lunedì 23 marzo 2009

Stavo col Libanese!!

Ci sarà di sicuro chi sostiene che si tratta dell'ennesimo prodotto "localizzato" sfornato dall'industria della fiction italiana, ennesima prova della propria incapacità di esprimere qualcosa di veramente "universale".
C'è anche chi dice (e scrive) che non avrebbe gran valore, in quanto opera derivata da un romanzo, dal quale era già stata tratta una versione cinematografica. Un esercizio inutile, insomma.
Per quanto mi riguarda, "Romanzo Criminale" è stata una delle più belle sorprese televisive degli ultimi anni. E chi sostiene il contrario non sa cosa sia una bella serie.
La storia della banda della Magliana, dei suoi membri e dei suoi nemici, ha animato dodici episodi caratterizzati da una perfetta ricostruzione scenografica, da una regia brillante e da un'ottima recitazione.
Il Libanese, il Freddo, Dandi, Bufalo e gli altri membri della "batteria" si macchiano dei delitti più turpi, si lasciano corrompere dal "potere" conquistato a suon di pallottole, si perdono senza rimedio e si dimostrano capaci di imprevedibili gesti di amicizia.
I traffici della banda, che gradualmente si estendono sino a intrecciarsi alla mafia e alla camorra, e attirano l'attenzione di quelle forze che hanno segnato la storia del nostro Paese negli anni di piombo, trascinano lo spettatore in modo irresistibile alla scoperta di un'Italia violentissima, così lontana eppure così terribilmente vicina a quella attuale.
Intelligente, avvincente, e, perché no, toccante.

martedì 17 marzo 2009

The Wrestler


La storia del lottatore Randy "The Ram" Robinson è la storia di un uomo sopravvissuto ai suoi giorni migliori, condannato a vivere un avvilente presente con la prospettiva di un futuro di insopportabile solitudine.
Con un approccio realistico che rasenta il taglio documentaristico, la regia di Aronofsky sta alla larga da ogni intento di mitizzazione che avrebbe condotto al racconto dell'ennesima versione di "Rocky", per raccontarci l'affannosa ricerca di una salvezza che rappresenta l'ultima speranza del protagonista.
Se alla regia e alle sue scelte stilistiche va gran parte del merito per l'ottimo risultato raggiunto, non si può tacere la qualità della prova di Mickey Rourke, toccante come mai prima d'ora. Forse aiutato dalla propria parabola personale nel raggiungere una immedesimazione pressoché perfetta, l'irriconoscibile protagonista di "Nove settimane e 1/2" riesce nell'intento di dare vita a un personaggio quanto mai credibile, che ha la colpa di avvedersi solo quando l'ultimo gong pare ormai suonato da troppo tempo.
Molto brave anche le due protagoniste femminili.
In conclusione, se vi piace il buon cinema e non temete le emozioni forti, non potete perdere "The Wrestler".
Ma se detestate giustificare la presenza di quel dannato bruscolino che ogni tanto torna a tormentarvi gli occhi fino a farli lacrimare, forse è il caso che ne stiate alla larga.

venerdì 13 marzo 2009

Zona pericolosa di Lee Child, ovvero...

...ciò che sarebbe diventato Rambo se avesse finito le scuole dell'obbligo.

"Zona pericolosa" è il primo romanzo di Lee Child della serie che ha per protagonista Jack Reacher, un ex ufficiale della polizia militare degli Stati Uniti, che, appena ottenuto il congedo, decide di vagare senza meta, per gustare la libertà della vita da civile.
Approdato in un piccolo paese del Sud alla ricerca delle origini di un vecchio chitarrista blues, viene però subito arrestato e ingiustamente accusato di omicidio. Da qui prende le mosse un'avventura dal ritmo serrato e dai frequenti colpi di scena, nel corso della quale il protagonista si dimostra abile non solo a maneggiare ogni tipo di arma, anche quelle meno convenzionali, ma anche nel ricostruire arditi disegni criminosi.
Lee Child sceglie di narrare quest'avventura utilizzando la prima persona, con il punto di vista del lettore coincidente con quello dell'ex soldato Jack Reacher. Così, mentre le scene d'azione si susseguono, si ha la possibilità di conoscere passato e personalità di un peronaggio duro ma trasparente, abituato a uccidere, ma ancora rispettoso dei valori. Un soldato, senza macchia e senza paura, al quale forse fa difetto solo un po' di ironia.
La scrittura di Lee Child scorre fluida e instancabile, passando con facilità da una scena d'azione all'altra, seminando abilmente indizi che conducono quasi sempre a colpi di scena imprevisti. Tra sparatorie, inseguimenti e pestaggi, non si può pretendere che l'approfoondimento psicologico tocchi chissà quali vette, e in effetti, in tal senso, il protagonista non compie un significativo percorso. L'autore si accontenta di tratteggiarlo con poche pennellate, che in effetti si addicono forse alla vita apparentemente semplice condotta dall'ex soldato, ma in questo modo la sua figura non risulta certo memorabile.
In conlcusione, se siete curiosi di sapere cosa accade ad aggirarsi per una cittadina armati di una Deset Eagle calibro 44 magnum e non vedete l'ora di sgominare una banda di criminali altrettanto bene armati, questo libro può proprio fare al caso vostro.

lunedì 2 marzo 2009

Secret Invasion...




Credo che interrompere l'acquisto di fumetti Marvel, per qualcuno che si è guadagnato sul campo i gradi di Marvel Zombie, sia un po' come smettere di fumare.
Costa fatica, richiede grande forza di volontà, ed è sufficiente una piccola ricaduta per ritrovarsi di nuovo schiavi della dipendenza.
Se pensate che questa premessa mi serva per auto-assolvermi, avete perfettamente ragione.
Quando meno mi aspettavo che sarebbe successo, in un breve attimo di debolezza, mi sono ritrovato in mano il primo numero (di otto) dell'ultima fatica del re dei Marvel cross-over, Brian Bendis.
Che dire?
Forse l'invasione dei mutaforma Skrull che hanno sostituito gli eroi del Marvel Universe non può dirsi un'idea originale (in tempi recenti i protagonisti di Battlestar Galactica hanno dovuto fronteggiare un'analoga invasione di Cyloni) ma è comunque stuzzicante e la testa di qualche grosso calibro sembra destinata a rotolare.
So già che, terminata la lettura, mi ritroverò a rimpiangere i tempi in cui John Byrne e Chris Claremont reggevano le fila di gran parte dell'universo Marvel, ma, come dicevo all'inizio, ogni tanto attraversare i canyon di Manhattan attaccati a una ragnatela o visitare le stanze del Baxter Building diventa un bisogno che non si può fare a meno di soddisfare.
Comunque sia, l'unica vera Secret Invasion è e resterà sempre quella subdolamente perpetrata dallo stillicidio di albi della Casa delle Idee, penetrati in punta di piedi e uno per volta nelle abitazioni dei lettori, fino a occupare scaffali, mensole, librerie, cantine, solai...
Non c'è salvezza.