domenica 31 luglio 2011

"Lennox" di Craig Russel


Visto che ci troviamo in tempi di austerità e che e' anche prossima l' introduzione del tetto agli sconti sui libri, vale la pena di volgere lo sguardo a quel che offre il mercato delle edizioni economiche da edicola.
Tra esse spicca per la qualità delle ultime uscite "il Giallo Mondadori".
E visto che ho un debole per il genere hard boiled, non posso fare a meno di segnalare "Lennox".
Il protagonista -che da' anche il titolo al libro - e' un reduce di guerra canadese che si muove sull'inedito sfondo della Glasgow degli anni '50. La malavita cittadina e' al soldo di tre organizzazioni criminali, capeggiate rispettivamente dai cosiddetti Tre Re, che si sono equamente spartiti i vari traffici. L'equilibrio pare compromesso definitivamente quando Lennox si vede coinvolto dall'omicidio del capo di una piccola organizzazione criminale indipendente, ma molto ambiziosa.
Un intreccio complesso, avvincente e di ampio respiro, un'ambientazione insolita, evocata con ricchezza di particolari, personaggi ben delineati e un protagonista interessante. Il tutto narrato in prima persona dallo stesso protagonista, una voce narrante capace di dialoghi taglienti, battute ironiche e malinconiche riflessioni sugli orrori del conflitto mondiale appena terminato e sui patetici sforzi di lasciarselo alle spalle per ricominciare a vivere.
"Lennox" e' il primo capitolo di una serie e, se apprezzate il genere, ve ne consiglio senz'altro l'acquisto. A questo prezzo, non potrete pentirvene.


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giovedì 21 luglio 2011

Da settembre, tetto agli sconti sui libri.

Mi riferisco alla notizia che ho trovato qui, su "La Stampa" di oggi.
Da quanto si legge, i librai potranno scegliere le proprie politiche promozionali "spingendo" gli acquisti con sconti massimi del 15%.
Gli editori, invece, godranno, loro soli, della prerogativa di varare promozioni con sconti al massimo del 20%.
Nessuno, infine, potrà praticare sconti nel periodo natalizio.
Tutto ciò per proteggersi dall'avanzata altrimenti inesorabile di Amazon e delle sue promozioni, impareggiabili per i comuni librai.


Non so dire se questa mossa si rivelerà decisiva per salvare le piccole librerie. Mi permetto di dubitarne.
Da anni sento dire che in Italia si legge poco. D'altra parte, vedo anche libri brossurati uscire con prezzi di copertina folli e conosco molte persone che aspettano le abituali promozioni estive del 30% per effettuare acquisti programmati da tempo.
Per coincidenza, nella stessa giornata di oggi, leggevo anche che il PIL italiano non è cresciuto nell'ultimo anno.
E cosa propone questa soluzione? Tanto per cambiare, di ribaltare sul consumatore italiano la responsabilità e l'onere di salvare il mercato con il proprio magro portafogli, abbassando anche del 10% il tetto per le promozioni già praticate quando ancora Amazon non era sbarcato in Italia.
Soprattutto, questa soluzione mi pare mal pensata  perché interviene proprio quando anche il libro sta subendo l'assalto della rivoluzione digitale, e si sta accingendo così a diventare l'ennesimo contenuto disponibile - anche gratis nel caso dei testi non coperti da diritto d'autore (o di quelli disponibili illegalmente) -  con un click.
Una istigazione a delinquere, in definitiva?

giovedì 30 giugno 2011

E poi dicono che gli americani...


"Alex scosse la testa e si passò una mano tra i capelli neri tagliati corti. La mascella squadrata e gli zigomi pronunciati non lo lasciavano mai a corto di attenzioni femminili. Ma una vita complicata e pericolosa comportava l'impossibilità di allacciare relazioni stabili. Alex era stato addestrato a vincere, a combattere e a primeggiare in qualunque situazione, ma sentiva che alcune cose erano al di là delle sue capacità. Non avrebbe mai potuto concedersi una vita normale, paarlare del suo lavoro, condividere i fallimenti e i successi con qualcuno che fosse al di fuori della cerchia dei suoi compagni d'armi.
E ora, dopo l'ìincidente capitatogli in missione, era più solo che mai."
(Da "Ghiaccio nero" di Greg Beck, su Segretissimo n. 1574)

Evviva l'originalità e lo "show, don't tell!"
Questa introduzione del protagonista mi ha ricordato un episodio di Magnum P.I. in cui Rick e T.C. si erano messi in testa di scrivere un best seller d'avventura e il frutto ridicolo delle loro fatiche erano pezzi molto simili a quello su riportato. Però loro non arrivavano a essere pubblicati, come invece è toccato in sorte a tale Greig Beck!
Viviamo in un mondo ingiusto.

sabato 25 giugno 2011

Lee Child e il giusto numero di parole per raccontare una storia

Dopo "Zona pericolosa" mi sono accinto la settimana scorsa a leggere un altro romanzo di Lee Child, "Trappola mortale."
Anche questo ha per protagonista l'ex ufficiale della polizia militare Jack Reacher, che tanta fortuna ha dato al suo autore.
Anche quest'opera ha destato in me le perplessità che avevo avuto leggendo la prima avventura di Reacher.
Child pigia forte sull'acceleratore e le prime cento pagine le si divora in un lampo. Gli basta un preambolo minimo e ci si ritrova con il protagonista alle prese con un omicidio, a propria volta inseguito da un paio di killer e alle prese con una vecchia fiamma mai dimenticata.
In poche parole, non dovrebbe mancare nulla per tenere il lettore avvinghiato al libro.
E se in effetti Child pare ben sapere quali siano gli ingredienti da mescolare per raccontare una storia avvincente, non mi pare che le sue scelte formali siano altrettanto condivisibili.
Prima di tutto, opta per un piatto stile giornalistico del tutto estraneo all'ironia o all'umorismo in generale. E va bene, stiamo seguendo le vicende di un eroe duro e puro, di un cavaliere senza macchia, ma magari una battutina ogni tanto - giusto per alleggerire un po' l'esposizione - la si potrebbe anche infilare. Nemmeno quando descrive la nuova dieta del protagonista - basata sul "mangia quanto vuoi" ma bevi almeno sei litri di acqua al giorno - Child strizza l'occhio al pubblico o si permette di prendere un po' in giro il bellimbusto che ha inventato.
Oltre a questo, Child si dimostra un cieco seguace dello "show, don't tell", portato alle estreme conseguenze. Segue i diversi protagonisti della vicenda in ogni momento e descrive in modo minuzioso ogni loro azione. E non si può certo dire che siano tutte degne di nota, anzi. Un esempio: un personaggio mette in vendita il proprio appartamento? Bene, il lettore assiste a tutta la telefonata con l'agenzia immobiliare.  Certo, era un'azione utile a connotare la psicologia del personaggio, ma forse due righe secche di "raccontato" avrebbero portato allo stesso risultato senza annoiare.
Consegueza diretta? Ho abbandonato la lettura, poco oltre la metà. La sensazione che l'autore menasse il can per l'aia era insopportabile. Non ho trovato virtuosismi letterari (non che li stessi cercando o li pretendessi proprio da Child), non ho intravisto trovate particolarmente brillanti, ma soprattutto mi ha dato fastidio la sensazione di essere "intrattenuto".
Adesso sono alle prese con "Hot kid" di Elmore Leonard. E per ora ne consiglierei davvero la lettura. Anche a Child.   

Addio anche a te

Grazie per tutte quelle domeniche pomeriggio.
Spero che tu abbia avuto il tempo di collegare tutti i tuoi fili pendenti...o che abbia modo di proseguire a farlo anche ora. Ti riusciva proprio bene.

venerdì 13 maggio 2011

I vermi conquistatori di Brian Keene

Per motivi che saprebbe spiegare solo uno psicologo, continuo a provare un certo interesse per gli horror a base di vermi. In più, il libro di Keene pareva presentare una situazione simile a quella di un romanzo a cui sono affezionato, La casa dalle finestre nere di Simak.
In realtà, la trama del romanzo di Keene ha poco o nulla a che vedere con quella del romanzo di Simak.
La fine del mondo è vicina. Piove da più di quaranta giorni senza sosta, e la Terra è un'immensa distesa d'acqua punteggiata da poche terre ancora affioranti.
Tra i pochi sopravissuti, troviamo in cima a una collina il vecchio Teddy, un ultraottantenne, rimasto vedovo e in piena crisi d'astinenza da nicotina, perché ovviamente il suo amato tabacco da masticare è ormai introvabile. Il cortile di casa da qualche giorno pullula di vermi, ne è ricoperto da uno strato sempre più spesso e strani buchi nel terreno che hanno inghiottito intere case suggeriscono che qualcosa di più grosso di qualche lombrico sia all'opera.
L'unica buona notizia per Teddy è che il suo miglior amio è ancora vivo e pronto a dargli manforte.
La scrittura di Keene è abbastanza efficace nell'evocare le immagini di una Terra vicina ai suoi ultimi giorni, ma la sua opera non regala grandi emozioni. Il protagonista Teddy non ha alcun tratto peculiare, non è particolarmente simpatico, non ha difetti evidenti oltre alla dipendenza dal tabacco e non compie alcun percorso personale nell'arco del racconto. Questo perché ha già perso tutto (l'amata moglie), ancora prima che la fine del mondo abbia inizio e non pare turbarlo particolarmente nemmeno la sicura dipartita dei figli.

Invece risulta di maggior spessore e più riuscito il flashback che interrompe la trama principale e racconta di un gruppo di persone intrappolate in cima a un grattacielo in una metropoli allagata, alle prese con un gigantesco mostro marino.
A mio parere, un'opera riuscita solo in parte.

giovedì 24 febbraio 2011

Donne informate sui fatti - lo spettacolo teatrale

Ero davvero impaziente di assistere alla versione teatrale del bestseller di Carlo Fruttero, che tanto successo ha avuto l'anno scorso.
Devo purtroppo dire però che le mie aspettative sono state tradite.
Infatti, la struttura corale del testo originale, presa di peso anche per la rappresentazione, ha dato vita a un esperimento a metà tra lo spettacolo teatrale e il racconto letterario, senza però riuscire a sfruttare le proprietà evocative e narrative né dell'uno né dell'altro linguaggio.
Una fioca luce fa emergere dal palco per il resto buio le otto protagoniste della vicenda, in scena tutte insieme solo nel finale. Esse si alternano nel racconto dell'omicidio di una giovane donna, riferendo ciascuna quanto appreso dal proprio punto di vista.
Ed è proprio questo aspetto, che nelle intenzioni doveva rappresentare il suo punto di forza, che la messa in scena presta  il fianco alle critiche. Infatti, lo spettatore non assiste ad alcuna azione ma solo al puro racconto ed è così costretto a un'attenzione che si muta presto in noia.

lunedì 7 febbraio 2011