martedì 25 settembre 2007

Fine del primo atto

In questi giorni sono stato molto preso dal lavoro, però non tanto da perdermi l'evoluzione (o l'epilogo) del giallo dell'estate, il delitto atroce di una ragazza trasformato in un circo mediatico mai così becero.
I giornalisti hanno scavato nel passato dei protagonisti, hanno passato al setaccio le loro esistenze e, a parte la loro ormai abituale mancanza di rispetto, mi ha colpito il fatto che non abbiano trovato proprio nulla da raccontare. Nessun fatto degno di nota, se vogliamo escludere il patetico piacere di chi godeva della presenza delle telecamere. Solo il delitto. E, prima di quello, pare, nulla di diverso da ciò che vivono tante persone tutti i giorni.
Sembra che i RIS abbiano trovato prove schiaccianti, però il popolo ha già emesso la sentenza, prima del processo, e ha urlato "assassino" all'unico indagato, che da un mese viveva assediato da cronisti e curiosi, già prigioniero in casa propria.
Tra poco lo spettacolo riprenderà nell'aula di un tribunale e tutti saranno costretti, volenti o nolenti, a sfilare di nuovo davanti a onnipresenti telecamere. Ci sarà un punto fermo, al di là di ogni dubbio, o potremo ancora una volta dividerci in innocentisti e colpevolisti?
L'unica cosa che mi sembra certa è che, chiunque si sia macchiato di un atto così terribile, suscita sì tanta rabbia, ma anche tanta pena.

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