lunedì 18 agosto 2008

Tornato



11 ore.
Tanto è durato il mio viaggio di ritorno dal Molise, sabato scorso.
I pronostici favorevoli dei siti specializzati in statistiche sul traffico sono stati ribaltati dall'imprevedibilità di quella specie di flipper gigante chiamato A14. Tra traiettorie folli, collisioni mancate e avvenute, rallentamenti dovuti a strettoie e cambi di corsia, il viaggio, che secondo navigatore ed esperienza "umana" poteva compiersi in poco più di sette ore, si è rubato l'intera giornata.
Anche se il tragitto è stato tranquillo (andavamo troppo piano perché le nostre spine dorsali potessero essere percorse da qualche brivido), e la A14 è in condizioni migliori di tante autostrade (rispetto alla A4 Torino - Venezia è un gioiello), non posso fare a meno di pensare che un viaggio sulle autostrade italiane, oggi, sia un rischio enorme.
Forse lo spauracchio dei punti patente persi funziona ancora, e i limiti di velocità, in genere, vengono osservati, ma a quante pericolose infrazioni abbiamo assistito!
Sorpassi improvvisi, sulla destra e ad alta velocità, dribbling di auto compiuti avvalendosi di tutte le corsie disponibili, anche di quella di emergenza, carichi "pendenti" non segnalati e nemmeno ben assicurati...
Considerato il numero di auto in circolazione, mi sarebbe piaciuto vedere sulle strade una presenza più massiccia di "forze dell'ordine", perché senza di loro gli Italiani paiono sempre sentirsi autorizzati a soddisfare l'Ayrton Senna che si sentono dentro. Dimenticando, però, quale fine abbia fatto.

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