mercoledì 25 luglio 2007

Smetto quando voglio, giuro...


Ho iniziato per caso.
Me l'ha fatto provare un amico quando erano ancora in pochi a farne uso.
Ho pensato che non ci sarebbe stato nulla di male se l'avessi provato una volta. Una sola.
Da allora, e sono passati anni, quando voglio rilassarmi, ci ricasco.
Ovviamente, sto parlando di uno dei tanti capolavori della Konami, quel Pro Evolution Soccer da molti considerato come la miglior simulazione del gioco del calcio.
Ti prende in modo subdolo: all'inizio fai solo qualche amichevole. Selezioni il Brasile e provi a capire se, nonostante una difesa ballerina, la qualità dei suoi attaccanti possa avere la meglio su qualsiasi altra squadra.
Poi diventi bravo e prendi una nazionale di secondo piano con l'intento di farle vincere il mondiale o gli europei.
Infine, diventi ambizioso: vuoi un club tuo, e la modalità Master è lì, apposta per quello. Raccogli dei giocatori scarsi, da fondo classifica dell'ultima divisione, e cerchi di portarli in Serie A.
Nelle ultime versioni del gioco, i giocatori accumulano esperienza e migliorano gradualmente. Allora succede uno strano fenomeno: non vuoi solo imparare a tirare punizioni a effetto e a scartare con veroniche degne del miglior Zidane. No, non basta. Arrivi ad affezionarti a quella banda di scassati che a fatica, tra infortuni più o meno seri, e cali di forma, guadagna la cima delle classifiche e non vorresti quasi cambiare il più scarso di quei giocatori con i gioielli presenti sul mercato.
Tutto questo (e molto altro) è Pro Evolution Soccer.
Attualmente la mia squadra naviga nelle acque più basse della seconda divisione, ma ho in mente un paio di schemi vincenti e sono in trattativa per acquistare un paio di giocatori che dico io.
Tanto non c'è problema. Smetto quando voglio.
Giuro...

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