

Una giornata a Rimini

Prima di recarmi a Rimini per un week end, ero portato a credere che la sua descrizione potesse esaurirsi con l'elenco dei locali notturni e l'immagine delle spiagge con una concentrazione di ombrelloni per metro quadro ben oltre il livello di guardia.
Del resto, l'espressione "sembrava di stare Rimini" è filtrata nel linguaggio comune per indicare un posto esageratamente affollato, con una accezione quindi decisamente negativa.
Tuttavia, visitare questa cittadina in un periodo come questo, lontano dalla stagione balneare, si è rivelata un'esperienza davvero piacevole, perché ha significato scoprire un luogo dotato di un fascino discreto, che è anche - verrebbe da dire incidentalmente - una delle capitali del divertimento italico.


giovedì 8 settembre 2011

Pioggia, dinosauri e spazzacamini

Oggi sono a New York. E piove.
Ha piovuto tutta la notte, forte, e durante tutta la giornata di ieri, ma i newyorchesi non hanno fatto una piega e hanno proseguito con le loro esistenze malgrado l'acqua. Per la verità, verrebbe da dire malgrado New York.
Si, perché qui, nella patria delle soluzioni pratiche, dove esistono corsie preferenziali per le auto con più di due persone e cappelli con una fessura nella visiera per consentire di alzare sulla fronte gli occhiali da sole, la pioggia arriva come qualcosa con cui non si e' mai avuto la voglia di fare i conti e che si accoglie con indifferenza.
Tshirt, pantaloni corti e infradito rimangono dei punti fermi nell'abbigliamento di base dei newyorchesi, anche quando l'acqua per le strade raggiunge il livello dei marciapiedi e forma insuperabili pozzanghere. La stessa acqua gronda dalle strade sugli stretti scalini di ferro che conducono alla metropolitana e qui trasforma le stazioni in ambienti acquitrinosi, dove l'aria e' irrespirabile e l'umidità si mischia all'odore dei treni e a quello delle travi di ferro che reggono le strutture, fino a dare l'impressione di aggirarsi nella sala macchine di una nave sul punto di naufragare.
New York sotto la pioggia se la cava tanto male da farmi tornare alla mente la Londra ricoperta di fango descritta da Dickens nelle prime pagine di Casa desolata. Anche qui l'incontro con un dinosauro non parrebbe così fuori posto.
Se fare il turista in condizioni simili risulta davvero un'impresa, c'è ancora qualcosa la' fuori a esercitare un richiamo forte. E che non richiede di inzupparsi fino alle ginocchia se gli si presta orecchio, tra l'altro: Broadway, naturalmente!
E così dopo una coda di un'ora allo sportello Tkts di Times Square, ci siamo procurati due biglietti in sesta fila per incontrare di nuovo una vecchia amica. O almeno, così pensavo. Perché la Mary Poppins apparsa ieri sul palco del New Amsterdam Theatre beneficia si dell'interpretazione di un'attrice che non fa rimpiangere Julie Andrews, ma ha anche il favore di una messa in scena e di un gruppo di ballo tali da rendere l'esperienza vissuta a teatro come qualcosa di unico e solo in minima parte riconducibile a ciò che si e' visto sul grande schermo.
Ma ne parlerò in un apposito post.

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lunedì 29 agosto 2011

Guidare negli Usa con la patente italiana

Spero che nessuno dei miei lettori abbia trattenuto il respiro in attesa della risposta all'interrogativo lanciato nell'ultimo post. In effetti, non credo proprio che sia successo.
In ogni caso, ecco come mi sono regolato e come e' andata.
Sono partito senza patente internazionale. Su Internet avevo trovato articoli che riferivano la sua inutilità visto che gli Usa non avrebbero aderito alla stessa convenzione sottoscritta dall'Italia. Ho anche chiesto informazioni all'Aci, dalla quale ho avuto risposta opposta: in alcuni Stati sarebbe addirittura obbligatoria.
In conclusione, ho seguito il consiglio del mio tour operator e sono partito con la mia patente e una traduzione giurata in inglese della stessa, che si puo' facilmente ottenere in Tribunale al prezzo di una marca da bollo (euro 14,62). La traduzione può essere redatta e sottoscritta da chiunque sia disposto a giurare di avere fedelmente tradotto, quindi e' valida anche un'autocertificazione.
Al momento non ho subito alcun controllo, ma ho affittato automobili da due diverse compagnie con l'esibizione della sola patente italiana, senza alcun problema.



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mercoledì 10 agosto 2011

Un guidatore italiano in Usa: patente internazionale o no?

La prossima settimana partiro' per il mio primo -e spero non ultimo - viaggio negli Usa. Sara' un viaggio importante sotto molti punti di vista, anche per la sua durata e per il numero di mete che toccheremo.
Tra i molti interrogativi sorti durante l'organizzazione del viaggio, visto che dovremo affittare almeno due automobili in due momenti e Stati diversi, si e' posto quello relativo alla documentazione occorrente.
In altre parole: e' sufficiente la patente italiana od occorre anche quella internazionale?
Circa tre mesi fa, ho posto il quesito all'agenzia alla quale ci siamo affidati. Risposta: non occorre alcun documento oltre alla patente italiana.
Dormo sonni tranquilli fino a tre giorni fa, quando mi arrivano i documenti di viaggio. Fra essi, in una sorta di vademecum per il turista, leggo che per affittare una macchina e' caldamente consigliata la patente internazionale. Mi mobilito, ma ACI e motorizzazione mi dicono che ormai manca il tempo necessario per ottenere il documento. Scrivo direttamente al tour operator, quale mi ribadisce che - contrariamente a quanto riferito nel vademecum - non e' necessaria altra documentazione. Chiedo conferma all'Aci che mi dice addirittura che la patente internazionale e' obbligatoria (non solo consigliata), mentre su Internet leggo che gli Stati Uniti non hanno aderito alla Convenzione in base alla quale il nostro Paese emette il documento, che sarebbe quindi privo di valore in territorio americano.
Nell'incertezza piu' totale, riesco a ottenere dal Tribunale una traduzione giurata della mia patente di guida.
Sara' sufficiente per affittare l'auto e per superare eventuali controlli? Oppure passero' ore cercando di convincere un simpatico poliziotto che la mia patente garantisce proprio che so guidare?
Presto lo saprete.





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sabato 28 giugno 2008

Un diverso approccio al problema

Zona imbarchi, aeroporto di Milano Malpensa, 31 maggio scorso.

"Ma è incredibile! Lei è nata il 19 gennaio! Sa che io sono nato il 20? Che combinazione!"
Con queste parole, esclamate a un volume che le avrebbe rese udibili a 400 metri di distanza, un corpulento addetto alla sicurezza dall'aria bonaria e dal sorriso aperto ha dato inizio ai controlli sui bagagli della mia dolce metà, per l'imbarco sul volo che ci avrebbe condotto a Parigi.
L'uomo, che sono sicuro di aver visto nello spot del whiskey tra i panzoni allungati su una sedia a lanciare tappi (non mi chiedete cosa c'entrasse, era lui!), sembrava assolutamente in deliquio dopo aver fatto quella scoperta.
Poco importava che lui avesse almeno 25 anni in più. A giudicare dalla sua gioia incontenibile, doveva pensare di essere praticamente suo fratello gemello. Ci è mancato poco che la abbracciasse e, dopo aver lanciato un'occhiata alla mia carta d'identità accompagnandola con un gesto della mano che doveva significare "ma sì, che sei a posto!", ci ha augurato buon viaggio col calore che avrebbe potuto riservare per gli amici del bar che frequenta da decenni.
Ci siamo diretti verso l'aereo rinfrancati nello spirito e con una rinnovata fiducia verso il prossimo.



Zona imbarchi, Aeroporto Charles De Gaulle, Parigi, 9 giugno scorso.

Al metal detector ci sono due guardie. Una seduta al monitor, l'altra in piedi. Entrambe mi fissano con occhio torvo e quella in piedi mi fa capire che non basta vuotare le tasche e consegnare chiavi e cellulare: mi devo togliere anche la cintura.
Mi metto sull'attenti ed eseguo. Poi, isso il mio zaino sul tapis roulant e mentre supero il detector reggendomi i calzoni, ne seguo con la coda dell'occhio l'avanzata, sperando che tutto fili liscio. Ovviamente, la guardia al monitor dice che qualcosa non va, e mi pianta gli occhi addosso, con l'espressione di un cecchino che ha appena inquadrato il bersaglio.
Sorrido imbarazzato e mentre mi chiedo come le innocue cianfrusaglie che ho in valigia possano averli messi in allarme, si materializza davanti a me il sosia di Jean Reno. Ovviamente, oggi non è il giorno dell'anno in cui è di buon umore.
"Posso guardare nel suo bagaglio" dice, non chiede, in un inglese francesizzato. Io gli porgo lo zaino con la mano che non regge i calzoni e lui inizia a frugare aprendo ogni singola scatoletta, ogni astuccio e guardando anche in controluce un barattolo di senape per verificare che contenga proprio senape e non altro. Dopo aver frugato ovunque, finalmente alza nella mano un involto di carta, lanciandomi un'occhiata interrogativa. Sudo freddo. Non riesco a ricordarmi cosa contenga quell'involto. Poi, mentre la guardia si fa largo attraverso la carta, ho l'illuminazione. Il set da aperitivi con i piccoli stuzzicadenti colorati. Faccio subito la faccia più innocente che un uomo possa fare con i pantaloni mezzo calati, e Jean Reno consulta l'esperto in stuzzicadenti per aperitivi, il quale, dopo un attento esame, dice in modo solenne che i miei possono essere imbarcati. Con un'espressione disgustata sul volto, Jean Reno butta nello zaino tutto quello che ne aveva cavato e me lo riconsegna gentilmente, sbattendomelo contro lo stomaco. Lo saluto sussurrando un "Au revoir" e mentre raggiungo la mia dolce metà, reggendo zaino, portafogli, chiavi, cintura e calzoni, mi sento molto piccolo.

mercoledì 18 giugno 2008

Parigi e ritorno

Anche se a livello razionale non ho alcun problema a metabolizzare le implicazioni di un viaggio aereo, a livello emotivo qualche parte di me si rifiuta di farlo.
Così, dopo essere ritornato da Parigi, mi sono aggirato per qualche giorno attraverso le vie della mia città con la sensazione di appartenere ancora a un altro posto, come se fossi un pezzo di ferro sotto l'attrazione di una calamita.
Un'altra sensazione che provo spesso è quella di scoprire la bellezza di una cosa quando ormai dispongo solo del suo ricordo.
Durante il mio soggiorno parigino mi sono sforzato spesso di individuare "un'atmosfera" che caratterizzasse tutta la città, ma mi era parso di avere fallito, per avere collezionato soltanto una "serie di atmosfere".
Solo ora, però, mi rendo conto che Parigi è la solennità che si respira a Les Invalides, la sorprendente novità della Defense, la brulicante tranquillità di Montmartre, l'ammiccante oziare dei bistrot e la frenesia dei boulevard. E' tutto questo, uno stimolo continuo per la vista e gli altri sensi, e molto altro ancora.
Ora che non sono più lì, e che sono ritornato alla mia routine lavorativa, ricordo il mio soggiorno a Parigi come un sogno dal quale sono stato distolto troppo presto, e nel quale sono stato costretto ad abbandonare una parte di me. Spero di poter tornare a recuperarla al più presto.

lunedì 9 giugno 2008

Sono a caasaaa!...


Accidenti ieri notte sono ritornato a casa.
La forma non è quella ottimale per affrontare una giornata di lavoro. Ho ancora nella testa gli echi di Parigi e girando gli occhi per strada mi stupisco di non trovare i suoi giardini, le sue stazioni della metro o le sue boulangerie (ahime!).
A breve ricco reportage. Anche fotografico, ovvio.

Gradita sorpresa del giorno: Tito Faraci, celebre scrittore di fumetti (se non l'avete, recuperate il suo Topolino Noir, edito da Einaudi), ha aperto un blog. Lo trovate QUI.

domenica 13 aprile 2008

I pericoli di Parigi


In vista di un prossimo viaggio a Parigi, mi sono procurato una guida Lonely Planet per cercare di capire come impiegare al meglio il tempo a disposizione.
Sinceramente, mi ha stupito il monito lanciato immediatamente dagli autori della guida su una terribile minaccia in cui si può imbattere lo sprovveduto e svagato turista.
Traffico selvaggio? Borseggiatori? Criminalità organizzata? Rivolte popolari?
Nulla di tutto ciò.
La calamità dalla quale gli autori mettono in guardia è rappresentata dalla abbondante produzione di escrementi dei 200.000 cani parigini. Infatti, pare che gli abitanti della capitale francese non rimuovano volentieri le "produzioni" dei loro animali domestici, così che ogni anno 650 persone finiscono all'ospedale per esserci scivolate sopra.

Ci starò attento, in modo da non dover descrivere il mio primo soggiorno a Parigi con una delle poche parole francesi che conosco, in questo caso la più appropriata.

sabato 2 febbraio 2008

Una birra dal passato


Ogni tanto il mio cervello sembra sentire il bisogno di ricordare posti in cui sono stato recentemente.
C'è chi dice che sono troppo nostaglico e che dovrei essere più proiettato verso il futuro. Però a me piace proprio buttare un occhio indietro e assaporare i ricordi. Voglio lasciare indietro meno pezzi possibile.
Questa settimana, complice un prossimo viaggio a Praga di alcuni amici, non riesco a togliermi dalla testa questa birreria di Praga, in cui sono stato lo scorso giugno.
E' situata all'interno di una piazzetta riparata, nel mezzo del quartiere commerciale della città, ben protetta dal frastuono.
I locali del piano terreno non rappresentano nulla di speciale, essendo arredati come il più comune dei nostri pub.
Quelli al primo piano, invece, dove si consumano i pasti, sono tutt'altra cosa e conservano parte del fascino che la birreria doveva avere più di un secolo fa, quando aprì.
Tavoli e credenze in legno e grandi stufe di ceramica creano un'atmosfera serena, quasi ovattata, ideale per sorseggiare birra (rigorosamente Pilsner), e perdersi nel piacere di una conversazione.
Se chiudo gli occhi, sono di nuovo lì, seduto a bere birra, a guardare la piccola piazza dalla finestra, in ottima compagnia.

mercoledì 12 settembre 2007

A grande richiesta...

Ecco qualche foto della mia vacanza in Sicilia!
Il mare di Siracusa:
 

Il Duomo di Ortigia:
 

L'anfiteatro romano al parco archeologico di Siracusa:
 

La via dove ogni anno si svolge l' "infiorata" a Noto:
 
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lunedì 10 settembre 2007

Sono ancora da qualche parte

Ieri sono tornato.
Il viaggio in Sicilia si è concluso intorno alla mezzanotte, quando ho varcato la soglia di casa carico di bagagli e stanco per l'interminabile giornata.
Oggi sono già andato a lavorare, ma non mi sento ancora immerso nella solita vita di tutti i giorni.
Porto di nuovo l'orologio (in vacanza non lo faccio mai, per principio), ho il cellulare di nuovo sempre acceso (e rispondo alle chiamate) ma ho ancora la testa da qualche parte, credo in un punto imprecisato sospeso tra Sciacca, Selinunte e Agrigento.
Non voglio smettere di assaporare tutto quello che mi ha lasciato questo viaggio meraviglioso, che merita un post scritto in un orario migliore delle undici di sera.
Ho già visionato le quasi trecento fotografie scattate e chiuderò la serata guardandole un'altra volta.
Se mi cercherete, mi troverete lì, da qualche parte, sospeso tra la valle dei Templi e il Duomo di Monreale.

venerdì 31 agosto 2007

Si parte!

Gli ultimi giorni sono stati impiegati per chiudere le questioni lavorative che non potevano aspettare e per mettere a punto la strategia di viaggio.
L'itinerario elaborato mi fa abbastanza paura: spero che riusciremo a muoverci sempre al mattino presto, così da poter sfruttare tutta la giornata.
Spero anche che il caldo non sia eccessivo, altrimenti le levatacce del mattino serviranno a poco.
Aspettatevi un ampio resoconto, anche fotografico, al mio ritorno.
Qualcuno così potrà trarre vantaggio dalla nostra esperienza...e poi dicono che i blog non servono a nulla.
A presto!

martedì 28 agosto 2007

E' ufficiale!


Dopo mille ripensamenti, correzioni, rettifiche, prenotazioni e disdette, io e la mia dolce metà abbiamo finalmente elaborato l'itinerario DEFINITIVO che seguiremo durante il nostro viaggio in Sicilia.
Siccome è stata una fatica immane e non ho la minima intenzione di cambiarne una virgola, lo metto nero su bianco (si sa che quel che è scritto in un blog è come scolpito nella pietra).
Partiremo il 1° settembre alla volta di Catania, da cui procederemo verso Siracusa, pernottandovi la prima notte.
Il giorno successivo ci recheremo a Noto, per visitare questo "gioiello del barocco", poi a Ragusa e a Modica (dove faremo incetta di cioccolato).
A seguire, dopo esserci immersi nelle acque nei pressi di Falconara, raggiungeremo Agrigento, visiteremo ovviamente la valle dei Templi e ci sposteremo verso Sciacca.
Da qui, aggrediremo le cittadine di Selinunte e Segesta con le loro meraviglie archeologiche e sosteremo per una giornata nel borgo di Erice.
Poi, finalmente, un po' di mare a San Vito Lo Capo e, per finire visita a Palermo e all'imprescindibile Duomo di Monreale.

P.s. So benissimo che le cose non andranno in questo modo, ma crederci non costa nulla!

martedì 21 agosto 2007

Back Home

Sono tornato a casa da poco, dopo aver trascorso dieci giorni in montagna.
Il rientro in città è stato abbastanza traumatico.
Non tanto per il pensiero di dover ricominciare a lavorare, quanto per un'inedita sensazione di claustrofobia.
Per la prima volta, quest'anno ho sofferto il fatto di passare dal contatto con la natura offerto dalla vita di un paese di montagna, al cemento della città semideserta.
Mi manca il cinguettio degli uccelli.
Mi manca il fruscio delle foglie.
Mi manca l'aria fresca e pulita.

...grazie al cielo, tra dieci giorni parto per la Sicilia!!!

mercoledì 11 luglio 2007

A proposito di Praga


Visto che ho parlato di Praga, posto questa foto del famoso Ponte Carlo, che è il simbolo della città
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martedì 10 luglio 2007

Un biglietto in due

Da qualche parte ho letto che prima di aprire un blog occorre avere le idee chiare su cosa scrivere.
Io le idee le ho ancora confuse, ma ho l'entusiasmo di chi si è appena portato a casa un giocattolo nuovo e non vedo l'ora di riempire con qualche post la pagina. Quindi, iniziamo da quel che segue, nella speranza che le idee si chiariscano.

Sono tornato da Praga poco tempo fa.
E' stato un viaggio di quattro giorni che mi ha regalato la mia ragazza per il mio compleanno e non avrei potuto avere regalo migliore.
Forse Praga non può dirsi bellissima, con la periferia povera a ridosso dei ricchi quartieri del centro. Però ha fascino da vendere.
Il centro pullula di monumenti in stile gotico boemo, testimonianza dei fasti vissuti nel Medioevo, e il quartiere ebraico colpisce per la ricchezza di una cultura che ha rischiato di essere distrutta, ma che è sopravvissuta per raccontare la propria tragedia.
Praga mi manca. O meglio: mi manca molto quella sensazione di libertà che si assapora da turisti.
E' incredibile il miracolo che si compie grazie a un volo low cost, al fatto di circolare solo cartina alla mano e con la macchina fotografica al collo.
In queste circostanze, mi pare sempre di assaporare, seppure in minima parte, il brivido provato da chi si avventura in un territorio inesplorato.
Cambia anche il modo di rapportarsi alla persona con cui si viaggia.
Mi sono guardato intorno e le strade mi sembravano invase da coppie di turisti, con gli uomini perennemente occupati a dimostrare di avere più senso dell'orientamento, più cognizione di causa nel parlare di storia, architettura, arte, ecc. e, in generale, occupati a dimostrare che, senza il loro fondamentale intervento, un aspetto determinante di ciò che si sta vivendo sarebbe andato perso. Non so, mi è parso che, per quanto ci fossero turisti provenienti da ogni dove, tutti fossimo intenti allo stesso gioco, con le nostre compagne a sopportare l'ineluttabile, senza ammettere di essere divertite.
Ecco, credo che, oltre alla vista della Moldava e dei ponti che la sovrastano, di Praga mi manchino terribilmente queste sensazioni.
Spero di resistere fino a settembre.
Se tutto va come previsto, lo stesso gioco si ripeterà in Sicilia.




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